GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – In occasione della ricorrenza dell’intervento italiano nella Prima Guerra Mondiale, avvenuto il 24 maggio del 1915, un resoconto che tratteggia le conseguenze di questo tragico evento sulla realtà del calcio nella capitale della Liguria. L’articolo è principalmente incentrato su dirigenti, allenatori e giocatori di Genoa e Andrea Doria, ma ci sono anche alcuni brevi riferimenti a sportivi di altri club.
La formazione del Genoa di William Garbutt (primo a destra) nella stagione 1914-1915. La presenza di un uomo in divisa, tra i giocatori rossoblù ci segnala che la guerra è ormai alle porte (Fonte: Archivio Nuova Editrice Genovese).
È impossibile parlare dei pionieri del calcio italiano senza parlare di James, Spensley e William Garbutt (anche se, in realtà, quest’ultimo è arrivato qualche anno dopo la fase “pionieristica del calcio italiano”). La figura di Spensley, però, rientra nella categoria del pioniere, ma fa anche parte di quella generazione di uomini tragicamente morti nella “Grande Guerra”.
Quello degli sportivi rimasti uccisi nel primo conflitto mondiale è un argomento che non conosco bene. Per cui mi limiterò a citare solo alcuni casi che conosco un po’ meglio: James Spensley, Claudio Casanova e Luigi Ferraris del Genoa e Hector Schnitzer dell’Andrea Doria (anche se questo giocatore ha avuto dei brevi trascorsi in rossoblù). In realtà, di soci e giocatori del Genoa morti nella Prima Guerra Mondiale ce ne furono molti altri: Gianni Ballestrero, Giuseppe Benvenuto, Emanuele Bombrini, Egisto Bucciarelli, Carlo Cormagi, Luigi Ferrari, Luigi Fossati, Alessandro Gazoppi, Natale Giacobbe, Emilio Giordo, Adolfo Gnecco, Attilio Isola, Pietro Lagomaggiore, Mario Malagamba, Mario Storace, Carlo Marassi, Luigi Morello, Giuseppe Oppezzo, Ugo Piermartire, Emilio Rosina, Enrico Rossi, Alberto Sussone.
Nella foto la lapide commemorativa dei soci del Genoa, caduti nella Prima Guerra Mondiale, posta all’interno dello Stadio Luigi Ferraris di Genova (Fonte: Museo del Genoa).
Su queste tragiche vicende sono stati scritti libri ben documentati, perché credo che i casi di calciatori e soci appartenenti ad altri club, morti durante la Prima Guerra Mondiale siano stati numerosi. I primi esempi che mi vengono in mente sono quello di Enrico Canfari (uno dei fondatori della Juventus, che però era nato a Genova), di Virgilio Fossati (eroico giocatore dell’Internazionale) e di Alberto Picco dello Spezia Calcio (ucciso in battaglia nei pressi di Caporetto). E poi, oltre a chi tragicamente perse la vita, ci furono anche quelli che parteciparono e che, fortunatamente, riuscirono a salvarsi da quei massacri.
Per ciò riguarda il Genoa, alcuni casi di giocatori importanti furono quelli di De Vecchi, Burlando e Barbieri. Inoltre, non va dimenticato che anche Mister Garbutt partecipò alla guerra come artigliere.
Spesso nei miei racconti e nei miei articoli faccio riferimento a lavori e ricerche di altri autori. Questa volta, nell’affrontare questa tematica, farò un’eccezione e inizierò invece citando l’estratto di un mio libro, “Gli Svizzeri, Pionieri del Football Italiano“, edito da Urbone Publishing nel 2019:
“Giocatore attivo fino a quasi l’età di quarant’anni, dopo essere restato nel Genoa con la responsabilità di allenatore, Spensley abbandonerà definitivamente il mondo del football. Oltre che grande uomo di sport, il dottore inglese era anche grande uomo di cultura: leggendo il testo di una sua conferenza, “Teosofia Moderna”, pubblicato dall’editrice Ars di Milano nel 1907, bastano poche righe per capire come egli fosse un sincero e convinto fautore della fratellanza umana.
Eppure, o forse proprio per questo (in qualità di medico), allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, deciderà di inquadrarsi come volontario nel Royal Army Medical Corps e, per questo motivo, sarà inviato sul fronte occidentale, dove sarà ferito mortalmente mentre, sul campo di battaglia, si stava occupando delle cure di un soldato tedesco. Trasportato all’ospedale di Magonza, in Germania, morirà qualche tempo dopo, il 10 novembre 1915.
Negli anni Novanta, un tifoso del Genoa ha individuato la sua tomba nel cimitero militare di Niederzwehren, a Kassel, in Germania. A questo proposito, vedere l’articolo di Giuseppe Marcenaro, apparso su Il Secolo XIX, il 14 giugno 2016, ‘In Morte del Dottor Spensley. I Resti Ritrovati di James R. Spensley, Fondatore del Genoa’, pag. 39. Da allora, alcuni tifosi rossoblù hanno preso l’abitudine di recarsi in quel cimitero per rendere omaggio a James Spensley, lasciando dei fiori rossi e dei fiori blu, oppure sciarpe e gagliardetti, sulla tomba del medico inglese”.
Nelle foto. A sinistra James Spensley, in veste di Ufficiale del Royal Army Medical Corps. A destra la sua tomba nel cimitero militare di Niederzwehren, a Kassel, in Germania.
Un dettaglio importante che mi era sfuggito, ai tempi dell’uscita del libro dedicato ai pionieri svizzeri, e che ho notato solo in seguito è che, nel titolo dell’articolo apparso su Il Secolo XIX, James Spensley veniva indicato come fondatore del Genoa. Ma, in realtà, il medico inglese non fa parte dei fondatori del club rossoblù. James Spensley, entrò a far parte del Genoa quando il club esisteva già da tre o quattro anni.
Oltre a James Spensley, c’è il caso di Schnitzer. Nato nel 1888 e cresciuto nella squadra sampierdarenese del Liguria 1897 (la precisazione dell’anno di fondazione di questa squadra sampierdarenese è d’obbligo, perché di “Liguria” ce ne furono tre: nel 1987, nel 1930 e nel 1937). Hector Schnitzer nel 1908 passa al Genoa, ma disputa solo amichevoli e tornei, perché la squadra rossoblù aveva partecipato al “boicotaggio” del campionato, protestando contro il blocco degli stranieri deciso in quell’anno. Con i rossoblù si contano tre presenze in Palla Dapples. Questo giocatore italiano di origine svizzera (a volte la grafia del suo nome è riportata in modo differente) gioca nello Spinola Football Club di Genova (squadra di seconda categoria) nella stagione 1909-1910, per poi passare all’Andrea Doria nella stagione 1910-1911. Nell’Andrea Doria resterà fino alla stagione 1914-1915, cioè fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Arruolato nell’esercito come tenente medico, fu ferito mortalmente a Grumolo delle Abbadesse (Vicenza). Morì il 16 ottobre 1918, in un ospedale da campo a Gorizia. Anche il fratello, Mario Schnitzer II, aspirante medico, fece la stessa tragica fine, morendo ventiquattrenne in un ospedale da campo nel veronese.