GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto) – Sabato scorso Livorno-Pisa è andata in scena otto giorni prima del ventesimo anniversario dalla scomparsa di Romeo Anconetani, il quale non riuscì a portare a termine la fusione tra nerazzurri e amaranto: doveva nascere il Pisarno, dotato di stadio di proprietà con all’interno ristorante e centro commerciale, ma la rivalità fra le due tifoserie gli impedì il progetto. Triestino di nascita e toscano d’adozione, Anconetani fece il suo ingresso nel mondo del calcio alla fine degli anni Quaranta. Iniziò a lavorare come segretario sportivo soprattutto in provincia di Firenze e sul finire del decennio successivo venne ritenuto colpevole di illecito sportivo e radiato dalla Federcalcio. Ma non voleva lasciare il mondo del calcio e decise di aprire un ufficio di consulenza calcistica. A lui si rivolgevano in tanti perché, all’indubbio ”occhio’ da talent scout, Anconetani abbinava un formidabile archivio contenente informazioni tecniche di decine di migliaia di calciatori. Essendo squalificato, doveva lavorare sotto traccia e parecchi club si avvalevano della sua consulenza. “E’ al fianco di Raggio di luna Selmosson a Roma e poi di Claudio Sala, il futuro poeta del gol al suo arrivo a Torino. È mister cinque per cento, tanto guadagna da ogni affare” (Cit. La Gazzetta dello Sport, 4 novembre 1999). A metà anni Settanta il figlio Adolfo divenne direttore sportivo della Lucchese e Romeo Anconetani continuò a manovrare più o meno nell’ombra: nell’ambiente tutti sapevano chi era e tutti conoscevano la sua abilità, molti si rivolgevano a lui, però il suo nome -ufficialmente- non turbava i sogni di chi, in Federazione, avrebbe dovuto vigilare… Nel 1978 acquistò il Pisa sotto le mentite spoglie di… Adolfo, il quale ne divenne presidente per restarne fino al 1982, quando in seguito alla vittoria dell’Italia al Mondiale arrivò l’amnistia federale che cancellò ogni squalifica. A quel punto Romeo poteva agire alla luce del sole, prendendo il Pisa dalla Serie C e accompagnandola fino alla A, nella quale disputò sei campionati nel periodo tra il 1982 e il 1991. “Un presidente che, dopo la morte di Costantino Rozzi, è stato l’ultimo padre-padrone di una società. Di un calcio diverso, che aveva comunque qualcosa di romantico” (Cit. La Stampa, 4 novembre 1999).
Risiedo nel basso Lazio, precisamente nel comune di Itri, cittadina che ha dato i natali a Mario Pennacchia. La mia passione per il calcio forse e' data dalla data di nascita: 7 settembre, come il Genoa, Tomas Skuhravy, Marcel Desailly,
Pedro 'Piedone' Manfredini... Per GliEroidelCalcio.com da lettore a collaboratore