GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – “Verso la fine degli anni ’70 c’era una filastrocca che tutti i bambini della vostra età (ci si rivolge a bambini di dieci anni circa) che abitavano da queste parti conoscevano a memoria, e faceva così … Petrovic, Giovannone, Cimenti, Panizza, Dradi, Nardello, Gori, Fanti, Iacovone, Selvaggi e Caputi…e l’accento cadeva su Iacovone…”. Inizia così un cortometraggio del regista Alessandro Zizzo intitolato “Iaco” e dedicato a Iacovone che ripercorre gli anni in cui il Taranto, e Taranto, hanno accarezzato il sogno della Serie A. Un sogno spezzato, come spezzata è stata la vita del calciatore simbolo di quella squadra: Erasmo Iacovone.
L’indimenticabile, e indimenticato, calciatore della “Città dei due Mari”, l’unico Re di Taranto, nasce in Molise, a Capracotta, il 22 aprile 1952. La famiglia si sposta a Tivoli, vicino Roma, per motivi relativi alla professione del padre. Il calcio è tutto per Erasmo e comincia a giocare nella squadra locale per poi trasferirsi verso l’OMI Roma. Nel Novembre del 1972 risponde alla chiamata della Triestina con la quale esordisce in Serie C. Qui le “cose” non vanno benissimo, 13 incontri senza reti e la decisione di tornare in serie D nel Carpi dove contribuisce, con le sue 13 reti, alla promozione in C della squadra Biancorossa. Nel 1974 il Mantova lo acquista e lui risponde con 24 gol in due stagioni in Serie C. Nel 1976, nel mercato di Novembre, giunge a Taranto…inizia la storia d’amore. Inizia quel periodo breve ma intenso che i padri oggi ancora raccontano, lacrime negli occhi, ai propri figli.
Il 31 ottobre 1976, Erasmo fa il suo debutto dal primo minuto in Novara – Taranto e, al ’65 quando gli Ionici sono sotto di un gol in elevazione di testa, come solo lui sapeva fare, schiaccia in rete. È pareggio. È il suo modo di presentarsi alla piazza. Nella sua prima stagione, gonfia la rete per ben otto volte.
Il gol di Iacovone contro il Bari nella stagione 1977/78
In quella successiva, 1977-78, insieme a Selvaggi e Gori, porta il Taranto verso la vetta della classifica di serie B, facendo sognare una città intera. Il “Salinella” ribolle di passione come non mai nella sua storia. Chi ha vissuto quel periodo ha ancora la pelle d’oca. Giornate e partite storiche, irripetibili, come la sfida con il Bari vinta con il gol a pallonetto di Iaco-gol.
Il 5 febbraio 1978 si gioca Taranto-Cremonese e la squadra di casa deve vincere per continuare a sognare. Il Taranto e Iacovone lottano con impegno encomiabile, ma trovano di fronte un Ginulfi in giornata di grazia. Sarà 0-0 e il Bomber del Taranto è triste, ma nessuno può immaginare che sarà la sua ultima partita. Quella sera stessa, dopo la mezzanotte, troverà la morte in un incidente stradale a San Giorgio Ionico dove la sua vettura, una Citroen Dyane, sarà speronata da un’Alfa GT appena rubata da un giovane e che procedeva a fari spenti perché inseguito dalla polizia. “L’urto è stato violentissimo. Il calciatore è morto sul colpo tra le lamiere contorte della sua vettura. L’investitore è rimasto ferito in modo leggero…La morte del centravanti ha destato grandissima impressione fra tutti i tifosi del Taranto. Questa notte, tutti i suoi compagni di squadra hanno vegliato la salma nella camera ardente dell’ospedale di Taranto” (Cit. Stampa Sera, 6 febbraio 1978). A due ore dall’infausto evento l’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto è meta di pellegrinaggio e preghiera per il giovane ragazzo. Una città lo piange come si piange una persona cara. E lui lo è.
Il 7 febbraio si svolgono poi i funerali, dapprima nella chiesa di San Roberto Bellarmino, e poi allo Stadio “Salinella” dove almeno 15 mila persone gli rendono omaggio sotto la pioggia. Nemmeno due giorni dopo e il “Salinella” diventa “Stadio Erasmo Iacovone” grazie al Presidente Giovanni Fico: a testimonianza dell’amore di questa città per il suo idolo così prematuramente e tragicamente scomparso. Nel corso degli anni poi ci sono state altre manifestazioni d’affetto per il campione; il 20 ottobre del 2002 è stata inaugurata una statua nella piazza vicino allo Stadio realizzata dallo scultore Francesco Trani e il 19 luglio del 2009, sempre nelle vicinanze dello stadio, gli è stata intitolata una via.
(da www.lemagliedeltaranto.it di Niko Molendini)
Inoltre, nella stagione 2015/2016, il viso del grande bomber rossoblù è andato ad impreziosire le maglie ufficiali della società ionica. Un ricordo che non smette mai di alimentarsi.
“La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora” (Cit. Henry Scott Holland).
Iacovone è ancora il Taranto.
“Iaco-Iaco-Iacovone”
(TARANTO stagione 1977/1978 Serie B maglia di casa a manica corta, logo della UMBRO ricamato ed applicato, numero 9 in panno cucito a doppio filo interno ed esterno, maglia INDOSSATA dal “mito” ERASMO IACOVONE”. Da www.lemagliedeltaranto.it di Niko Molendini)