GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – Stagione a dir poco alquanto strana. Alla fine della settima giornata del girone di andata, disputatasi il 22 novembre, l’andamento dell’Inter è tutt’altro che promettente. I nerazzurri hanno già subito tre sconfitte: la prima in casa, per tre reti a uno contro i rossoblù cagliaritani; poi nel derby, finito tre a zero a favore dei rossoneri; infine, terza sconfitta a Napoli, contro quella che allora era la capolista, per due reti a uno. Tra l’altro, la sconfitta nel derby meneghino comporterà l’esonero di Heriberto Herrera e l’attribuzione dell’incarico a Giovanni Invernizzi che, fino ad allora, era stato l’allenatore della squadra primavera.
Alla fine della settima giornata, l’Inter ha dunque sette punti di ritardo dal Napoli, che era appunto primo in classifica, sei punti di distacco dai rossoneri del Milan che erano secondi, e quattro punti dal Cagliari che, dopo il grave infortunio di Gigi Riva, era sceso dalla prima alla terza posizione in classifica. La lenta ma inarrestabile rimonta dell’Inter comincia a partire dell’ottava giornata, il 29 novembre 1970, con la vittoria dei nerazzurri a San Siro contro il Catania, per tre reti a due. Alla decima, però, c’è da registrare la vittoria del Milan al San Paolo. Vittoria che permette il sorpasso dei rossoneri a danno del Napoli. Con quella vittoria, i milanisti iniziano dunque un periodo di circa tre mesi da primi in classifica. Alla tredicesima di campionato, il 10 gennaio del 1971, l’Inter supera il Cagliari in classifica e si porta in terza posizione. Il 24 dello stesso mese, il Milan si laurea campione d’inverno con 24 punti, mentre il Napoli è secondo in classifica a 22 e l’Inter in terza posizione a tre punti dalla capolista.
Ma già, nel turno successivo, gli interisti raggiungono i napoletani al secondo posto. Alla quinta di ritorno, il Napoli perde con la Juventus, mentre l’Inter, vincendo il derby, supera definitivamente i partenopei in classifica e si porta ad un solo punto da rossoneri. Tra la settima e l’ottava del girone di ritorno matura prima l’aggancio e poi il sorpasso decisivo dei nerazzurri a danno del Milan. La classifica finale dirà quindi Inter prima a 46 punti, Milan secondo a 42 e Napoli terzo a 39. In quarta e quinta posizione, ancora più defilate, troviamo la Juventus a 35 punti e il Bologna a 34. Il Cagliari che, legittimamente, era partito come candidato al suo secondo scudetto, con la perdita del suo uomo migliore finirà settimo, dietro alla Roma.
Le retrocesse saranno Catania (ultimo), Lazio (penultima) e Foggia (arrivato terzultimo, con Fiorentina e Sampdoria, ma retrocesso per peggiore differenza reti). Lo schieramento dei nuovi campioni d’Italia subì variazioni in corso d’opera, anche in relazione ai cambi di guida tecnica. Ad inizio stagione, sotto la guida di Herrera, l’Inter aveva spesso utilizzato (a rotazione, ma non necessariamente tutti nella stessa partita): Vieri, Burgnich, Facchetti, Fabbian, Giubertoni, Cella, Reif, Frustalupi, Mazzola, Bertini, Pellizzaro. Si erano quindi registrate molto spesso, o perlomeno in alcune circostanze, le assenze di Jair, Bedin, Boninsegna e Mariolino Corso (nella maggior parte dei casi per scelta tecnica dell’allenatore e non per infortuni o squalifiche). A seguito della nuova direzione tecnica, di Giovanni Invernizzi, lo schieramento divenne tendenzialmente il seguente: Vieri, Bellugi, Facchetti, Bedin, Giubertoni, Burgnich, Jair, Bertini, Boninsegna, Mazzola, Corso.
Della rosa facevano anche parte Bordon e Oriali che già l’anno dopo sarebbe divenuti titolari (li troveremo, infatti, entrambi nella formazione scesa in campo nella finale di Coppa Campioni contro l’Ajax di Neeskens e Cruijff, nel 1972). Nella classifica cannonieri del 1971 troviamo Boninsegna (Inter) primo con 24 gol, Prati (Milan) secondo a 19, Savoldi (Bologna) terzo a 15 e Bettega (Juventus), quarto a 13.
Alcune fonti attribuiscono l’insuccesso di Herrera a pura sfortuna. Ma, secondo alcune cronache dell’epoca, la partenza interista a rilento, nell’inizio della stagione, andrebbe spiegata con il fatto che l’allenatore paraguayano non fosse di gradimento a buona parte della rosa interista. Non saprei dire se, e quanto, queste voci siano attendibili. Ma, in particolare, si fa riferimento ad un atteggiamento poco collaborativo nei confronti di Herrera da parte dei giocatori di maggiore importanza (in alcuni articoli si parla di Corso, Mazzola e Jair).
In base a tale lettura, fu questo il motivo dell’investitura di Giovanni Invernizzi, con il quale, secondo una nota ricostruzione, i giocatori dell’Inter stilarono una tabella punti piuttosto dettagliata e precisa. Resta il fatto, comunque, di una clamorosa rimonta e di una memorabile conquista dello scudetto da parte del club nerazzurro.
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