Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Gianfranco Giordano, esperto di storia delle maglie da gioco ed autore del libro “Azzurri – Storia delle maglie della Nazionale italiana di calcio”.
di Giovanni Di Salvo
L’opera ripercorre la storia e l’evoluzione della nostra iconica maglia, dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri. Quel colore azzurro quasi blu, con escursioni nel celeste e nel blu notte, che rappresenta una nazione ed unisce un popolo.
Un triplo appuntamento per noi: oggi l’intervista all’autore e nelle prossime settimane due estratti del libro.
Buona lettura
Il team de GliEroidelCalcio.com
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Come nasce l’idea di scrivere un libro sulla storia delle maglie della nostra Nazionale?
“L’amore per le maglie nasce dal Subbuteo e dal catalogo poster che avevo trovato nella scatola che mio papà mi aveva regalato negli anni ’70. Insomma maglie e stemmi sociali mi hanno sempre affascinato. Da questa passione a scrivere un libro sulla squadra che rappresenta la massima espressione del calcio italiano, il passo è breve.”
Puoi descriverci il lavoro di ricerca e documentale che hai fatto per realizzarlo?
“Ho cercato di riprodurre tutte le maglie indossate dalla Nazionale, in modo il più possibile accurato, e per fare questo ho cercato i filmati e le fotografie di tutte le partite giocate dagli Azzurri. Insomma un vero lavoro investigativo. Ho anche setacciato siti di collezionisti e siti specializzati in maglie per cercare i più piccoli particolari. In ultimo ho provato a contattare, non sempre con successo, alcune persone informate sui fatti.”
Come è strutturato il libro?
“L’argomento delle maglie della Nazionale è già stato trattato in precedenza, quindi ho cercato di scrivere un libro diverso dagli altri. Partendo da questo presupposto ho diviso le maglie in due gruppi, le maglie azzurre e le maglie alternative. Poi ho dato rilievo alle maglie dei portieri, che solitamente vengono ignorate in questi libri, e alle maglie delle Nazionali femminili. Inoltre ho analizzato le “maglie” in modo più ampio parlando di pantaloncini, calzettoni, tute, fornitori e materiali, insomma tutto quello che fa parte della divisa di una squadra. Infine ci sono alcune curiosità come il Subbuteo, il Novara che gioca con una divisa molto simile alla Nazionale, e tutte le altre nazionali che, come l’Italia, non indossano i colori della bandiera.”
Quali sono, a tuo parere, le tre date più importanti o significative per la storia della maglia della nostra Nazionale?
“Rifacendomi alla storia penso al Mondiale del 1934, il primo successo importante della Nazionale. Riguardo le mie emozioni personali penso senza dubbio ai mondiali del 1978 e del 1982. Nel 1978 l’Italia giocava benissimo, per me la miglior Nazionale di sempre, e nel 1982 l’insperato successo nel torneo ha suscitato emozioni incredibili in tutti gli italiani. Inoltre bisogna tener presente che in quei due mondiali l’Italia aveva dei giocatori fortissimi e grandi uomini.”
Al di là di quelle legate ai trionfi sportivi (vittorie di Mondiali ed Europei), qual è la tua maglia preferita?
“Ce ne sono due che mi hanno colpito in maniera particolare. Quella indossata dal 1968 al 1980, azzurro intenso con collo a girocollo, semplicità e bellezza senza uguali, e la prima maglia Nike del 1995, assolutamente innovativa ed unica.”
L’autore Gianfranco Giordano con la sua opera
Ci sono aneddoti particolari che vengono narrati attraverso le pagine del libro?
“Il primo aneddoto è il perché la Nazionale gioca con la maglia azzurra, sembra banale ma molti tifosi lo ignorano. Poi la selezione che ha partecipato alla Lipton Cup nel 1909, i primi numeri sulle maglie nel 1939, le prime maglie a maniche corte nel 1965, le maglie rosse dell’Under 21, la storia dello scudetto ed ancora i due portieri stranieri che hanno indossato la maglia dell’Italia in partite ufficiali con i loro club e nazionali.”
Che “Cosa” è questo libro per te e perché andrebbe letto?
“Per me ha rappresentato un percorso attraverso la storia non solo della maglia azzurra ma di un simbolo dell’Italia, questo è anche il motivo perché andrebbe letto.”
Grazie Gianfranco
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