GLIEROIDELCALCIO.COM – La stagione 1960/61 aveva visto i ragazzi di Parola vincere lo Scudetto con un vantaggio finale di quattro punti sul Milan e di cinque sull’Inter. In quella successiva, però, le cose andarono diversamente. Dopo l’iniziale gestione tecnica affidata al cecoslovacco Korostelev e a Gunnar Gren, la presidenza decise di consegnare le chiavi della Vecchia Signora di nuovo nelle mani dell’allenatore Parola, l’unico in grado di risollevare un ambiente ormai logoro e forse cullato dagli allori del decennio ’50.
In quell’annata, conclusa con il dodicesimo posto finale, arrivarono cinque sconfitte nelle prime sedici partite di campionato. Sconfitte pesanti, come quella subìta dal Milan, e altre di misura, ma capaci di lasciare il segno.
Il 10 Dicembre del 1961, in uno Stadio Moretti gremito da 20.00 spettatori, l’Udinese (quel giorno in maglia rosa) guidata da Foni riuscì a conquistare una vittoria entusiasmante, frutto di una prestazione superlativa di molti calciatori. Esemplare fu la tenuta difensiva di Tagliavini e Burelli, abilissimi a respingere tutti i tentativi di un attacco torinese piuttosto sterile e privo del fuoriclasse Sivori.
Una partita giocata di squadra e conclusa con la fantastica doppietta di Canella, capace di portare i friulani sull’1-1 prima e di raddoppiare abilmente nel secondo tempo, con lo scaltro anticipo ai danni di Castano, su cross di Petrelli.
Alla fine del torneo l’Udinese retrocesse in serie cadetta e la Juventus raggiunse un dodicesimo posto piuttosto deludente.