(CALCIONAPOLI1926.IT di Giuseppe Canetti – Foto NAPOLIMAGAZINE)
Intervista di Calcio Napoli 1926 a Giovanni Francini. Ecco un estratto.
[…] Lei è arrivato all’ombra del Vesuvio in un anno particolarmente felice della storia del Napoli: il 1987. Anno in cui il ciclo, apertosi nel ‘84 con l’arrivo di Maradona, ha toccato il suo picco iniziale: i partenopei avevano appena vinto il primo Scudetto. Poi, con lei in campo, sono arrivati: la Coppa Uefa, il secondo Scudetto e la Supercoppa.
Quali emozioni ha provato a giocare e trionfare in azzurro?
[…] “Non ci sono parole per descrivere le emozioni di una vittoria a Napoli. Il solo scendere e salire gli scalini del San Paolo ti dava qualcosa in più. Allora lo stadio era diverso. Noi inizialmente salivamo dal lato della curva A, poi successivamente da quello della curva B, e quando entravi in campo e vedevi lo stadio sempre pieno era un’emozione incredibile. Sono contento che io e miei compagni abbiamo regalato delle grandi gioie a tutti i tifosi partenopei, i quali in Italia, in Europa e nel Mondo non hanno eguali. Non ho mai visto tifoserie così appassionate. È stato un piacere e un onore aver fatto parte della storia del club e della città di Napoli, alla quale sono molto legato perché mi ha dato veramente tanto. Tutt’ora faccio il tifo per gli azzurri”.
Su Diego Armando Maradona
[…] “Diego era una persona disponibile con tutti nonostante fosse il giocatore più forte in assoluto. È sempre stato umilissimo, aiutava chiunque. Cercava sempre di mettere a proprio agio chi gli stava accanto. Non gli ho mai sentito rimproverare un compagno se questi sbagliava qualcosa in campo. Anzi, riusciva spesso a incitarti e farti tirare fuori il meglio. Diego Maradona era una persona bellissima. La sua mancanza si fa sentire. Anche se ci vedevamo poco e ci sentivamo sporadicamente la sua scomparsa mi ha lasciato un grandissimo vuoto”.
Domani c’è la sfida di Supercoppa tra Juventus e Napoli. Una sfida infinita. Nel ’90 la spuntaste voi. Che ricordo ha di quella partita?
[…] “All’epoca sulla panchina della Juve c’era Maifredi, che ci agevolò il compito. Loro giocarono con la linea difensiva molto alta e noi ne approfittammo ampiamente con Carceca, Maradona, Silenzi. Tacconi non sapeva più cosa fare (ride ndr). Non ci fu storia: 5-1. Il risultato parla da solo. Speriamo domani sera…”
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