GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Silvio, Milano ti ama
Le speranze di un popolo calcistico erano legate ad un imprenditore visionario, capace di costruire un impero che riusciva ad avere un fatturato da 1.800 miliardi.
E’ la fine del 1985 ed il Milan del presidente Farina sta attraversando una crisi profonda, alla quale sembra non esserci né fine né rimedio. I rossoneri, dopo i fasti degli anni ’60 e lo scudetto della stella, hanno conosciuto il purgatorio della serie cadetta (“guadagnata” per via dello scandalo del calcioscommesse che scoperchierà un sistema non del tutto esente da inciuci di ogni genere), salvo poi risalire la china grazie ad una serie di acquisti che determineranno la bella squadra della stagione 1985/86 (con Niels Liedholm a guidare gli innesti Hateley, Di Bartolomei e Virdis).
Il 10 Febbraio del 1986, dopo una trattativa contorta e non priva di colpi di scena, l’annuncio non ufficiale: il Milan è di Berlusconi.
La Gazzetta dello Sport dedica una prima pagina dal titolo: “Berlusconi annuncia: Sì, il Milan l’ho preso io”. A dirla tutta, la mezza ufficialità era stata data dal fratello Paolo, tifosissimo rossonero e in prima linea durante il processo di acquisizione durato quasi due mesi: “E’ stata una gestazione più lunga di una giraffa, ma finalmente ci siamo. Il Milan lo prendiamo noi”.
A cambiare il destino che sembrava ormai segnato sarà lo storico vice-presidente Nardi. Il 51% delle quote verrà ceduto a Silvio Berlusconi, nonostante l’offerta del petroliere Armani, disposto ad acquistare il pacchetto di maggioranza senza, però, offrire sufficienti garanzie allo stesso Nardi circa il credito di 7 miliardi maturato con la vecchia società.
Sarà il giorno, non ufficiale, in cui inizierà una presidenza lunga un trentennio.
Una presidenza che sembrava sfumata e che invece si concretizzò un pomeriggio di 35 anni fa.