LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Ogni tifoso romanista, e non solo, ha sentito parlare almeno una volta della “Colletta del Sistina”: magari non ne conosce i risvolti e le particolarità, non riesce a collocarla storicamente, ma sa che ad un certo punto delle vicende giallorosse questo termine ha avuto un suo significato ben preciso e dai contorni grotteschi. Di seguito i fatti!
Siamo nel periodo che precede di poco il Natale del 1964 e l’As Roma ha un passivo che sfiora i due miliardi di lire; per dare una misurabilità al debito basti pensare che lo stipendio di un operaio all’epoca era di 86.000 lire circa! Il Presidente Marini Dettina, in carica dal 1 Luglio del 1962, aveva già ereditato un pesante bilancio in rosso di oltre 900.000.000 di Lire e, complice un’ambizione sfrenata nel fare della Roma una squadra che potesse competere con il “Nord”, aggravò ancor di più i bilanci con alcune operazioni di mercato quantomeno discutibili: puntò su nomi altosonanti per l’epoca come John Charles, ormai sul classico viale del classico tramonto, e Angelo Benedicto Sormani, mister “Mezzo Miliardo”. In modo particolare quest’ultima operazione diede grande, grandissima speranza ai tifosi ma finì per compromettere forse definitivamente le casse sociali.
I componenti della rosa avevano già dato segni d’insofferenza verso questa situazione rifiutandosi di andare in ritiro alla vigilia dell’incontro con lo Zagabria valido per la Coppa delle Fiere e minacciando di scioperare per la partita del 22 Dicembre contro la Juventus all’Olimpico a meno di garanzie sui pagamenti arretrati. I calciatori rivendicavano gli ingaggi della stagione in corso e, alcuni, anche della stagione precedente oltre ai premi partita, non ultimo quello per la vittoria della Coppa Italia a Torino del 1° Novembre. La Lega Calcio verso la metà di Dicembre intervenne per scongiurare che la situazione della Roma potesse degenerare, anticipando di fatto alcuni crediti che il club giallorosso vantava nei confronti di altre squadre per cessione di giocatori, incassi delle partite etc. La Lega si cautelò “bloccando” gli incassi delle successive gare, e si riservò ovviamente il diritto di rivalsa verso le società delle quali aveva anticipato alla Roma gli importi.
La Roma da questa soluzione con la Lega riuscì a far fronte ad alcune spese correnti e al pagamento di una buona parte di arretrati, ma la situazione economica restava comunque grave.
Il 30 Dicembre la Roma si allena al Tre Fontane, in vista della difficile trasferta di Vicenza e Lorenzo, al termine dell’allenamento stesso, si avvicina alla rete dove sono assiepati i tanti tifosi e nel discorso annuncia che la situazione è talmente grave che le casse vuote non permetteranno di andare in trasferta. Il cuore dei tifosi raccoglie subito una piccola somma, ma si organizza qualcosa di più “serio” per l’indomani mattina. L’appuntamento è al Teatro Sistina, messo a disposizione da Garinei. Lo stesso Giacomo Losi “Er Core de Roma”, il capitano della Coppa delle Fiere del ’61, si ritrova suo malgrado a girare tra i tifosi a raccogliere le offerte. Alla fine si raccolsero circa 700.000 mila lire. Il presidente Dettina, ignaro della colletta rifiutò la somma, ma le polemiche dei suoi oppositori divamparono.
Il ricordo del Presidente Marini Dettina è associato a questo momento davvero basso, forse uno dei più bassi, anche se con lui si è vinta la prima Coppa Italia (Novembre ’64). Per la cronaca il Presidente dell’AS Roma fu anche ufficiale della “Folgore”, insignito della medaglia d’Argento per il valor militare per un’impresa durante la famosa battaglia di El Alamein.
A Vicenza, come poi in molti altri stadi della penisola, la Roma venne accolta dal lancio di monetine e anche il risultato non ci diede ragione: Vicenza 1 Roma 0!
La Roma concluse il campionato 1964/65 al nono posto con 31 punti, a sole tre lunghezze dalla zona retrocessione.
Anche la rivista Kicker (la rivista sportiva più importante della Germania) diede risalto alla crisi della Roma e alla colletta organizzata da Lorenzo, con le inevitabile critiche a tutto il calcio italiano…..nulla di nuovo! È sicuramente questa una delle pagine più buie e al contempo grottesche della storia Giallorossa ma, comunque la si pensi, i tifosi romanisti ancora una volta erano lì …..pronti ad un gesto d’amore che non ha precedenti nel mondo del calcio. Il “Ti Amo” del Derby dell’Ottobre ‘83 ha radici lontane…..!!!!