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Igor Protti: “Esultanza con il trenino? Vi spiego”

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METROPOLITANMAGAZINE.IT (Francesco Ricapito) – L’ex attaccante di Bari, Livorno, Messina e Lazio ha rilasciato una intervista a Metopolitanmagazine.it, di seguito alcuni stralci:

[…] Capocannoniere in Serie A, B e C1: unico ad esserci riuscito insieme ad Hubner. Come ci si sente ad aver scritto un pezzo di storia del nostro calcio? Hai rimpianti?

Ora che sono passati diversi anni, sono record che mi rendono orgoglioso. Purtroppo la gioia per il titolo di capocannoniere in Serie A è stata oscurata dal dispiacere per la retrocessione; in novant’anni non si è mai presentata una situazione simile, a dimostrazione del fatto che fu una stagione davvero particolare. In quegli anni erano quattro le squadre che retrocedevano ed era un campionato davvero molto difficile. Sono molto orgoglioso anche, insieme a qualche giocatore del Napoli, di esser riuscito a vincere la classifica marcatori in Serie A con una squadra del Sud, a cui sono molto legato. Non ho rimpianti: sono felicissimo di ciò che ho avuto e delle soddisfazioni che questo sport mi ha dato”.

L’esultanza del “trenino” di quel fantastico Bari è rimasta iconica: come nacque quel modo di festeggiare?

È stata una casualità: al primo anno di Serie A arrivò dalla Colombia Miguel Guerrero e non parlava italiano, si spiegava in spagnolo. Ci raccontò di questo modo di esultare colombiano, che consisteva nell’andare vicino alla bandierina mettendosi a quattro zampe. Molti dicono che la prima volta in cui festeggiammo così fu a Milano contro l’Inter, ma in realtà fu in un Padova-Bari 0-2. Pedone segnò e andò alla bandierina e gli altri si accodarono; a fine partita però Guerrero ci disse che avevamo sbagliato e che solo l’autore del goal avrebbe dovuto mettersi a quattro zampe, con gli altri intorno. Ormai però l’esultanza del “trenino” si era consolidata e fece storia: fu la prima vera esultanza di gruppo”. […]

Qual è il goal che ricorda con più emozione?

Ne scelgo uno per squadra. Con i biancorossi, il goal che mi è rimasto più nel cuore è quello del 2-1 contro la Cremonese del ’96; non è il migliore tecnicamente o esteticamente, ma è fatto di caparbietà, forza di volontà, che era ciò che volevo portare in campo. A Livorno, sicuramente il goal in Serie C segnato a Treviso alla penultima giornata di campionato, a tre minuti dalla fine, che ha dato agli amaranto la Serie B dopo trent’anni. Mentre a Messina, la rete in un derby, molto sentito, a Reggio Calabria, dove vincemmo 1-0; di ritorno in Sicilia, ci accolsero come se avessimo vinto il campionato” […]  

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