GLIEROIDELCALCIO.COM (Danilo Sandalo) – Il 16 maggio 2004, durante Milan-Brescia 4-2, va in scena l’ultimo ciak di una carriera strepitosa. Una carriera segnata da gioie e dolori, dall’amore incondizionato della gente, dalla forza di rialzarsi sempre e di superare qualsiasi ostacolo con la forza della determinazione.
Stiamo parlando di Roberto Baggio, un poeta prim’ancora che calciatore, uno che quando giocava scriveva pagine di poesia che arrivavano al cuore, facendo brillare gli occhi di sano e puro romanticismo, come forse solo grandi autori romantici come Manzoni, Foscolo o Leopardi potevano fare.
Uno dall’animo buono e sensibile che dimostrava sul campo il suo valore incantando platee, guadagnandosi applausi ma anche epiteti come “divin codino”, “piccolo Buddha” o “coniglio bagnato”, quest’ultimo usato dall’avvocato Agnelli proprio per descrivere la sensibilità di Roberto Baggio durante la partita dei mondiali del 1994 contro il Messico.
E già proprio quel mondiale che doveva consacrarlo e portarlo in alto invece gli ha fatto provare probabilmente la più grande delusione della sua carriera, mostrando al mondo tutta la bellezza della fragilità umana e l’ impossibilità di raggiungere la perfezione pur essendone ad un passo e meritandola. Perché si sa le cose belle sono quasi sempre imperfette, la perfezione è divina e probabilmente non di questo mondo. E’ qualcosa che ha quasi i connotati del sogno,e che difficilmente rispecchia la realtà, dal quale non ci si vorrebbe mai svegliare perché la vita è molto più crudele.
Ecco questo è stato Roberto Baggio: un sogno vissuto intensamente da ogni tifoso di ogni squadra, da ogni uomo e ogni donna liberi di ammirare la bellezza e la bontà dell’uomo prim’ancora che del giocatore, senza limiti di età e di tempo.
Sono passati 15 anni ma Roberto Baggio è uno che ha fermato il tempo, come i grandi classici, da Shakespeare a Manzoni passando per Schopenhauer e altri ancora, è uscito dalla storia per divenire immortale senza un prima né un dopo, ma essere eternamente attuale ieri come oggi e probabilmente domani.
Roberto Baggio è uno che dava speranza a tutti con le sue gesta e i suoi modi fini ed educati, ricevendo amore ed approvazione e per questo rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo come un fiore (della speranza) che non deve essere mai colto dal prato della vita.