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La Penna degli Altri

La prima schedina nata tra le macerie della guerra

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GAZZETTA DI BARI (Antonucci Gianni) – Era il mese di maggio 1946, 74 anni fa, la guerra, il grande secondo conflitto mondiale, era finito da poche settimane. Nel Paese la situazione era difficilissima […]

Lo stipendio più alto di un impiegato statale oscillava tra le 10 e le 13mila lire al mese. I prezzi del calmiere di alcuni fra i principali prodotti erano: 50 lire al kg il pane, 530 lire per un litro d’olio, 670 lire un kg di burro, 480 lire al kg il filetto di carne, 400 lire al kg il formaggio, 20 lire l’una le uova, 20 lire al kg le patate, 58 lire un litro di vino. In questa Italia di rinunce e di umiliazioni veniva introdotta nel mondo del calcio la prima schedina con slogan: il concorso pronostici per la rinascita dello sport. La proposta partiva dalla Sisal. I rappresentanti di questa società si erano presentati al Coni col progetto di un concorso pronostici tutto sulle partite di calcio. La schedina era già stata ideata da tre giornalisti: Massimo Della Pergola, Fabio Jagher, e Geo Molo, ma era stato solo Della Pergola in un lager militare da prigioniero dei tedeschi che aveva avuto l’idea della schedina. A gennaio 1946 il ministero degli interni avallava il progetto del concorso e due settimane dopo il Coni affidava la gestione alla Sisal. La prima schedina veniva stampata a seguito dell’autorizzazione in data 26 aprile 1946. Era un esemplare prova che trovava attuazione con le partite di calcio in programma il 5 maggio. Era la prima schedina in senso assoluto dove era inserito anche il Bari che avrebbe affrontato il Napoli al «Della Vittoria» per la fase finale del primo campionato «a singhiozzo» del dopoguerra […] La prima schedina, quindi, fu annunciata con i risultati dalla voce di Niccolò Carosio, il popolare radiocronista sportivo. Quel Bari inserito nella prima schedina, giocò col Napoli […] Finì 2-2 e quella partita è rimasta nella storia anche perché la schedina fu azzeccata nei 12 risultati previsti da Emilio Biasetti di Milano che incassò ben 464mi1a lire, un importo che consentiva all’epoca di comprare tranquillamente un appartamento.

foto http://sisal.ilgiornale.it/

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