GLIEROIDELCALCIO.COM – (Giovanni Di Salvo) – Tutti abbiamo ancora davanti agli occhi lo splendido Mondiale disputato dall’Italia femminile. L’avventura delle azzurre si è fermato ai quarti di finale ma il loro mondiale lo hanno vinto, riuscendo a far appassionare milioni di italiani, che finalmente hanno riscoperto uno sport rimasto, ingiustamente, per troppo tempo all’ombra della sua controparte maschile.
E allora forse è giunto il tempo di riscoprire anche le origini di questa disciplina, partendo proprio dalla nazionale.
La prima partita delle azzurre è datata 23 febbraio del 1968. Si gioca a Viareggio, davanti ad un pubblico di circa 2000 spettatori, e l’avversaria scelta per il debutto è la forte Cecoslovacchia. Le ospiti si portano in vantaggio con Michlerova ma le italiane riescono a ribaltare il risultato grazie alle reti di Tanini e Gerwen.
Queste le due formazioni scese in campo agli ordini del Sig. Palagi di Viareggio
Eppure piuttosto che di nazionale italiana sarebbe stato più corretto parlare di rappresentativa italiana.
In quel periodo vi erano alcune squadre di calcio femminile ma ancora non esisteva una vera e propria federazione, che comunque sarebbe sorta di lì a poco. Infatti l’11 aprile, a Viareggio, viene costituita la F.I.C.F. (Federazione Italiana Calcio Femminile).
Il calcio femminile, però, non era riconosciuto né dal CONI né tanto meno dalla FIGC. Tale situazione determina un “vuoto” nella regolamentazione del movimento e, come diretta conseguenza della diffusione di questo sport nel nostro paese, si ha un fiorire di federazioni.
Se fino al 1969 vi era solamente la F.I.C.F., dal 1970 fino al 1975 in Italia si registra la presenza di almeno due/tre federazioni che contemporaneamente organizzano il proprio campionato, con l’assegnazione dello scudetto, e la Coppa Italia. E chiaramente allestiscono anche una loro nazionale. Senza dimenticare che già dal 1968 c’era pure il campionato della UISP…..
Quindi, in quel lustro, si trovava in giro per l’Italia e per il Mondo, in maniera quasi paradossale, diverse selezioni di azzurre, ognuna espressione di una relativa federazione.
La situazione era confusionaria anche in ambito internazionale. A tal proposito risulta emblematico quanto accadde nel 1972. La nazionale della F.F.I.U.A.G.C., allenata da Amadei (ex attaccante di Roma, Inter e Napoli), fa la sua prima uscita ufficiale il 28 maggio a Zagabria contro la Jugoslavia guidata da Marcel Sigante. Secondo il regolamento adottato nel paese balcanico la partita dura 80 minuti e sono ammesse quattro sostituzioni oltre quella del portiere. Quando l’amichevole, poco dopo, si rigioca in Italia la durata del match viene fissata in 70 minuti.
Insomma paese che vai regole che trovi…..
Proprio per tale motivo l’anno dopo la UEFA voterà una raccomandazione alla FIFA affinché accogliesse nel suo ambito il movimento del calcio femminile e regolamentasse di conseguenza l’attività internazionale.
La situazione inizierà a stabilizzarsi solamente nel 1976 perché resta un’unica organizzazione ad occuparsi di calcio femminile, ovvero la FIGCF (Federazione Italiana Giuoco Calcio Femminile).
Il calcio femminile per entrare a far parte della FIGC dovrà, però, attendere fino al 1986 quando verrà inquadrata nell’ambito della Lega Nazionale Dilettanti.
Per chi volesse approfondire l’argomento:
“Le pioniere del calcio. La storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista” della Bradipolibri (Prefazione scritta dal CT della nazionale Milena Bertolini)
“Quando le ballerine danzavano col pallone. La storia del calcio femminile” della GEO Edizioni (Prefazione scritta dal Vice Presidente L.N.D. Delegato per il Calcio Femminile Sandro Morgana).