CORRIERE.IT – In un articolo sul Corriere della Sera, Luca Telese (autore del libro “Cuori Rossoblu” ) racconta degli aneddoti sull’incontro tra Riva e De Andrè nell’anno dello storico scudetto 1970.
[…] Quando Riva era partito dalla Lombardia lo zio gli aveva detto: «Se ti trasferiscono lì, qualcosa di male devi pur averlo fatto». E quando Riva iniziò ad affermarsi, a suon di gol, nacque un rapporto strano e asimmetrico con Graziano Mesina, uno dei massimi esponenti del banditismo sardo, che non avrebbe mai incontrato negli anni Sessanta ma che con regolarità metodica da tifoso sfegatato gli scriveva lettere dalla latitanza (firmate con il suo nome) prima di ogni partita.
[…] Riva era preoccupato per questa corrispondenza […] Dei sequestri dell’Anonima sono piene le pagine dei giornali di quei roventi mesi tra il 1969 e il 1979 […] Nessuno viene risparmiato. Fabrizio De André […] e sua moglie Dori Ghezzi vengono rapiti dall’Anonima sequestri… […] solo dopo il versamento di un imponente riscatto, 550 milioni di lire — vengono rilasciati… […] …E c’è proprio Fabrizio De André tra le pochissime persone che Gigi Riva vuole ardentemente conoscere. […] …provate a chiudere gli occhi e a figurarvi la scena: i due uomini del silenzio, che arrivano da due mondi completamente diversi, chiusi, introversi, che si incontrano senza essersi mai visti prima, […] Servì un contributo di quattro bicchieri di whisky e non so quante sigarette per sbloccare la situazione».
[…] De André regala una chitarra a Gigi, lui contraccambia con la leggendaria maglia bianca numero 11… […] «Non ho più rivisto Fabrizio» […] «Ma le sue canzoni ho continuato a sentirle e ad amarle»
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