Evoluzione della tecnica calcistica – Seconda parte - Gli Eroi del Calcio
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Evoluzione della tecnica calcistica – Seconda parte

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Tiziano Lanza) – Con questa puntata continuiamo il nostro viaggio nell’ “Evoluzione della tecnica calcistica” cercando di rispondere sempre alla stessa domanda: l’evoluzione del pallone da calcio è andata di pari passo con l’evoluzione della tecnica calcistica? Nella prima parte (qui) abbiamo affrontato l’argomento analizzando l’abbigliamento dei footballers: le scarpe da giuoco, i parastinchi e la divisa.

Come veniva colpito il pallone quando il calcio nacque? Si colpiva come oggi?

Cerchiamo di scoprirlo…

Tocchi e passaggi con la palla… o spintoni, calcioni e placcaggi…?

Il calcio all’epoca dei pionieri era rudimentale, per cui il giocatore doveva fare due cose: allontanare in avanti la palla dalla propria “zona di meta” cioè dalla difesa, e tentare di farla passare attraverso la porta avversaria, marcando il goal cioè il punto.

Ma oltre a calciare di punta, come abbiamo visto, avevano i footballers altre tecniche per calciare bene la palla? Si poteva parlare di “tocco”?

Oltre al forte colpo di punta, i pionieri calciavano anche di piatto, piano, per passare vicino o portare avanti la palla. Più raramente, c’era il colpo sotto d’interno per “alzare” la palla, come spiegano i diagrammi della fig. A. 8a.

Fig. A.8a: (grafica T. Lanza) – Calcio alla palla nell’epoca dei pionieri. La punta produceva un tiro molto preciso.

In seguito il calcio di punta cadde in disuso e, per ottenere tiri ben direzionati a parabola, si cominciò a calciare con l’interno al punto dell’alluce (v. schema della figura A.8b).

Fig. A.8b: (grafica T. Lanza) – Il tiro di punta fu sostituito dal calcio di interno-punta, a sua volta molto preciso.

 Il football, raffinandosi, richiedeva calzature sempre più snelle e leggere per favorire la corsa. Il calcio al volo, e il calcio in corsa, erano tecniche ancora poco adottate alla fine dell’Ottocento.

Da sempre, il numero dei goal segnava il destino di una partita. Le porte dell’epoca erano senza la rete, e spesso anche senza la traversa, per cui una cordicella tesa, legata fra i due pali a 2,44 mt di altezza dal suolo, delimitava la zona del goal. Spesso veniva chiesto l’aiuto dei “giudici di porta” per convalidare il punto: questi signori erano dei volontari appassionati del gioco i quali, seduti dietro la porta, controllavano che il pallone passasse realmente attraverso i pali e sotto la cordicella.

Altra curiosità dell’epoca, era il modo con cui si delimitava il terreno di gioco:

non con linee tracciate, ma con quattro bandierine conficcate a terra ai vertici del rettangolo di gioco; e in corrispondenza della linea mediana del campo, erano poste altre due bandierine. La tracciatura delle linee, con gesso o segatura, sarebbe arrivata ben più tardi. Quando il pallone usciva oltre la linea (immaginaria) delle bandierine, era concessa la rimessa laterale; se la palla batteva contro l’asta di una bandierina rimanendo in campo, il gioco continuava. Le quattro bandiere del calcio d’angolo ancora oggi esistenti, rappresentano il retaggio più antico del regolamento del calcio.

Le corse “con la palla al piede” all’inizio divertivano più chi le praticava che non gli spettatori intorno. Ma sarebbe un grande errore credere oggi che il football delle origini non avesse appassionato e scatenato il tifo: quando il gruppone dei giocatori si avvicinava a una porta, l’adrenalina degli astanti saliva, e la gioia urlata esplodeva nel momento del goal; era l’espressione più genuina e ancestrale del tifo. A ragione oggi tutti gli storici concordano che tifo e calcio nacquero insieme.

Football e rugby

Le mischie si verificavano spesso, non solo in area ma anche a centro campo, con spintoni e placcaggi più tipici del rugby che del calcio. Secondo lo storico inglese David Russel, alle origini era quasi impossibile distinguere le due discipline.

E qui è necessario richiamare un po’ di storia, e mettere in ordine alcune date.

Il 26 ottobre 1863 i rappresentanti di 6 importanti collegi inglesi (altre fonti sostengono ben 11) si riunirono a Cambridge, e fondarono la Football Association. I delegati del collegio di Rugby, però, si dissociarono quasi subito, poiché nella prima codifica del regolamento prevalse il divieto di giocare la palla con le mani. I rugbisti, invece, pretendevano di poter giocare la palla proprio con le mani e portarla avanti tenendola fra le braccia, per lunghi tratti del campo. La scissione portò alla separazione netta dei due sport, e nel 1871 fu fondata la Rugby Union.

Anche se il gioco con le mani fu vietato, era tuttavia ancora facile confondere i due sport, già popolarissimi sul finire dell’Ottocento; ciò è confermato da diverse raffigurazioni artistiche dell’epoca prodotte in Inghilterra, nelle quali scene di football mostrano nutrite mischie di persone che si contendono un pallone, talvolta ovale, sia con le mani che con i piedi; e buona parte dei giocatori sono raffigurati a terra, perfino calpestati! Nella fig. A.9 abbiamo la prima illustrazione calcistica apparsa su un quotidiano italiano: è uno dei primissimi disegni del famoso illustratore Beltrame, eseguito dal vivo durante una partita di calcio a Milano nel 1902.

Fig. A.9: (archivio T. Lanza) – Prima illustrazione del football in Italia: Milano 1902 partita Milan-Torinese.

L’illustrazione a colori di Beltrame è ricchissima di dettagli, con le divise rossonere dei milanisti e il pallone a losanghe; ma è evidente che il gioco, agli occhi dell’illustratore, doveva apparire più una partita di rugby che di calcio. Scene come questa erano comuni in Inghilterra agli albori del football.

L’evoluzione del calcio in generale, sul finire dell’Ottocento fu prolifera e perfino rapida, attraverso le sfide tra scuole diverse e grazie ai continui aggiornamenti al regolamento del gioco. Le origini e la parentela col rugby, tuttavia, spiegano la tendenza dei primi footballers inglesi a praticare un tipo di gioco propriamente finalizzato a conquistare terreno; quindi, calcio “in avanti” lungo e potente. Fu questa una caratteristica fondamentale dell’evoluzione sia del gioco che delle tattiche.

Lo storico scozzese Ged O’Brien enfatizza lo stupore dei giocatori inglesi in una delle primissime sfide tra Scozia e Inghilterra, a Glasgow: quando gli inglesi erano in possesso di palla, puntavano l’avversario per dribblarlo in una sorta di sfida duale; gli scozzesi invece no: appena si avvicinava l’avversario, allontanavano la palla verso un compagno di lato per poi chiudere il triangolo appena più avanti (v. diagrammi della fig. A.10). Il gioco degli scozzesi si fondava su corsa, passaggi corti, e poco dribbling. Oggi anche gli storici inglesi concordano nel ritenere che la scuola scozzese dei pionieri fu la maggiore protagonista nell’evoluzione degli schemi del gioco e anche delle prime tecniche calcistiche. E questo contribuì non poco ad accrescere l’antica rivalità –non solo sportiva –fra Inghilterra e Scozia.

Sempre all’epoca dei pionieri, durante le fasi di gioco, il pallone veniva stoppato soprattutto con la suola dello stivale! Ma ben presto si arrivò a fermare la palla con il piatto di un piede, per poi calciarla con l’altro oppure portarla avanti. Lo stop di piede è probabilmente una delle tecniche più antiche, perché a quei tempi il gioco si svolgeva per il 90% a rasoterra; lo conferma anche un rarissimo spezzone di film di calcio del 1901 in Inghilterra, in cui si distingue un giocatore che stoppa a terra e rilancia la palla, con una tecnica molto simile se non identica a quella dei giocatori di oggi. Gli stop aerei, gli agganci, e perfino i colpi di testa vennero più tardi; tuttavia, un altro spezzone del 1902 mostra la tecnica del calcio all’indietro, o “rovesciata”, nel contesto effettuata per allontanare la palla dalla difesa… sostanzialmente, erano utili tutti i tipi di pedata al pallone: bastava scagliarlo lontano.

Secondo accreditati autori inglesi, lo sviluppo della tecnica calcistica ebbe il suo apice nel Nord dell’Inghilterra, fra il 1880 e il 1900. E le spinte maggiori arrivarono dal Professionismo, che si affermò inesorabile malgrado vari tentativi per arginarlo. Le folle di supporters e fans erano in continuo aumento e, da spettatori paganti, chiedevano sempre miglior football, ben giocato da sempre più bravi footballers –che appunto venivano pagati profumatamente.

Ma torniamo ad analizzare l’evoluzione della tecnica calcistica. Immaginiamo ora di assistere ad una partita di calcio nel 1880, in Inghilterra. Che cosa accadeva se la palla arrivava a mezza altezza e non rasoterra? Il giocatore la lasciava passare, perdendola fatalmente?  No. Notizie romantiche sul football delle origini, e mai realmente provate da foto, ci riportano che non esisteva lo stop di petto, ma si praticava una sorta di stop aereo, mediante un singolo tocco di mano, un “aiutino”!

Dunque, nel 1863 fu stabilito che il pallone non dovesse esser giocato con le mani (spinto avanti o portato in braccio o ribattuto), ma per alcuni anni resistette la pratica di stoppare la palla con una mano per buttarla a terra verso i piedi. E questa concessione, vera e propria deroga non scritta del regolamento, la dice lunga sugli sforzi dei codificatori della Football Association per tenere uniti gli appassionati e magari attirarli dalla rivale disciplina del rugby. Ecco dunque un’altra traccia che ci indica come il calcio delle origini era in continuo sviluppo; come tutti gli altri sport, anche il football si prese il suo tempo per abbellirsi e affinarsi.

Fig. A.10: (grafica T. Lanza) – Primi schemi nel gioco del calcio. Il modello inglese (1) prevedeva il superamento dell’avversario mediante un dribbling secco (tecnica virtuosa), o con la palla buttata in avanti e poi “scatto rapido” per arrivare prima dell’avversario (tecnica puramente fisica). Ben diversamente, la tecnica scozzese (2) faceva allontanare la palla verso il compagno vicino che l’avrebbe subito restituita oltre l’avversario, chiudendo il passaggio (triangolazione). La tecnica scozzese oggi si chiama “uno-due” e fu l’autentica rivoluzione storica nel modo di giocare al calcio, aprendo allo sviluppo dei cosiddetti schemi.

Proviamo a concludere, riassumendo in una sorta di tabella cronologica i principali passi nell’evoluzione del gioco. Si noterà che non vi sono date definitive, sia per la mancanza di dati certi, ma soprattutto perché le tecniche si svilupparono anche molto diversamente nel tempo e nello spazio (fra Inghilterra e Continente, fra Europa e Sudamerica).

1870-1880 – Periodo in cui in Inghilterra il football si distacca nettamente dal rugby. Non più placcaggi ma, secondo fonti non confermate, si tollera lo stop di mano (non sempre praticato). Si ammira il dribbling stretto per saltare l’avversario, che però è poco praticato; al dribbling è ancora preferita la corsa e la fuga; ciò porta alle entrate in tackle talvolta anche violente. E’ molto praticata la carica di spalla, perfino quella da tergo. Il gioco è molto duro e combattuto.

1872         – In Scozia si pratica il calcio giocato con passaggi e triangolazioni, e risulta essere “molto efficace per giungere alla méta”, cioè al goal.

Dopo 1880 – Si comincia a far uso del tiro di testa. Compaiono le prima fasciature alla testa dei giocatori per proteggersi dalle dure stringhe in cuoio dei palloni.

1885-1900 – Diffusione del calcio fuori dall’Inghilterra. Fondazione dei primi club europei e poco dopo sudamericani. Nascono e cominciano a svilupparsi gli stili di gioco nazionali, le cosiddette “scuole”; le quali, due decenni dopo, evidenzieranno le notevoli differenze fra il calcio sudamericano e quello europeo.

1890-1900 – Da tempo nessuno pratica più lo stop di mano; si affina lo stop di piede, eseguito sia con la suola che con il piatto. Sempre con il piatto del piede, la palla viene anche spinta e guidata, soprattutto a centro campo. Si segnano reti anche di testa, quasi sempre su calcio d’angolo. Compare lo stop con il petto.

1883-1919 – Il calcio assume una prima fisionomia moderna, con schemi elaborati. Si sviluppano le tattiche e i primi “moduli”. I giocatori hanno sempre più un proprio ruolo tattico; il goalkeeper – in italiano “guardiano” e poi “portiere” – si specializza nelle prese delle palle alte e nelle parate in tuffo, quasi sempre ribattute a pugni chiusi.

1910-1925 – Il calcio Sudamericano si compone soprattutto di palleggi e di passaggi “al volo”. La scuola sudamericana dell’Uruguay inventa la finta di corpo in corsa, e ciò contribuisce a rendere sempre più spettacolare il gioco. Gli inglesi eseguono forti passaggi rasoterra effettuati con l’esterno del piede, e anche tiri a rete; la tecnica esisteva già nel calcio pionieristico inglese di fine Ottocento.

Evoluzione della tecnica calcistica – Prima parte

Evoluzione della tecnica calcistica – Terza parte

Evoluzione della tecnica calcistica – Quarta parte

Evoluzione della tecnica calcistica – Quinta parte

Evoluzione della tecnica calcistica – Sesta parte

Evoluzione della tecnica calcistica – Settima e ultima parte

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57 anni, tre figli, un cuore che batte per l’Hellas Verona. Tecnologo alimentare specialista in prodotti da forno industriali. Ex arbitro con la passione del calcio in bianco e nero. Collezionista di palloni, in particolare di quelli utilizzati durante i mondiali.

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