Anema e core: Giorgio Ascarelli raccontato da Lapo Palumbo - Gli Eroi del Calcio
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Anema e core: Giorgio Ascarelli raccontato da Lapo Palumbo

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SANBARTOLOMEO.INFO  – Vi proponiamo una bellissima ricostruzione storica tratta dal sito sanbartolomeo.info, nel quale si ricostruiscono la storia della fondazione del Napoli e del suo fondatore Giorgio Ascarelli. Di seguito alcuni estratti.

[…] Si parla di calcio. E quando si parla di calcio, si parla del Napoli, che del calcio ne è la rappresentazione più viscerale. Anema e core. Ma questa storia di calcio non parla solo di pallone: racconta ben altro.

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Partiamo da una data: 16/02/1930. Non è un giallo, siamo già al centro della vicenda e i fatti salienti arriveranno tra poco.

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Lo stadio appena costruito all’ombra del Vesuvio e così ribattezzato in onore del vulcano simbolo della città, ne fu la cornice perfetta. Il protagonista è proprio lo stadio Vesuvio: il primo e unico stadio di proprietà del Napoli; progettato da Amedeo d’Albora, fatto costruire nel rione Luzzatti nei pressi della stazione centrale. Inaugurato proprio il 23 febbraio 1930, tutti erano accorsi ad ammirarlo. Il Napoli calcio era tra le grandi. Aveva una squadra fortissima e un’arena degna. Ma chi fu l’artefice di tutto questo? Chi finanziò i lavori; chi diede l’impulso affinché il Napoli Calcio nascesse? Colui al quale si deve un brusco cambio di rotta alla concezione dello sport praticato dalle associazioni sportive cittadine e che portò a tanto prestigio, si chiamava Giorgio Ascarelli. Fu lui a finanziare interamente quello stadio che poteva contenere sino a 20.000 spettatori. Egli aveva capito che non c’era più spazio per le imprese artigianali, costruite in casa, nei cortili, tra amici. Gli anni delle Pro-Vercelli, dei Casale Monferrato erano tramontati. Il calcio ora era altra cosa. Giorgio Ascarelli nacque in una famiglia di imprenditori tessili di origine ebraica. Figlio di Salomone Pacifico Ascarelli, ne ereditò alla morte l’impero, il carattere e la popolarità. Non ultimo, l’estro creativo e la passione socialista (che gli causarono anche pedinamenti e sospetti).

Gli Ascarelli provenivano da Roma, dal “ghetto”. Sono abili e hanno fatto fortuna nel commercio di lana e filati.

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Gli Ascarelli si stanziano a Napoli e grazie al lavoro e ai sacrifici si espandono. Da piccola bottega,  arrivano ad avere un palazzo in corso Umberto I e sino a quattrocento operai. Nel 1918 Salomone muore e gli succederà il figlio Giorgio. Le intuizioni di Giorgio fanno progredire e crescere la ditta di famiglia. L’imprenditore ha fiuto ed è un personaggio carismatico. È un filantropo, amante della musica; è gioviale e popolare e soprattutto ama lo sport. Ad esempio, contribuisce alla nascita del circolo canottieri Napoli. Ma il suo genio non si esaurisce qui. Nel’24 diventa presidente dell’Internaples, società nata nel’22 dall’unione di Naples Foot Ball Club  e l’Unione Sportiva Internazionale Napoli. Con questa società disputerà la finale della Lega Sud. Poi la svolta, l’intuizione. Ufficialmente il 25 agosto 1926, ma ufficiosamente il primo agosto, nasce l’Associazione Calcio  Napoli: Giorgio Ascarelli né fu l’artefice e primo presidente. L’idea di cambiare denominazione arrivò per compiacere il regime che mal tollerava i termini di origine inglese e quel nome che troppo ricordava l’Internazionale Comunista.

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Nel campionato 29/30, il primo a girone unico, il Napoli fu inserita grazie alle pressioni di Ascarelli sulla FIGC, allargando il girone da 16 a 18 squadre. Ma il fato è beffardo, le gioie a volte, troppo spesso, sono accompagnate da dolori. Purtroppo, poco prima dell’inaugurazione dello stadio, precisamente il 30 marzo 1930, il presidente Ascarelli morì per una peritonite.

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