“Chi ha contribuito alla nascita e allo sviluppo della Juventus merita di essere ricordato in eterno.” Una delle frasi su cui si basa la costruzione del libro “Juventus, il memoriale della leggenda” in cui l’autore Principio Paolino racconta l’inizio della storia della Vecchia Signora
Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto Principio Paolino, giornalista e scrittore che dopo aver scritto “Complesso di superiorità”, “La Juventus di Buffon” e “La Signora Derubata” è uscito con un altro libro che vuole fare luce su alcuni personaggi ed episodi della storia bianconera, soprattutto nel primo trentennio. Il titolo è “Juventus, il memoriale della leggenda” edito da GFE edizioni.
Per noi un consueto e piacevole triplo appuntamento: oggi l’intervista e nelle prossime settimane due estratti del libro.
Buona Lettura.
Il team de GliEroidelCalcio.com
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Principio, un libro che narra della Vecchia Signora. Come nasce l’idea di un libro come questo?
“La storia di questo libro è incredibile, perché nasce casualmente ma poi diventa quello che considero il lavoro più importante che io abbia mai fatto, attraverso il quale sono riuscito a ricostruire diversi aspetti inediti della leggenda juventina. Mentre mi stavo occupando di una mia precedente pubblicazione, ho trovato le generalità di colui che ha difeso i pali della porta della Juventus nella prima gara ufficiale dell’11 marzo 1900, tale Beniamino Nicola, primissimo portiere ma anche un autentico luminare della chirurgia. Questa scoperta mi ha esaltato e ingolosito, così mi sono messo sulle tracce di altri personaggi di cui si sapeva pochissimo. In breve tempo ho colmato le lacune biografiche di Ferdinando Chiapirone, Tommaso Fanzio e Arturo Meille. Insomma, ho notato che la cosa mi riuscisse piuttosto bene e allora ho deciso di realizzare il mio quarto libro.”
Quale il metodo utilizzato per la narrazione?
“Ho pensato a lungo al metodo migliore da utilizzare. Parliamo di fatti accaduti oltre un secolo fa e noto tuttora che c’è un’esasperata idiosincrasia verso il revisionismo storico nel contesto della dialettica sportiva. E allora ho voluto spiegare ai potenziali utenti le modalità con le quali sono risalito ad alcuni fatti o sono arrivato a elaborare determinate congetture, avvalendomi per questo di testimonianze dirette dei discendenti, di documenti scovati negli archivi impolverati, di dati che si possono incrociare e confrontare in maniera inequivocabile.”
Quanta ricerca c’è in un libro come questo?
“Mercoledì 6 agosto 2014 è il giorno in cui, recandomi presso l’archivio storico dell’Università di Torino, ho rintracciato tra gli studenti di medicina il nominativo del succitato Beniamino Nicola. Ho poi completato il libro nel mese di marzo 2023, quindi ci sono voluti quasi otto anni e mezzo. Con le medesime modalità ho ricostruito la biografia di un altro importantissimo portiere, Giacone, che è stato il primo juventino a giocare in Nazionale. Anch’egli si era iscritto alla facoltà di medicina ma poi ha preso strade diverse, andando a lavorare alla Fiat. Tra le fonti ufficiali lo si trova come Giovanni Giacone, invece si chiamava Giuseppe Antonio Giacone ed era nato ad Asti. Vista la caratura del personaggio e la suddetta discordanza venutasi a creare, ho cercato più di una conferma, fino a giungere alla certezza assoluta.”
Quali misteri svela il libro?
“Svela diverse identità nascoste, rimaste intrappolate in qualche prezioso archivio oppure nella memoria di qualcuno. Inoltre ribadisce alcuni concetti atti ad abbattere il negazionismo di cui parlavo pocanzi. Per esempio, alla lista pressoché unanimemente riconosciuta dei presidenti ne vanno aggiunti quattro: Villanova, Botto, Gianoli e Malvano. Oppure, si tende a considerare il 1903 come l’anno del passaggio dal rosa al bianconero, ma i nuovi colori sono stati indossati già l’8 dicembre 1901 in Milan-Juventus 7-0: è stato rinvenuto un articolo del Corriere dello Sport – La Bicicletta da cui si evince chiaramente. E poi c’è una foto su La Stampa Sportiva del 14 settembre 1902 in cui la Juventus ha la maglia bianconera.”
Che cos’è questo libro per te, cosa rappresenta?
“Per me è stata una missione. Adesso alcuni personaggi saranno ricordati in eterno e a loro verranno attribuiti i giusti meriti e riconoscimenti. C’era un giocatore che è sceso in campo in una sola partita ufficiale, il 24 aprile 1910, che a noi è arrivato come Certosio. Si trattava in realtà dell’ammiraglio Carlo Giartosio, valoroso combattente delle due guerre mondiali e comandante di squadra navale. Aveva meritato numerose ricompense al valore e fece parte dell’amministrazione civica di Costigliole Saluzzo. Ebbene, ciò che mi rende orgoglioso è proprio il fatto che, grazie al lavoro che ho fatto, certe cose rimarranno per sempre.”
In generale, perché andrebbe letto?
“Questo libro si rivolge principalmente ai tifosi bianconeri che vogliono saperne di più sulle nostre radici e sui primi anni di vita della nostra squadra del cuore. Ma può essere utile anche ai ricercatori e ai collezionisti. Consiglio la lettura e la consultazione anche agli appassionati di altre società, dato che molti personaggi trattati non hanno giocato solo nella Juventus. Giusto per fare degli esempi, i fratelli Barale erano tre calciatori: il primo e il terzo, Giovanni e Oreste, hanno fatto parte del club juventino, mentre il secondo, Giuseppe, ha militato nel Toro. Si possono sapere, inoltre, vita, morte e miracoli dello svizzero Charles Comte, il cui nominativo è essenzialmente collegato al Genoa. Tutto ciò è stato possibile grazie all’unità d’intenti con GFE Edizioni, sinonimo di competenza, serietà e professionalità.”