(GIOCOPULITO.IT di Paolo Marcacci – Foto MARCA)
Ritratto di Didi a cura di Gioco Pulito. Ecco un estratto.
[…] Una sola volta, lo presero, Valdir Pereira, sotto il ginocchio; il taglio fu così profondo da provocare una brutta infezione, al punto che gli prospettarono l’amputazione. Non andò così, alla fine, dopo mesi di sedia a rotelle, ma in un certo senso non passò mai del tutto: si sarebbe portato sempre appresso un dolore latente, come un monito per rammentargli il luogo da dove veniva.
[…] Se ancora ai nostri giorni, quando si nomina il Brasile, lo si percepisce come la squadra di tutti, lo si deve al fatto che un Pelé ragazzino cominciò a essere portato a spasso da un maestro di gioco. E non è un caso che O’Rey, prima ancora di diventare tale, pianga d’incredulita proprio sulla spalla di Didì, dopo il triplice fischio di Stoccolma, al termine della finale del 1958.
[…] Tutto il resto racconta di un’innata eleganza, del Botafogo più grande di sempre, di un Real Madrid in cui Di Stefano ebbe paura di farsi offuscare dalla sua classe e per questo volle ignorarlo, in campo e fuori; di tre mondiali disputati e due Coppe Rimet alzate al cielo. […] Di lui Pelé disse che – A volte fintava un passaggio da una parte per poi incrociarlo dall’altra, era come se fosse troppo intelligente.
Vai all’articolo originale