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La Penna degli Altri

1° APRILE 1955 – nasce Roberto Pruzzo

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LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 1° Aprile 1955 nasce a Crocefieschi, un piccolo borgo in provincia di Genova, Roberto Pruzzo, il Bomber per antonomasia. Dietro i suoi inconfondibili baffi un carattere sornione, spesso svogliato, in alcune situazioni lento, quasi irritante ma se il suo marcatore di turno commette un piccolo, piccolissimo errore …lui è li! A questo aggiunge una capacità di colpire di testa in sospensione e rare doti acrobatiche, che ne hanno caratterizzato decine di segnature.

Nel 1971 ‘scende’ dal paesino natale e approda nelle giovanili del Genoa, dove esordisce in serie A il 2 dicembre 1973 (Cesena-Genoa 1-1), unica soddisfazione di una stagione amara che finisce con la retrocessione tra i cadetti. Ma qui inizia la sua storia di Goleador: disputa 2 campionati di B segnando in totale 30 gol, conquista la classifica di Capocannoniere del torneo 1975/76 e riporta il Grifone di nuovo nella massima serie. In questa stagione conosce Bruno Conti (in prestito dalla Roma al Genoa) con cui sarà protagonista di un’esaltante tandem anche in giallorosso. Nella stagione 1976/77 Pruzzo realizza la sua prima rete in serie A : è il 3 Ottobre 1976, è la prima giornata di campionato, l’avversario è la Roma (e per inciso sarà anche l’ultima squadra a cui segnerà con la maglia della Fiorentina nel 1989. Ironia della sorte..) Nei 5 anni con il Genoa segna 57 gol e si guadagna il titolo di “O Rey di Crocefieschi”.

Nella stagione 1978/79 finalmente Pruzzo può vestire la maglia Giallorossa, Anzalone e Moggi (all’epoca manager della Roma) vincono la concorrenza del Milan, della Juventus e del Napoli mettendo sul piatto 3 miliardi del vecchio conio più il prestito di Bruno Conti. I tifosi sono in visibilio perché credono che questo acquisto metterà le ali alla squadra e sottoscrivono circa 20.500 abbonamenti. Ad onor del vero Pruzzo arriva nella capitale non senza alcune perplessità legate al fatto che la Roma dell’epoca si ritrova spesso in zona retrocessione. Il passaggio da “Rometta” a “Magica” avviene anche attraverso uno dei suoi gol che ancora oggi sono tra i più importanti e decisivi: il gol del 2 – 2 in casa contro l’Atalanta nella penultima giornata di campionato in una sorta di spareggio salvezza. Gol da ‘rapinatore d’area’ a cui seguirà un’esultanza rabbiosa, con cui conquista il tifo giallorosso.

Nella stagione 79/80 segna 12 gol in campionato, e 6 in Coppa Italia trascinando la Roma alla vittoria finale e diventa il capocannoniere della competizione. Vince la classifica di Capocannoniere della Serie A nel 1980/81 e nel 1981/82 ……ormai per tutti è il “Bomber”.

“Lode a te Roberto Pruzzo” canta la sua Curva.

La stagione seguente segna ‘solo’ 12 gol ma conquista l’agognato scudetto. E soprattutto ha il merito di segnare la rete che lo consacra definitivamente. Penultima giornata di campionato si gioca la ‘sua’ partita: Genoa-Roma. Serve un punto ad ambedue le squadre (Ai rossoblù per salvarsi e ai giallorossi per ‘giungere in porto col vessillo’). Da un cross dalla trequarti di Capitan Di Bartolomei, sale in cielo per colpire di testa e scavalcare il portiere con una delle traiettorie più belle che una palla abbia mai compiuto: è l’8 maggio 1983 e la Roma è Campione D’Italia (la gara terminerà 1-1).

Tante le segnature da incorniciare. Il gol a Torino contro la Juventus nella stagione 1983/84 in quell’indimenticabile 2 a 2 all’89 minuto in cui Odoacre Chierico, dopo un sombrero a monsieur Platini, serve un assist a Pruzzo per un gol in rovesciata da figurina Panini nella stagione forse più bella della Roma, in cui si è sfiorato il Triplete: secondi in campionato a due punti dalla Juve, Finale di Coppa dei campioni persa con il Liverpool ai rigori e Coppa Italia in bacheca.  Sempre nello stesso anno la doppietta contro il Dundee nell’epica semifinale di ritorno vinta 3-0 (dopo la sconfitta per 2-0 all’andata) e il gol di testa nella finale con il Liverpool.

“E dai Roberto facci un gol, la Curva sud te lo grida in coro, e dai Roberto facci un gol!”.

Ancora capocannoniere nel 1986 con 19 realizzazioni, stagione in cui segna una cinquina all’Avellino e relativo titolo del Corriere dello Sport il giorno successivo: “Pruzzo Dinamite”! Solo un altro romanista può vantare un simile record ed è Fasanelli Cesare Augusto che nel maggio del 1931 sigla 5 gol al Livorno (7-1).

Non solo, sempre in questa stagione inaugura una nuova esultanza. È il 16 Marzo 1986, all’Olimpico scende la Juventus in uno stadio “infiocchettato” di giallo e rosso. Al 29′, con la Roma già in vantaggio per 1 – 0, il Bomber segna di testa il raddoppio: la gioia è incontenibile e per la troppa frenesia, ma anche per evitare l’abbraccio dell’accorrente Nela, scivola ….poi si rialza e mentre s’invola verso la Sud si sfila la maglia e la agita come una bandiera. E’ la prima volta, come anche lui rivendica, che un giocatore esulta in quel modo.

La stagione 1987/88 è l’ultima a tinte giallorosse, e lascia di fatto la sua eredità a Rudi Voeller. Roma-Verona del 15 Maggio 1988 è la sua ultima partita con la compagine giallorossa e la Curva Sud gli regala una coreografia da “pelle d’oca”: uno striscione con su scritto “106 VOLTE GRAZIE” e intorno 106 striscioni più piccoli con il suo nome. “Lode a te Roberto Pruzzo” intona la Sud!

In dieci anni colleziona con la Roma 315 presenze e 138 gol nelle varie competizioni.

Soffia a “Sigghefrido” Volk il record di miglior cannoniere della Roma in campionato, record che resisteva da quarant’anni. Solo Totti nel 2004 supererà di nuovo questo record.

Ma prima di appendere le scarpe al chiodo trova il tempo di fare ancora un gol in serie A, l’ultimo. Lo farà difendendo i colori della Fiorentina contro la Roma nello spareggio sul neutro di Perugia per l’accesso in Coppa Uefa; un suo gol di testa condanna la Roma all’esclusione dalla coppa …. così come aveva iniziato con un gol contro la Roma così finisce la sua carriera. Il destino non smette mai di fare ironia!

Il suo rapporto con la Nazionale è stato abbastanza episodico: 6 presenze e nessun gol. Bearzot gli preferì Paolo Rossi nell’undici titolare, ma anche giocatori come Franco Selvaggi del Torino tra i convocati per Spagna ’82.

È tra i 5 romanisti che hanno vinto il più alto numero di competizioni con la maglia della Roma: uno scudetto e quattro Coppe Italia come Ancelotti, Tancredi, e Conti , oltre a Totti che ha vinto uno scudetto, 2 Supercoppe Italiane, e 2 Coppe Italia.

Una storia come questa non poteva non essere premiata con l’inserimento nella Hall of Fame ufficiale della Roma .

Buon Compleanno Bomber!

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