GLIEROIDELCALCIO.COM (Rocco Calandruccio) – È bello raccontare le vittorie della propria squadra, ma nel calcio come nella vita ci sono anche le sconfitte. La Reggina nella sua gloriosa storia ha sempre regalato tante gioie ai propri tifosi, come anche delle delusioni. Tra queste c’è lo spareggio promozione per la Serie A, disputato il 25 giugno del 1989 sul neutro di Pescara, perso ai rigori contro la Cremonese di Lombardo e Chiorri. Gli amaranto di Nevio Scala, avevano festeggiano l’anno prima la promozione in cadetteria, conquistata nello spareggio contro la Virescit Boccaleone. Nel campionato di Serie B, stagione 1988/1989, la Reggina da matricola qual era non si presentava certo tra le candidate per la massima serie, considerate le corazzate presenti. Quella Reggina aveva dalla sua, un gruppo unito e un forte senso di appartenenza alla maglia, che gli consentiva di poter andare oltre ogni ostacolo, ed è così che è stato. La Reggina di Scala che dopo aver sbalordito tutti in Serie C1, si era ripetuta anche in un campionato difficilissimo come quello di Serie B. Il salto di categoria non era stato per nulla accusato da una Reggina, composta da grandi uomini che non vedevano l’ora di scendere in campo la domenica per divertirsi e far divertire il proprio pubblico. Bomber Onorato e compagni, si divertivano talmente tanto da arrivare a sfiorare fino all’ultima giornata una storica promozione in Serie A. Eh si, proprio così, negli ultimi novanta minuti di quel campionato, la Reggina per quasi 90 minuti era in Serie A, grazie alla rete di Raggi, realizzata al vecchio Comunale, contro il Padova. La rete del centrocampista amaranto, stava per diventare storia, in virtù della momentanea sconfitta della Cremonese a Licata, ma i lombardi riuscirono a pareggiare nell’ultimo quarto d’ora con Lombardo, facendo crollare i sogni degli amaranto. La classifica finale, obbliga Reggina e Cremonese a giocarsi lo spareggio promozione, a discapito del Cosenza penalizzato dalla classifica avulsa. Le due formazioni si sfidarono all’Adriatico di Pescara, invaso da 23 mila reggini giunti in Abruzzo per spingere la propria squadra verso un traguardo storico, che mai era stato raggiunto prima. La Cremonese aveva qualcosa in più sotto l’aspetto tecnico, ma doveva fare i conti con la muraglia amaranto e con una Reggina che voleva compiere ad ogni costo questo storico doppio salto. Fu una partita molto equilibrata e tirata come d’altronde c’era da attendersi. Il match rimase bloccato sullo 0-0, non bastarono nemmeno i tempi supplementari per decretare chi tra Reggina e Cremonese sarebbe dovuto andare in A. Furono necessari i calci di rigore, una vera lotteria che purtroppo per i calabresi premiò la Cremonese, ancora con Lombardo che realizzò il penalty decisivo, consentendo ai grigio rossi di andare in Serie A. La delusione dei giocatori e dei 23 mila presenti all’Adriatico fu davvero enorme. C’era una città che fino all’ultimo ha cullato fortemente il sogno di conquistare quella tanto desiderata Serie A, arrivata comunque dieci anni dopo. Quello sfortunato spareggio, chiuse il ciclo di Nevio Scala a Reggio Calabria e anche quello di alcuni giocatori, protagonisti di un biennio straordinario.
Tutti loro della banda della Scala, hanno comunque fatto la storia della Reggina, facendo vivere ad un’intera città due anni emozionati e ricchi di soddisfazioni: Rosin, Bagnato, Attrice, Armenise, Sasso, Mariotto, Lunerti, Guerra, Catanese, Raggi, Onorato, Dadina, Tovani, Danzè, Visentin, Cotroneo, Garzya, Orlando. A distanza di 31 anni, l’intera città porta nel cuore questi campioni e lo farà sempre, perché lo meritano per quello che hanno dato a Reggio Calabria, perché la storia sono loro ed ogni reggino glie ne sarà per sempre grato.