Raggiungo Roberto Vaira nel suo Metapontum Village che già era stato teatro, l’anno passato, delle interviste a Igor Protti e Franco Selvaggi, oltre allo speciale dedicato ad alcuni dei pezzi più importanti della sua collezione.
Sono qui per parlare di collezionismo, di nuove maglie, di pezzi ancora mancanti. Insieme a lui anche Enrico Di Mauro, altro grande collezionista, specializzato sulle maglie in lanetta e su quelle della “sua” Cavese.
Al mio arrivo, una sala già ben allestita, con alcuni dei cimeli più importanti della raccolta di Roberto. La mia intervista parte proprio con una domanda rivolta alla conoscenza dei pezzi presenti alle spalle del piccolo studio allestito per l’occasione … “(Roberto) Non è mai semplice fare una cernita delle maglie più rappresentative. La sistemazione, per l’occasione di oggi, l’ho fatta fare ad Enrico, giusto per dare un tocco di novità. Al centro abbiamo voluto mettere le tre maglie dell’Italia campione del mondo 1982 (Zoff, Scirea e Selvaggi), insieme all’iconica Cirio di Maradona. Abbiamo anche messo tre maglie del Bari, in onore di Giovanni Loseto che è venuto a trovarci in questi giorni”.
Mi faccio raccontare l’origine della passione per questi cimeli … “(Enrico) Io ho cominciato a collezionare maglie store fin dagli anni ’90. Collezionavo anche figurine e vecchie foto di calcio. Poi, piano piano, mi è piaciuto avere qualche pezzo di squadre rappresentative di quegli anni. Iniziai con le nazionali, soprattutto quelle che non esistevano più come la Cecoslovacchia, la Germania dell’Est, la Jugoslavia, l’Unione Sovietica. Dopo sono passato anche con i club italiani, in particolare nel periodo compreso tra i campionati 1979/80 fino al 1989/90. Cerco di avere una maglia da trasferta e una per le partite in casa. Poi, per complicare ancora, cerco di prendere maglie della Cavese (dal 1982 al 1984) e del Napoli”.
Sono curioso di capire come nasce il rapporto stretto che lega persone unite dalla stessa passione per quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata un’arte … “(Roberto) Ci si confronta sempre, nascono amicizie e collaborazioni. Con Enrico ci siamo visti di persona questa estate. Lui è un grande conoscitore e ha grandi pezzi, oltre ad essere molto modesto”.
Il rapporto con le famiglie risulta essere molto importante per inseguire una passione spesso costosa e impegnativa … “(Enrico) La mia fidanzata non vede proprio di buon occhio questa passione, ma si è un pò rassegnata. Mi madre, invece, mi capisce e mi incoraggia perché mi ha visto crescere con l’ammirazione per il calcio”. “(Roberto) Molte persone non sanno che dietro c’è, oltre ad un sacrificio personale, anche uno economico. Negli ultimi anni è diventata quasi una moda. A volte anche le nostre compagne fanno fatica a capire. Credo comunque che il valore delle maglie sia destinato a crescere”.
Ogni collezionista che si rispetti, soprattutto ad alti livelli, ha un articolo da sogno che insegue da sempre. Mi interessa capire quali siano i loro … ” (Enrico) Naturalmente mi piacerebbe avere una maglia del 1982. Per quanto riguarda le squadre di club, è una maglia da trasferta del Napoli della stagione 1982/83, bianca, con l’asino stilizzato e lo sponsor Cirio in nero e con strisce verticali gialle e rosse. Particolarissima e iconica”. “(Roberto) Il nostro modo di pensare è quello di evolversi con il tempo. Un collezionista è bene abbia un progetto nuovo per mantenere la fiamma accesa. Il mio obiettivo è quello di avere almeno una maglia per squadra con sponsor diversi, di tutte le squadre di Serie A dal 1981 al 1990. Ci stiamo lavorando”.
E’ ora di conoscere quale sia il loro pezzo più importante … “(Enrico) Io ho una maglia rarissima di Careca, rossa con scudetto e Coppa Italia della stagione 1987/88, usata solo due volte. L’altra è del Mondiale ’78, di Eraldo Pecci, mai scesa in campo, proveniente dalla semifinale contro l’Olanda”. “(Roberto) La bianca di Scirea che è scesa in campo una sola volta. Anche la Cirio di Maradona, battuta all’asta per 13.000 euro nell’ultima Asta Bolaffi, è un articolo eccelso”.
I progetti per il futuro … “(Roberto) Naturalmente il Museo del Bari, che abbiamo avuto la garanzia che si farà (dal presidente De Laurentiis) subito dopo la fine della pandemia. Inoltre sarebbe molto bello organizzare qui un evento con un collezionista per ogni città italiana”.
Concludo chiedendo cosa sia, per loro, il collezionismo … “(Enrico) E’ un modo per vivere meglio. La passione è un motore inesauribile. E’ anche uno studio che permette di apprendere sempre”. “(Roberto) E’ difficile da spiegare. La gente non capisce. Per noi, tenere in mano maglie del genere è come avere tra le mani la storia del calcio”.