La Penna degli Altri

Le pazze e spregiudicate parate di Bepi Moro

ILFOGLIO.IT (Alberto Facchinetti) – Un portiere dalla carriera controversa e molto discussa, fatta di “cattivi” rapporti con allenatori, dirigenti e presidenti. L’ombra delle partite truccate e i tanti cambi di società: Treviso, Padova, Alessandria e Verona tra C e B, ma anche la serie A con Fiorentina, Bari, Torino, Lucchese e Sampdoria e Roma. La storia di un portiere ricordato per il rendimento altalenante e per delle grosse papere che lasciarono sempre il sospetto di essere volute. In questo articolo de ilfoglio.it, a firma Facchinetti, si ripercorre quella parte della sua vita in Africa in cerca di un “ingaggio” da allenatore per sbarcare il lunario dopo aver dilapidato le sue fortune in investimenti sbagliati. Riportiamo i tratti salienti…

[…] Il mitologico portiere Bepi Moro, dopo una carriera di parate miracolose e papere colossali, si trova a metà anni Sessanta in esilio calcistico in Tunisia. A un centimetro dal fallimento economico e umano, ha trovato una squadra in Africa grazie al collega Vincenzo Monaldi, che già lavorava là. Moro fa l’allenatore da qualche mese a Ebba Ksour e vinto dalla nostalgia ha da poco portato con sé moglie e figli. Ora è proprio Alberto, non ancora maggiorenne, a fare il suo esordio nel campionato di terza divisione tunisina. Alberto è un portiere come suo padre e Bepi dà le ultime indicazioni prima di buttarlo nella mischia.

[…] “Come portiere – racconta oggi Alberto – assomigliavo a mio padre nella presa, ma come tutti i figli dei campioni, mi è pesato il fatto di essere sempre messo al suo confronto. Papà mi è stato d’aiuto. Quando siamo andati in Tunisia, perché aveva trovato lavoro come allenatore là, mi fece esordire il giorno in cui il portiere titolare era indisponibile”.

[…] Bepi fu uno dei migliori portieri della sua generazione, quella che ha avuto la tragedia di Superga come spartiacque. Di sicuro il migliore pararigori, è stato protagonista di partite memorabili in Nazionale contro l’Inghilterra. Ma fu anche un personaggio molto discusso all’interno di questo mondo.

[…] “Sono stato un pazzo, uno sregolato, un debole, uno spregiudicato, un illuso, uno sventurato”, disse di sé Bepi. Da quelle interviste esce un uomo davvero disperato, rimasto senza soldi e senza amici, ma anche una persona che appare sincera, sicuramente oltre la media sempre abbastanza omertosa dei suoi colleghi. Pennacchia, che poi è diventato uno dei più importanti giornalisti sportivi in Italia, scrive di una nomea di corruttibilità che segue ovunque Moro, dopo aver ricevuto premi per vincere, premi per perdere, e mandato a monte partite già concordate per il gusto di una parata. Chiuso un investimento disastroso su un bar di Roma, a Moro non resta che la Tunisia. Per tre anni lavorerà lì, prima di fare ritorno nelle Marche e morire nel 1974. […]

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Redazione

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