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Socrates, il “dottore” del calcio

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(GOAL.COM di Paolo Camedda)

[…] Laureato in Medicina nel 1976,  e specializzato in Pediatria, pur non esercitando la professione, diventa per tutti ‘O Doutor’, ‘Il Dottore’.  Sviluppa fin dai tempi dell’Università  una grande passione per la politica: in un periodo storico che vede il Brasile sotto la dittatura militare dei Gorillas, si schiera apertamente a sinistra,  abbracciando gli ideali del socialismo, tanto da esultare dopo i suoi goal con il pugno chiuso rivolto al cielo, e in favore della democrazia, che elegge come ‘modello vincente’ anche nel calcio, dando vita all’esperimento unico della Democracia corinthiana.

[…] Socrates nasce il 19 febbraio 1954 a Belém, nello Stato brasiliano del Parà, nel Nord-Est del Brasile, in una famiglia numerosa con 6 figli. Suo padre, Raimundo Brasileiro Sampaio,  benché abbia frequentato appena la seconda elementare, ha una grande passione per la cultura classica e la filosofia greca, così chiama i suoi tre figli maggiori Socrates, Sostenes e Sofocles

[…] Nel 1974 qualcosa cambia: Socrates capisce che, oltre che medico, può diventare anche un calciatore importante. Inizia così ad allenarsi con costanza, anche se non sempre è entusiasta di questo. Nonostante le notti passate a fumare e a studiare, le sue prestazioni non ne risentono: Socrates, utilizzato all’epoca da centrocampista offensivo o seconda punta, incanta nel Campionato Paulista e segna a raffica.

[…] Dopo l’entusiasmante stagione 1977, con il Botafogo che accede alle finali del torneo statale, e 24 goal in 157 presenze, Socrates è ormai pronto a passare in una delle grandi. A contenderselo sono il San Paolo e il Corinthians,  e ad aggiudicarselo è proprio il Timão grazie a un espediente adottato dal presidente Matheus. Quest’ultimo convoca i dirigenti del Tricolor Paulista per discutere di un’altra operazione di calciomercato, mentre lui in persona va a prendere il giocatore a Ribeirão, per portarlo via e fargli firmare il contratto.

[…] Mentre incanta con il Corinthians, Socrates assurge al ruolo di protagonista anche con la maglia del Brasile. Dopo il 3° posto nella Copa America 1979,  la Seleçao è attesa come grande favorita ai Mondiali del 1982 in Spagna. ‘Il Dottore’, che porta sulle spalle il suo n°8, è il capitano e il leader di una squadra stellare, che a centrocampo oltre a lui schiera campioni del calibro di Toninho Cerezo, Falcão e Zico. Telé Santana lo utilizza da playmaker, con Zico più avanzato. Il Brasile parte contro l’U.R.S.S. ed è una gara difficile. I sovietici passano in vantaggio, ma è proprio il capitano ad avviare la rimonta dei verdeoro nel finale. Su rinvio corto della difesa, Socrates intercetta la sfera e fa qualcosa di sensazionale: dribbling secco a liberarsi del suo marcatore, finta e sassata imparabile che si infila all’incrocio dei pali.

[…] Fino a quel momento aveva rifiutato le molte offerte per non abbandonare il club e la lotta, ma dopo la grande delusione  decide di andare a giocare in Serie A, con l’ambiziosa Fiorentina. Accetta così l’ offerta dei Conti Pontello, che per rilevare il suo cartellino versano nelle casse del Corinthians 5 miliardi e 300 milioni di Lire. A condurre la difficile trattativa è il Direttore generale viola, Tito Corsi. “Credo che la Fiorentina abbia realizzato un acquisto straordinario.   – dichiara il presidente Ranieri Pontello a ‘La Repubblica’ –  Socrates è uno dei più forti giocatori del mondo, è fra i primi 4-5 fuoriclasse. Non voglio parlare di cifre, ma posso dire che il brasiliano è costato quanto un giocatore italiano di alto livello e sicuramente meno di Rummenigge. Comunque, è una cifra non spropositata”.

[…] Socrates fa una partitella da libero, prima dell’ esordio ufficiale in casa contro la Casertana in Coppa Italia il 29 agosto. I tifosi viola lo accolgono con 10 mila candeline accese in Curva Fiesole  e in campo è un boato ad ogni tocco di palla del ‘Dottore’.  Il brasiliano, in un clima di gran festa, decide di deliziare il suo pubblico con il celebre colpo di tacco, ma per poco non manda in porta un semisconosciuto centrocampista dei campani. Finisce 1-1, con vantaggio ospite e pareggio su rigore di Passarella. “Per fare i goal occorrono i cross, il gioco delle ali, – commenta l’ex Corinthians – proprio l’esatto contrario di quello che abbiamo fatto con la Casertana. Per quello che mi riguarda mi sono reso conto che forse avrei fatto meglio a seguire la squadra anche quando era in trasferta. Per conoscerla meglio, per capire più cose. Già ho difficoltà ad inserirmi negli schemi tattici, così al buio è stato ancora peggio”.

[…] È l’ultima sua partita con la maglia viola. A fine stagione, dopo 33 presenze e 9 goal complessivi, 25 partite e 6 reti in Serie A, getta la spugna, rinuncia a cercare il riscatto e preferisce riabbracciare il calore del Brasile. I toscani chiudono con un modesto 8° posto finale e l’ex capitano del Brasile sa di aver fallito.

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