GLIEROIDELCALCIO.COM (Maurizio Medulla) – La Sampdoria ha avuto nella sua storia tanti grandi giocatori e tante coppie illustri, la più famosa, la più celebre, sicuramente quella di Vialli e Mancini, ma voglio partire dagli albori, da quel calcio che io definisco di atleti ed eroi, il calcio della domenica alle 14,30, il calcio vissuto sugli spalti o ascoltato alla radio nei bar, aspettando i risultati della schedina del totocalcio.
Uno dei grandi della Sampdoria resta ancora oggi Giuseppe Baldini che insieme ad Adriano Bassetto fece parte dell’attacco atomico degli anni ‘40.
Era il calcio giocato in undici, dove non esistevano le sostituzioni, se s’infortunava un giocatore rimanevi in dieci a combattere. Lo stesso portiere usciva e veniva sostituito da uno dei compagni presenti in campo.
Era un calcio “ vero “ fatto di uomini, di atleti e da eroi, si giocava nel fango e nella neve, gli stadi erano pieni e alla partita si andava col vestito migliore, in giacca e cravatta alla stessa stregua della Santa Messa la domenica mattina.
Chi era più bravo? Baldini o Bassetto? Nordhal o Nyers, Coppi o Bartali?
Ognuno aveva il proprio idolo, il suo campione, il suo mondo pieno di sogni. Giuseppe Baldini detto “ Pinella “ nasce a Russi in provincia di Ravenna l’11 marzo del 1922 sotto il segno dei Pesci.
A quindici anni un osservatore lo porta nel Pontedera dove resta fino al 1939. Attaccante vero e funambolico, viene acquistato dalla neo promossa Fiorentina, e a soli diciotto anni esordisce in serie A il 20 aprile del 1940 a Roma contro i giallorossi.
Proprio con i viola vince l’unico trofeo della sua carriera, la Coppa Italia del campionato 1939/40, dove segnò cinque reti di cui una al Genoa nella finalissima del successo viola di misura per 1 a 0.
La GUERRA è una lezione che i popoli non impareranno MAI abbastanza.
L’Italia è in ginocchio e i campionati vanno avanti alla meglio col campionato di “ guerra “, Baldini decide di avvicinarsi a casa e di stare vicino alla famiglia, l’Ambrosiana lo parcheggia nel 1944 al Faenza dove riesce a realizzare 10 presenze con 8 reti.
Il momento è difficile per il paese, i tedeschi si ritirano, gli alleati avanzano il paese è nel caos totale e si spera solo che questa maledetta guerra finisca.
Il paese rialza la testa con la fine della guerra e Baldini, finita la parentesi di agricoltore/calciatore, ritorna al calcio vero giocato.
Pinella Baldini ottiene 37 presenze con 18 reti all’attivo entrando di diritto nei bomber del campionato di serie A, Bassetto è il secondo realizzatore con 13 reti.
Viene acquistato dall’Andrea Doria, e arrivò a Genova che diventerà la sua città.
Nel campionato 1945/46, totalizza 23 presenze con 13 reti all’attivo.
Con la fusione e la neonata Sampdoria Pinella Baldini ottiene 37 presenze con 18 reti all’attivo entrando di diritto nei bomber del campionato di serie A, Bassetto è il secondo realizzatore con 13 reti.
Amatissimo dai tifosi della Samp e odiato da quelli rossoblù, gioca nella Sampdoria dal 1946 al 1950, 129 presenze e 55 reti, autore del primo gol nel primo derby della lanterna, primo a vestire da blucerchiato la maglia della nazionale Italiana.
Una parentesi con la maglia del Genoa nel campionato 1950-51, 31 presenze e 6 reti e una retrocessione per il vecchio grifone che fa gioire i tifosi blucerchiati.
Nel Como dal 1951 al 1953, 54 presenze con 19 reti.
Ritorna alla Sampdoria e gioca due stagioni dal 1953 al 1955, 57 presenze e 18 reti.
Ritorna a Como, sua seconda casa, dal 1955 al 1960, dove termina la carriera di giocatore con 111 presenze e 38 reti.
Resta ad oggi il sesto cannoniere di sempre per i colori blucerchiati con una parentesi da allenatore nel campionato 1965-66.
Una vita in blucerchiato, un uomo fantastico che spesso incontravo e con cui ho passato momenti e ricordi indimenticabili.
Ciao Pinella, ovunque tu sia, buon compleanno e continua a gonfiare la rete con la maglia dai colori più belli del mondo.