Libri: “Un’estate in Italia – 1990, Il mondiale delle notti magiche” … Stojkovic - Gli Eroi del Calcio
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Libri: “Un’estate in Italia – 1990, Il mondiale delle notti magiche” … Stojkovic

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GLIEROIDELCALCIO.COM – Pubblichiamo, come preannunciato (vedi intervista con l’autore qui), il secondo estratto del libro “Un’estate in Italia – 1990, Il mondiale delle notti magiche” di Matteo Fontana, edito da Eclettica Edizioni. L’estratto, scelto di concerto con l’autore, riguarda la sfida tra Stojkovic e Maradona, nei quarti, in Argentina-Jugoslavia.

Ringraziamo ancora l’autore e la casa editrice per averci dato questa possibilità.

Buona lettura.

Il Team de Gli Eroi del Calcio.com

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L’estate si è arroventata. Nel pomeriggio del 30 giugno l’Argentina e la Jugoslavia giocano schiacciate da un’afa strangolante. Il duello è tra Diego Maradona e Dragan Stojkovic. C’è el Diez che gioca con la caviglia curata come una reliquia dal suo preparatore personale, Fernando Signorini. Maradona non ha la maschera sofferta che gli era rimasta addosso prima e durante la partita con il Brasile, fino alla catarsi del passaggio vincente per il gol di Caniggia. Sa, però, che la forma è oscillante e che le gambe si cuoceranno sotto il sole di Firenze. Stojkovic, nell’altro campo, lo guarda come fanno tra di loro i poeti che gorgheggiano versi ugualmente soavi. Ivica Osim ha costruito bellezza della Jugoslavia, infischiandosene delle chiacchiere girate nei suoi confronti. Sul ct, infatti, se ne erano sentite di ogni genere, prima dell’approdo ai quarti. Pure che fosse un ubriacone capace di scolarsi ripetute bottiglie di whisky in una sola sera. Osim deve pensare a mettere un freno a Maradona, quel che non è riuscito a fare a sufficienza Sebastião Lazaroni. Il resto toccherà a Stojkovic, di cui, su “La Stampa”, Curzio Maltese scrive: “È un re anarchico, un serbo orgoglioso, l’unico possibile capo di una Jugoslavia che rispecchia in tutto e per tutto la Babele politica e razziale in cui si dibatte la nazione. La squadra di Osim, mappa fedele delle divisioni etniche, è spaccata da tempo: i fantasiosi serbi contro i cupi croati; gli impenetrabili montenegrini contro gli zingari dalmati. Lui supera le divisioni facendole esplodere con innato gusto della provocazione. Un episodio: nel primo tempo di Spagna-Jugoslavia per una volta decide di non tirare in porta una punizione e passa indietro. Arriva Brnovic, broccaccio della peggior specie, e spara una badilata in curva. Stojkovic, in mondovisione, si ficca lemani tra i capelli, poi si volta e gli fa: «Scusa, non m’ero accorto che eri tu…». I compagni ingoiano amaro ma sono costretti a perdonarlo: se sono ancora qui è merito suo. La mimica irriverente e guascona, questa vanteria da timido, il profilo aguzzo mascherato dagli occhiali da sole e dal sorrisetto sfottente” 

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