(IL GAZZETTINO di Edoardo Pittalis)
[…] La prima figurina stampata è quella di Bruno Bolchi, capitano dell’ Internazionale, lo ricordano più per questo che per lo scudetto e la Coppa Campioni. In campo lo chiamano “Maciste” per il fisico imponente. Lavorano su una foto in bianco e nero sulla quale dipingono a mano le strisce nere e azzurre. L’idea è venuta ai quattro fratelli Panini di Modena: Giuseppe, Benito, Umberto, Franco Cosimo il più giovane. Otto figli, orfani di padre; anche le sorelle hanno nomi che risentono del tempo: Edda… […]
[…] I fratelli Panini hanno capito quello che a tanti piccoli editori era sfuggito: questa è l’Italia del miracolo economico che pub trasformare i sogni in realtà. E quello del calcio è un grande sogno popolare e collettivo, rilanciato dalla televisione e dalla radio, è appena nato “Tutto il calcio minuto per minuto”, la gente può seguire i risultati in tempo reale. La schedina del Totocalcio è la sola che può distribuire ogni domenica sera un pezzo di sogno milionario. Giocare a pallone è l’aspirazione di ogni bambino, in ogni angolo dove ci sia lo spazio per sistemare due pali, che poi bastano i libri uno sopra l’altro o due cartelle a marcare la porta. Metà di quelle figurine raccontano storie piccole o grandi di calciatori venuti dalle Tre Venezie. Il calcio parla veneto o friulano forse perché, come dice il geografo Nangeroni nel suo testo in uso in tutte le scuole, gli abitanti di queste regioni sono robusti, alti di statura e poi si sacrificano volentieri e difficilmente protestano. […]
[…] Gianni Brera spiega: «Gli abitanti del Veneto sono di gran lunga i più belli e aitanti fra gli italiani … Sono belli, vigorosi, generalmente buoni di indole». Non c’è nell’album una sola squadra di serie A senza giocatori “rassa Piave”. […]