GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – “Patetico benservito della Juve a Salvadore”, questo il titolo di un articolo sulla Gazzetta dello Sport del 26 giugno 1974. La società bianconera addirittura gli regala il cartellino e accompagna il tutto con un comunicato: “La Juventus, nel rispetto del programma enunciato quattro anni fa, proseguirà anche nella prossima stagione sportiva al graduale rinnovamento con l’inserimento di giovani giocatori nella rosa di prima squadra…”. Seguono i ringraziamenti per i dodici anni di onorato servizio con la Vecchia Signora. Alla fine dell’articolo si legge un trafiletto in cui si annuncia che in mattinata ci sarà la presentazione di Gaetano Scirea, appuntamento alle ore 10 allo stadio Comunale. Insomma, in maniera contestuale si liquida Salvadore e si sostituisce con il giovane e promettente (Dio solo sa quanto) ex atalantino.
E il ragazzo, con l’investitura di nuovo libero, infatti si presenta e si confessa. Una cinquantina di tifosi sono lì ad accoglierlo e ne nasce subito una pacata conversazione… “Un’accoglienza perfettamente intonata col carattere del giovanotto, che è taciturno come il suo predecessore, che non ama la notorietà, che non si è montato la testa nonostante sia uno dei pezzi più costosi del mercato…” (Cit. La Gazzetta dello Sport, 27 giugno 1974).
Le sue prime parole da giocatore della Juventus sono improntate al rispetto, alla calma, al buon senso. Al contempo è molto deciso e sa ciò che vuole. Sa perfettamente del carico di responsabilità che ora ha e quanto la nuova società si aspetti da lui: “Non è facile rimpiazzare un asso come Salvadore che è stato una colonna della Nazionale… Vengo tuttavia a Torino con la ferma convinzione di impormi… Sono un tipo sufficientemente freddo. Non mi emoziono anche se ho appena ventidue anni e sono calcisticamente vissuto soltanto nell’ambiente dell’Atalanta… Soprattutto avrò alle spalle un grande campione: Dino Zoff… Devo acquisire maggiore esperienza, migliorare nel gioco di testa e soprattutto “entrare” con più cattiveria. Questo era il rimprovero che mi rivolgeva sempre Heriberto Herrera”.
Ciò che succede dopo lo sappiamo, vince tutto ciò che si può vincere, con la Juventus e con la Nazionale. Un autentico fuoriclasse, in campo e fuori. Dotato di rara eleganza, diventa uno dei maggiori interpreti del ruolo di libero. Mai una espulsione in un ruolo davvero delicato, circostanza che esprime in maniera chiara il suo modo di giocare. Scirea aveva “una moderazione tipica del grande artista”, per dirla alla Brera. Un artista che abbiamo salutato troppo prematuramente.
Classe ’68, appassionato di un calcio che non c’è più. Collezionista e Giornalista, emozionato e passionale. Ideatore de GliEroidelCalcio.com. Un figlio con il quale condivide le proprie passioni. Un buon vino e un sigaro, con la compagn(i)a giusta, per riempirsi il Cuore.