GLIEROIDELCALCIO.COM (Luca Negro) – Il 31 gennaio del 1976 nasceva a Salonicco, in Grecia, Traianos Dellas. Ragazzone dal fisico imponente e scultoreo, destinato ad entrare nella storia del calcio internazionale e divenire immortale al pari di un dio per tutti gli appassionati sportivi greci. Difensore centrale, mosse i primi passi nell’Aris arrivando in prima squadra a soli 16 anni, con cui fece il suo debutto da professionista nel 1994 all’età di 18 anni. Tornato alla casa madre, ebbe la sua consacrazione nella stagione 96/97. I suoi 4 gol in 21 partite nella massima serie greca, non passarono inosservati. Le sue ottime capacità di inserimento e i suoi 196 centimetri per 85 chilogrammi, che caratterizzavano la stazza eccellente, attirarono l’attenzione di club inglesi come lo Sheffield United, club di first league division, che nell’estate del 1997 prelevò il suo cartellino dall’Aris per circa 400mila euro. Nel biennio inglese però l’ambientamento non fu facile, nonostante la presenza del connazionale Vassilis Borbokis e i risultati non furono esaltanti. La prima stagione, la 97/98, travagliata per la squadra, con l’alternanza di ben 3 allenatori e un ruolo al limite del comprimario.
Ma nel maggio del 1998, nei campionati europei under 21 in Romania, Traianos accarezzò il sogno, che sarebbe poi divenuto realtà qualche anno dopo con la nazionale maggiore. La giovane nazionale greca di categoria fu la grande rivelazione del torneo e dopo aver battuto la Germania 1-0 nei quarti di finale e l’Olanda con un secco 3-0 in semifinale, si inchinò nella finale di Bucarest del 31 maggio 1998, alla Spagna. Nella stagione successiva, la 98/99, con Steve Bruce alla guida dello Sheffield United, Traianos riuscì a ritagliarsi maggiore spazio, riuscendo a mettere a segno anche 3 gol durante il campionato, che si concluse però, con un piazzamento deludente. Il giocatore fu attirato così dall’idea del ritorno in patria e ad attenderlo ci fu l’A.E.K. storico club greco della capitale che rilevò gratuitamente il suo cartellino. Ad Atene ebbe così inizio l’ascesa verso la gloria in un biennio caratterizzato dalla conquista della coppa di Grecia nella primavera 2000 e il debutto nella nazionale maggiore del 25 aprile 2001 in Croazia, subentrando al 75° minuto, nell’amichevole pareggiata contro i padroni di casa. Segnalato dagli osservatori del Perugia, venne prelevato a parametro zero dal club umbro nell’estate del 2001. A Perugia trovò i connazionali Dimitris Nalitzis e Zisis Vryzas e una squadra che, sotto la guida di Serse Cosmi, avrebbe dato vita ad un ottimo campionato concluso all’ottavo posto. Ma per Traianos, in realtà, la stagione fu breve e travagliata.
Dopo le prime otto presenze nelle quali riuscì a mettersi in mostra, tanto da attrarre l’attenzione della Roma, finì fuori rosa per disaccordi contrattuali col vulcanico presidente Luciano Gaucci e nell’estate del 2002 fu proprio la Roma di Franco Sensi, allenata da Fabio Capello a prelevarlo a costo zero. Soprannominato Ciclope dai tifosi giallorossi, non riuscì ad alzare alcun trofeo con la maglia della Roma. Ebbe nel Milan allenato dall’ex giallorosso Carlo Ancelotti, il club principale antagonista di quel periodo storico. Contro il Milan la sua Roma perse la doppia finale di coppa Italia nel 2003 e il duello per la conquista dello scudetto nel 2004, arrivando secondo proprio dietro i rossoneri, ma il 2004 fu il suo anno magico, l’anno che lo rese immortale e che consegnò la nazionale greca guidata dal tecnico tedesco Otto Rehhagel, contro ogni pronostico, alla storia del calcio, con la conquista del campionato europeo disputato in Portogallo. Il “Ciclope” fu determinante nella coriacea squadra sistemata in campo. L’allenatore tedesco riuscì a trarre il massimo da ogni suo giocatore e quella Grecia abbatté avversari ben più quotati, uno dopo l’altro. Arrivati secondi in un girone che comprendeva il Portogallo padrone di casa di Cristiano Ronaldo, Figo e Deco, la Spagna e la Russia, ottenendo l’unica vittoria all’esordio, proprio contro il Portogallo, come per un segno premonitore, i greci batterono poi la Francia nei quarti di finale e la Repubblica Ceca in semifinale, proprio con un gol di Traianos Dellas, per conquistare poi il trofeo proprio contro il Portogallo padrone di casa, con un colpo di testa di Angelos Charisteas. Un successo incredibile e inaspettato.
E l’allora ventottenne Dellas fu votato miglior difensore della competizione. L’apice della carriera e probabilmente molto di più, perché le gesta di quella nazionale e degli eroi che la composero, saranno raccontate e tramandate di generazione in generazione, come i racconti epici di Omero. Immortali come dei dell’Olimpo. Il vero e più autentico significato acquisito dalle parole apoteosi e gloria. Sentimenti di impareggiabile bellezza che neppure la travagliata stagione 2004-05 della Roma al ritorno in Italia, poterono in qualche modo intaccare. Dopo 67 partite ufficiali in maglia giallorossa, nell’estate del 2005, svincolato, decise per il ritorno in Grecia, proprio all’A.E.K. che lo aveva consacrato, trasferendosi poi a Cipro nelle file dell’Anorthosis, dopo 3 stagioni avare di trofei e soddisfazioni, nell’estate del 2008 fino all’estate del 2010. Durante tale periodo si tolse altre grandi soddisfazioni con la maglia della nazionale greca, contribuendo, ancora sotto la guida tecnica di Otto Rehhagel, alla qualificazione ai campionati mondiali sudafricani del 2010 disputando in Israele la sua ultima partita con la maglia della Grecia il 28 marzo 2009.
Tornò nell’estate del 2010, all’età di 36 anni nuovamente all’A.E.K. di Atene, club di cui è un’icona e proprio in maglia giallonera vinse l’ultimo trofeo della sua carriera, la coppa di Grecia nel 2011, ritirandosi poi dal calcio l’anno successivo, all’età di 37 anni. Ha totalizzato 53 presenze in nazionale segnando un unico gol, ma pesante e decisivo come pochi altri e raggiunto un traguardo che per illustri campionissimi è stato solo una chimera. Oggi, il “ciclope”, è un allenatore di calcio, alla seconda stagione alla guida del Panaitolikos, con il solo cruccio di non essersi riuscito ad imporre durante il breve periodo alla guida tecnica del suo amato A.E.K. Il suo lavoro diplomatico consentì alla Roma, nell’estate del 2014, di arrivare per prima a mettere le mani sul cartellino dell’allora giovane difensore dell’Olympiakos, Kostas Manolas.