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Libri: “Le Pioniere del Calcio”

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GLIEROIDELCALCIO.COM – Pubblichiamo, come preannunciato (vedi video-intervista con l’autore qui), un estratto del libro “Le pioniere del calcio” di  Giovanni Di Salvo, edito dalla Bradipolibri per la collana UNASCI.

Ringraziamo ancora l’autore e la casa editrice per averci dato la possibilità di pubblicare questo estratto in esclusiva per i lettori de Gli Eroi del Calcio.

Buona lettura.

Il Team de Gli Eroi del Calcio.com

 

LE PIONIERE DEL CALCIO

Anno 1933, Undicesimo dell’Era Fascista. In Italia, in netto ritardo rispetto agli altri stati europei, sorge la prima squadra di calcio femminile. Un gruppo di giovani ragazze milanesi, sfidando i pregiudizi e lo scherno del pubblico, dichiarò apertamente – attraverso gli organi di stampa – la volontà di giocare a pallone. Si trattava di una vera rivoluzione culturale, soprattutto in un contesto storico fortemente maschilista. Questa è la loro storia.

Il “Corriere dello Sport” venne fondato a Bologna nel 1924. Tre anni dopo, la federazione bolognese del Partito Nazionale Fascista, su proposta di Leandro Arpinati, ne rilevò la proprietà e ne mutò il nome in “Littoriale”. Nel 1929 la sede fu trasferita a Roma e nel 1931 il giornale divenne organo del CONI. Il “Littoriale”, pertanto, rappresentava la voce ufficiale, in ambito sportivo, del regime fascista. In quel periodo la testata aveva dedicato una rubrica rivolta ai lettori, denominata Fuorigioco. Lì venivano pubblicate le missive più interessanti, che spesso erano accompagnate dal commento della redazione.

Così il 14 febbraio 1933 giunse questa lettera, che venne pubblicata il giorno dopo:

Donne, Donne!

Le donne giocatrici di “foot-ball”? Leggete questa circolare che ci è giunta ieri:

“Alle simpatizzanti del gioco del foot-ball desiderose di costituire un Gruppo Femminile di Calcio:

Il giuoco del calcio che appassiona così tanto le folle sportive, non è coltivato, sia pure come esercizio ginnastico, dall’elemento femminile. In Francia, in Inghilterra, ci sono dei Clubs femminili bene organizzati e si svolge annualmente il campionato femminile come da noi si può svolgere il campionato degli uomini. Perché non tentare anche fra noi qualche cosa?

Alcune tifosine prendono l’iniziativa per costituire un “Gruppo di Calciatrici Tutto sarà proporzionato al sesso, il quale da questo sport dovrà sentirne un vantaggio fisico.

Mens sana in corpore sano

Le giovani donne italiane già praticano gli sports dell ‘atletica leggera, la pallacanestro, il nuoto, il pattinaggio, lo sci, la scherma, il tennis ecc ecc bene affermandosi. E perché allora non praticare anche il calcio, questo passionale sport che mezzo mondo di cittadini si interessa e fa il tifo per godere una partita e sostenere la squadra del cuore.

Nel concetto delle fondatrici, senza darsi delle arie, s’intende di praticare lo sport del calcio come esercizio fisico.

Le adesioni gratuite si ricevono per iscritto segnando nome, cognome, età, presso la Sig.na Losanna Strigaro, Ditta Cardosi, via Stoppani 12, telef. 20272, Milano – Alcune proponenti”

Un nostro parere? Che S. Benedetto da Norcia quando disse ai suoi monaci “Mens sana in corpore sano” non pensava che tempo sarebbe venuto in cui, gentili fanciulle, avrebbero usato il suo motto per giocare a calcio.

(Da Fuorigioco, “Littoriale” del 15 febbraio 1933)

Questo documento, in pratica, rappresenta il “Manifesto del calcio femminile italiano”. Infatti per la prima volta, nel nostro paese, si tenta di costituire un vero e proprio gruppo organizzato con una strutturazione che si avvicinava a quella di una società sportiva vera e propria. Per il momento non è dato sapere chi siano le fondatrici, visto che si firmano semplicemente come “Alcune proponenti” ma di certo sono grandi appassionate di calcio visto che si definiscono “tifosine”. L’unico nominativo che viene riportato è quello della signorina Losanna Strigaro, che assurge al ruolo di coordinatrice o per meglio dire Segretaria del costituente gruppo. La sede è stabilita in via Stoppani n. 12 presso la Ditta Ugo Cardosi, che si occupava della vendita di vini e liquori, e viene rivolto un invito ad aderire a tutte quelle ragazze che hanno intenzione di praticare questo sport non in senso agonistico ma come semplice attività fisica. Infatti viene precisato che “tutto sarà proporzionato al sesso”.

Il commento della redazione del giornale sportivo è quantomeno sarcastico. Insomma, l’annuncio non viene accolto benevolmente.

La notizia però non passa inosservata, anzi. Molti organi di stampa preferiscono ignorarla ritenendola qualcosa di estemporaneo, un’iniziativa che non avrebbe riscosso successo e che si sarebbe conclusa nel giro di poco tempo con buona pace delle signorinelle. Una parte dell’opinione pubblica, soprattutto di sesso femminile, invece guarda con simpatia le coraggiose ragazze milanesi e si schiera dalla loro parte. La maggior parte della gente, però, non concepisce e non approva questa bizzarra idea di voler giocare a pallone.

Molte dalle parole passano ai fatti, prendono carta e penna e iniziano a scrivere al “Littoriale” per dire la loro.

Così il 28 febbraio nella rubrica Risposta ai lettori, che spesso era messa in coda a Fuorigioco, Nerina C. da Palermo esprime in rima il suo desidero di giocare a pallone:

E piacevol cosa

correre d’incanto

al campo

Il commento che ne segue è però sagace e beffardo:

Corra pure al campo ma senza poetare: corra gioiosamente e magari tenendo per mano un giovanotto, ma lasci e abbandoni le Muse al loro destino: son perfide le Muse.

E ancora nell’edizione del 1 marzo:

Calcio femminile

Una squadra femminile di calcio? Avrebbero esclamato i nostri nonni facendo meraviglie: ohibò! Invece sentite quest’impertinente di ragazza cosa ci scrive:

“Vorrei proprio sapere se a Milano hanno organizzato la squadra femminile di calcio (Ti ricordi quella signorina che ti aveva scritto?). Se vi sono riuscite devono essere molto intelligenti e noi di Roma certo non vorremmo essere da meno!

Perché poi tu ci sei contrario? A me pare di si anche se hai tutta l’aria di scherzare!

Tanti saluti – E. G. tifosa romanista

Contrari noi? solo diciamo che la donna non è nata per giocare a calcio. (Da Fuorigioco, “Littoriale” del 1 marzo 1933)

La discussione infervora i sostenitori dell’una e dell’altra fazione e il quotidiano inizia a ricevere sempre più epistole sull’argomento.

Ah, quelle donne!

Le donne giocatrici di calcio? Ecco il grande interrogativo: e intanto a noi giungono lettere su lettere di ragazze che vogliono discutere e dir la loro. Ecco una che dà consigli:

“Credo di dare un consiglio utile alle appassionate del calcio dicendo che questo sport non è fatto per loro. Dico che se queste signorine lo vogliono esercitare semplicemente come sport (speriamo di si) ne scelgano un altro più adatto all’armonia del corpo femminile. Il calcio non sviluppa che i muscoli delle gambe. Se poi è un divertimento vadano in campagna a giocare (come faccio io) dove nessuno possa maliziosamente criticarle. Cosa ne dici? M. L. romanista’

E anche questa è bella: cosa diciamo noi? Nulla: perché per aver detto qualcosa ci son piombate addosso meraviglie e guai.

(Da Fuorigioco, “Littoriale” del 7 marzo 1933)

Sportiva (Salerno) – Giochi a foot ball come crede e quanto le pare, noi non abbiamo avuto intenzione né di essere ironici né di stroncare l’iniziativa milanese. Abbiamo detto che il foot ball è sport poco adatto per donne alle quali per naturali disposizioni fisiche e psicologiche, convengono più il tennis, lo sci e anche il nuoto. E contenta ora?

(Da Risposta ai lettori, “Littoriale” del 7 marzo 1933)

Leggendo la lettera a firma di M. L. sembrerebbe che l’autrice sia contraria allo sviluppo del calcio femminile per problematiche di tipo estetico ma al contempo emerge che – probabilmente – il suo cruccio stia principalmente sul rischio di essere “etichettate” come donne “scostumate” visto che lei stessa è costretta a giocare in campagna, lontana da occhi indiscreti.

Di certo l’iniziativa partita da Milano aveva scosso l’ambiente femminile del centro-sud Italia perché giungevano pareri da Lazio, Campania e Sicilia. E anche una famosa attrice come Leda Gloria aveva manifestato un certo interesse per il calcio, fornendo così uno splendido “assist” per la loro causa.

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