TUTTOSPORT (Tony Damascelli) – […] era il giorno dodici, Artemio Franchi stava viaggiando a bordo di una Fiat Argenta con una idea precisa: fare sì che la sua contrada, quella della Torre, tornasse a vincere il Palio dell’Assunta. […] Fu vana l’attesa dei contradaioli, l’Argenta andò a sbattere contro un camion, era le sette e dieci di quel pomeriggio e finì la vita del più grande dirigente che il calcio italiano e sportivo abbia avuto nella propria storia.
[…] Studiava e si aggiornava su regolamenti e norme, lo vollero come segretario della Fiorentina, […] divenne capo delegazione della nazionale azzurra allo sciagurato mondiale in Cile, con l’arbitro inglese Aston che fece cose sguaiate contro gli italiani mentre i cileni picchiavano di brutto. La federcalcio traballò […] Artemio Franchi, sul nido del cuculo, venne nominato presidente. Il primo atto rivoluzionario fu la chiusura delle frontiere, gli stranieri soffocavano il vivaio nostrano (rob de matt, oggi Franchi partirebbe in esilio). La decisione politica portò al riscatto, Gigi Riva fu il simbolo della rinascita, il nostro Sessantotto fu la vittoria dell’europeo, Franchi ne fu l’artefice, l’Uefa gli assegnò la massima carica cinque anni dopo, di conseguenza si aprì la porta della Fifa e Joao Havelange lo designò come erede. Poi il camion sulla statale 438 concluse il progetto, il sogno, l’avventura. […]
Articolo pubblicato su Tuttosport del 13 agosto 2019