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L’anima della Coppa delle Coppe in sette partite

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QUATTROTRETRE.IT (Alec Cordolcini) – Vent’anni fa chiudeva i battenti la Coppa delle Coppe, tra quelli Uefa il trofeo internazionale invecchiato peggio. Il progressivo allargamento della Champions League aveva finito con l’erodere lo spirito di una competizione nata come sfida tra le vincenti delle coppe nazionali, sempre più spesso cooptate dalla coppa maggiore. In attesa del ritorno della terza competizione europea per club, ribattezzata provvisoriamente Europa League 2, abbiamo scelto sette partite che hanno rappresentato le diverse anime della Coppa delle Coppe.

Magdeburgo-Milan 2-0 (1973/74)

[…] L’unica squadra di Stasilandia che riuscì a vincere un trofeo internazionale fu il Magdeburgo, ottimo laboratorio di calcio creato da Heinz Krügel, tecnico capace di lavorare alla grande soprattutto con i giovani, tanto da vincere nel 1972 il campionato della DDR con la squadra dall’età media più bassa di sempre nella storia del calcio tedesco.

In Europa, però, lo status è sempre quello di underdog, tanto più in una finale contro un Milan detentore del trofeo che in campo può schierare Rivera, Schnellinger, Anquiletti, Bigon e Benetti. Dalle squadre a cui i pronostici concedono pochissime chance ci sia aspetta un approccio ultra-difensivo, invece il Magdeburgo sorprende fin da subito i rossoneri con pressing e ritmi alti. Una rapida ripartenza dei tedeschi provoca l’autogol di Lanzi e spezza l’equilibrio, con l’inerzia della partita che scivola lentamente a favore di Sparwasser, Hoffmann e compagni. A un quarto d’ora dal termine Seguin infila Pizzaballa sul suo palo e chiude i giochi. Per ironia della sorte, il Magdeburgo avrebbe dovuto disputare la Supercoppa Europea contro una tedesca dell’Ovest, il Bayern Monaco, vincitore della Coppa Campioni, in quella che per diversi giocatori avrebbe dovuto essere la rivincita del derby delle due Germani e al Mondiale ’74. Le partite (andata e ritorno) non furono mai disputate. Motivazione ufficiale? Il calendario troppo fitto.

Anderlecht-West Ham 4-2 (1975/76) […]

Dinamo Tbilisi- Carl Zeiss Jena 2-1 (1980/81)

Una finale così, oggi, attirerebbe legioni di football hipsters da tutto il mondo. Ma agli inizi degli anni ’80 nessuno, o quasi, si poteva appassionare a club di nicchia, semplicemente perché ne ignorava l’esistenza, salvo imbattersi casualmente in essi durante qualche turno di coppa e magari uscirne con gli occhi strabuzzati, come accaduto ai tifosi della Roma quando videro il 3-0 della loro squadra rimontato 4-0 in casa del Carl Zeiss Jena in quell’edizione di coppa; oppure a quelli del Liverpool quando, la stagione precedente, i Reds vennero demoliti 3-0 dalla Dinamo Tbilisi in Coppa Campioni.

Se a questa assenza della componente neutrale si aggiungono poi le difficoltà (logistiche, burocratiche, normative) dei tifosi delle rispettive squadre nel superare la Cortina di Ferro per recarsi a Düsseldorf, non deve stupire che quella tra i sovietici e i tedeschi dell’Est sia stata la finale Europea con il record negativo di spettatori: 4.750. […]

Porto-Wrexham 4-3 (1984/85) […]

Mechelen-Ajax 1-0 (1987/88) […]

Tromsø-Chelsea 3-2 (1997/98) […]

Lazio-Maiorca 2-1 (1998/99) La crescente bulimia della Champions rappresenta uno dei fattori che inducono la Uefa a cancellare la Coppa delle Coppe, basti pensare che nell’ultima edizione disputata prende parte una squadra, l’Heerenveen, nemmeno arrivata in finale nella sua coppa nazionale. La seconda competizione europea finisce così in archivio, terminando come era iniziata, ovvero con il successo di una squadra italiana: la Fiorentina nel 1961, la Lazio nel ’99 […]

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