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La Penna degli Altri

Per entrare nel mondo del calcio ho preso il biglietto

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SPORTWEEK (Paolo Virdi) – Visitare l’archivio di Matteo Melodia, 45 anni, collezionista di biglietti e cimeli sportivi, è come fare un giro del mondo attraverso 130 anni di calcio. Si parte dalla genesi del football, con un ticket originale di Everton-Notts County risalente al 1890, per giungere fino ai giorni nostri, percorrendo le tappe più significative del calcio mondiale. La passione per il collezionismo l’ha ereditata dal bisnonno Arturo Bistoletti, membro fondatore dell’Aia, la cui tessera di socio dell’F.C. Inter- nazionale nel 1909, firmata dal primo presidente nerazzurro Paramithiotti, occupa un ruolo di rilievo in un museo privato composto da circa 8 mila pezzi. Curiosando nella collezione, ci si emoziona sfiorando il biglietto della finale di Roma ‘34, il primo dei quattro Mondiali vinti dall’Italia, oppure ripercorrendo i momenti che hanno contraddistinto la carriera di Pelé, dalla vittoria a Svezia ’58 alla sua gara d’addio giocata con i Cosmos nel ’77. Una galleria che racchiude reliquie rinvenute in oltre 30 anni di ricerche sparse per il mondo. “Ho iniziato nel 1987”, racconta Melodia, “conservando i biglietti del Milan e sono arrivato a concludere intere collezioni. Possiedo quasi tutti i tagliandi delle finali delle principali coppe europee e delle fasi finali di Coppa del mondo, dalla prima edizione in Uruguay nel 1930 a quella disputata in Russia lo scorso luglio”. Quest’ultima raccolta ha dato vita al suo primo libro World cup tickets 1930 -2018, che mostra l’evoluzione del calcio attraverso i biglietti da stadio, in cui la variazione grafica viaggia parallela al susseguirsi degli eventi politici. Basti pensare al Mondiale del ’34 oppure all’Olimpiade di Berlino ’36, dove sono i tagliandi a contestualizzare lo sport in un determinato periodo storico.

OPERE D’ARTE

“I biglietti certificano un evento ma racchiudono anche il fascino di quelle ore della nostra vita che abbiamo speso per assistervi. Negli Anni 40 e 50 erano autentiche opere d’arte, a volte finemente decorati, anche con monumenti e bellezze del luogo in cui si sarebbe disputata la partita. Un partico- lare che oggi è andato perduto, soprattutto a causa dell’avvento dei tagliandi elettronici”. L’incessante ricerca di pezzi rari ha toccato l’apice il giorno in cui s’è impossessato del talloncino d’ingresso alla finale di Coppa dei Campioni del 1961 tra Barcellona e Benfica, pezzo fondamentale per completare il puzzle della principale competizione per club. “Ho dato la caccia a quel biglietto per oltre 20 anni”, ricorda Matteo”, battendo svariati mercatini, soprattutto svizzeri. Quella partita si giocò a Berna, sotto il diluvio, in un piccolo stadio con gli spalti privi di copertura e probabilmente molti tagliandi, essendo bagnati dalla pioggia, andarono perduti. Alla fine le ricerche mi portarono a Lisbona, da un anziano fan sfegatato del Benfica di Eusebio, che lo cedette solo dopo aver intuito quanto realmente tenessi a quel pezzo di carta”. Nel corso degli anni la passione ha portato Melodia a pianificare viaggi in luoghi in cui il grande calcio ha avuto un glorioso passato: «Al mercatino Ecseri di Budapest acquistai per pochi spiccioli un album con vecchie foto della Honvéd e della nazionale magiara. E a stento trattenni le lacrime quando mi accorsi che in un angolo era custodito il tagliando di Ungheria -Italia del 1910, testimonianza tangibile della prima trasferta della nostra Nazionale, uno dei pezzi al quale sono più affezionato». L’entusiasmo e la passione oggi non sono mutati, ma si sono adeguati agli inevitabili cambiamenti dettati dal tempo:” Il web ha certamente facilitato i contatti. Da ogni angolo del mondo ci sono collezionisti che mi chiedono consigli, soprattutto sull’autenticità di un pezzo». Oggi Melodia ha acquisito grande credibilità e solide competenze: “Il mio sogno è quello di poterle utilizzare collaborando con qualche società di calcio nella gestione di un museo storico, magari come curatore, per poter raccontare una parte affascinante della storia del calcio».

Articolo pubblicato da SPORTWEEK del 2 febbraio 2019

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