45 anni fa, l’addio al calcio di Gigi Riva
09 aprile 1977. Un giorno triste per i tifosi del Cagliari e del calcio italiano. 45 anni fa, “Rombo di tuono” Gigi Riva lascia il calcio giocato da autentica bandiera della squadra sarda e da miglior marcatore della storia della Nazionale (nessuno è ancora riuscito a batterlo).
Dopo più di un anno di inattività, l’ultima partita infatti la gioca nel 1976 contro il Milan dove subisce un grave infortunio e da quel momento non riesce più a recuperare.
Idolo di una patria. Un uomo che ha portato i rossoblu a vincere uno scudetto memorabile. L’Italia anche grazie ai suoi gol riesce a staccare un pass per la finale nel ’70. Controverso, riservato ma in campo dava tutto e le due imprese citate in precedenza ne sono la dimostrazione.
Il suo discorso
Le parole di Riva, in quel giorno, nascosero un mix di tristezza. In lui, però, c’era anche la consapevolezza che il calcio è la sua vita e che ci sarebbe rimasto dentro in qualche modo.
Ecco le sue parole:
“Magari mi piacerebbe a fine campionato fare una partita con il Cagliari contro una squadra con Mazzola, Rivera, Cera, Albertosi, De Sisti e Bulgarelli e altri della mia generazione. L’incasso potrebbe essere dato in beneficienza. Lo avevo già detto nei giorni scorsi che la decisione era ormai matura. E’ frutto di molti mesi di riflessioni ma penso che non ci fosse altro da fare.
Certo, avrei ancora potuto giocare qualche partita ed essere utile ai miei compagni nel battere i calci di punizione o i rigori ma il mio apporto sarebbe stato modesto. Se mi avessero aiutato il mio recupero sarebbe potuto essere migliore. Non parlo dei tifosi che mi sono stati sempre vicini, ma dell’ambiente. Non voglio fare polemiche perché ritengo che, quando uno decide di andarsene, deve farlo in punta di piedi ringraziando tutti per quello che gli hanno dato. Però in questo periodo sono stato lasciato in balia di me stesso. Nessuno è venuto a darmi un aiuto, a dirmi una parola ».
Come detto in precedenza e come dicono le sue parole si nota il rammarico per un ambiente che non lo ha sostenuto. Oltre a questo c’è anche la consapevolezza che, in quel momento, non poteva dare ai suoi compagni quello che lui, in passato è riuscito a dare per i sardi.
45 anni sembrano tanti ma se pensiamo che nessuno è riuscito a superare il suo record li fanno sembrare di meno.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Dentico Davide)