GLIEROIDELCALCIO.COM (Filippo Mazzoni) – 1° giugno 1980 i principali quotidiani titolano in merito alla vicenda del figlio di Carlo Donat Cattin, vicesegretario della DC incarico che lascerà subito dopo la votazione della Commissione parlamentare inquirente chiamata ad esprimersi rispetto alle accuse mosse all’allora presidente del Consiglio, Francesco Cossiga di aver favorito la fuga di Marco Donat Cattin, accusa che sarà archiviata con una votazione che spaccherà in due il «Tribunale dei ministri» visto che DC, PSI e PSDI voteranno a favore mentre comunisti, indipendenti di sinistra, radicali si esprimeranno con un voto contrario.
Nelle prime pagine dei quotidiani dell’epoca si parlava della crisi della nostra economia, di un’intervista a Re Hussein in cui dichiarava di rifiutare i contenuti dell’accordo di Camp – David. A questo si aggiunge che quel giugno di quarantun anni fa si caratterizzerà per lo svolgimento delle elezioni regionali che vedranno un rafforzamento della DC e del PSI, un contenuto arretramento del PCI ma ciò che emergerà era il più alto numero di non votanti, schede bianche e nulle. Oltre sette milioni di italiani non avevano espresso una preferenza per uno dei partiti che si erano presentati alla competizione elettorale dell’8 giugno. Quel giugno sarà drammaticamente ricordato per l’uccisione del giudice Mario Amato e per la strage di Ustica.
La giornata sportiva si contraddistingueva per lo svolgimento del GP di Formula 1 in Spagna, per la sedicesima tappa del giro d’Italia, per l’amichevole Italia – Ungheria in preparazione al campionato d’Europa e infine per la penultima giornata del campionato di calcio di serie B.
Se il Como di Pippo Marchioro con un pareggio contro la Pistoiese si era assicurato la promozione nel massimo campionato a 180 minuti dalla fine del torneo restavano da assegnare i restanti due posti per l’accesso in serie A e gli altrettanti per la discesa in serie C. Pistoiese, Brescia, Cesena e Monza le candidate al salto di categoria.
Tra queste quella maggiormente indiziata è la squadra di Riccomini che con un ritmo regolare inanella 13 risultati utili, striscia che si interrompe con la sconfitta sul campo del Palermo ma la settimana successiva riprende speditamente la marcia con altri diciassette risultati utili e nel mezzo a questi il capolavoro del Bentegodi dove Rognoni e compagni sconfiggono i colori gialloblù, una delle dirette concorrenti per la promozione.
Si giunge così a quella data storica, la città è vestita a festa e che attende con trepidazione il fischio d’inizio della partita contro il Lecce, match che potrebbe significare l’apertura delle porte del “Paradiso”, il raggiungimento di un traguardo insperato e che fino a pochi anni orsono poteva essere considerato pura follia, pura utopia di un “visionario” di nome Marcello Melani per tutti “Il Faraone” che aveva pronunciato queste parole nel corso di un incontro con la tifoseria arancione al cinema Lux.
La realtà supera qualsiasi fantasia perché Frustalupi, Guidolin, Lippi e compagni sono prossimi all’impresa. Migliaia di bandiere, striscioni, sciarpe colorano il “Comunale” di Via delle Olimpiadi fin da un ‘ora e mezzo prima dell’inizio della partita che può significare la storia per il calcio cittadino, 10.000 persone attendono i propri beniamini, un “Grazie arancioni con voi in A” accoglie l’”Olandesina”.
La partita come ci ricordano le cronache dell’epoca non produce azioni di rilievo ma soprattutto evidenziano quanto segue:
«La gente pareva impazzita. Il clima freddo di una giornata uggiosa non tratteneva i tifosi nel manifestare la loro gioia, migliaia di bandiere, di garofani arancione dalla vicina Pescia. La partita non offre spunti tecnici di rilievo. Entrambe le squadre si accontentano, anche se come ricordano le cronache dell’epoca, i tifosi arancioni hanno iniziato a protestare per il non gioco delle due protagoniste eccetto un tiro a lato di Re davanti a Moscatelli e un tiro improvviso di Mosti deviato da Nardin, infine un’invasione anticipata dei sostenitori arancioni. Ma l’arbitro Altobelli non aveva ancora fischiato la fine. Intervenivano i giocatori che allontanavano centinaia di ragazzi e la partita poteva concludersi regolarmente […]»1.
Sulla pagina sportiva del Corriere della Sera, Franco Melli scriveva quanto segue:
«Pistoia 94.000 abitanti, città di piante ornamentali e stabilimenti Breda diventa calcisticamente importante dopo ben 51 anni dall’ultimo campionato nella massima, campionato datato 1928 – 1929, nell’ultima stagione a due gironi e poi solo crisi irreversibili, anonimato, football da cortile, quasi mezzo secolo di inutili speranze. Nell’estate del 1974 Marcello Melani, il presidente più superstizioso d’Italia, con tre chiodi in tasca come portafortuna e pochi quattrini a disposizione, prese la squadra in serie D. I tre chiodi consumati dalla prodigiosa escalation di sei anni, sono riapparsi nelle sue mani, ieri sera alle diciannove, allorché la Pistoiese ha avuto la matematica certezza della promozione, dopo novanta minuti di tacito patto di non aggressione con il Lecce, egualmente interessato a spartire la posta della sua permanenza in B […]. No, la festa approntata dai rioni Leon d’Oro, Cervo Bianco, Grifone e Drago non poteva essere rovinata da nessun atto di insubordinazione, da nessun brutto scherzo della squadra di Mazzia, disposta al tango e alla melina lungo l’estensione del terreno […].
Viva la Pistoiese, per tutto quello che hanno fatto i suoi «vecchietti» nella lunga maratona d’annata: quattro sconfitte soltanto, e sedici risultati utili consecutivi, prima di arrivare al paradiso, senza mai strombazzare meriti. In umiltà, quasi in silenzio […]»2.
L’allenatore Riccomini elogiava la squadra in blocco, sottolineava che il gruppo aveva giocato con intelligenza senza mai strafare, senza produrre un grande spettacolo pur mantenendo un grande equilibrio. Non avevano ceduto all’arrendevolezza in presenza di risultati sfavorevoli e neppure si erano esaltati di fronte alle vittorie. A suo dire due erano stati gli episodi determinanti il primo relativo all’infortunio di Lippi ed è stato egregiamente sostituito nel ruolo di libero da Mario Frustalupi e l’altro riguardante l’infortunio allo stesso Frustalupi degnamente sostituito da Giorgio Rognoni che ne prenderà il posto in cabina di regia. Questi due cambi, secondo il tecnico piombinese non avevano scalfito il rendimento.
A sua volta sulle pagine del quotidiano L’Unità si poteva leggere:
«E così la Pistoiese, una squadra rinnovata per sei undicesimi, partita con il solo proposito di rimanere in serie B, ha invece sovvertito ogni pronostico e dopo 50 anni torna nella massima serie. Emblematico a tale proposito lo striscione messo in mostra dai tifosi arancioni della gradinata centrale che, insieme a quelli delle curve, al fischio finale, hanno invaso il campo di gioco per festeggiare la promozione […]. E veramente i tifosi pistoiesi devono proprio ringraziare non solo i giocatori, alcuni dei quali, dati per spacciati (vista l’età avanzata), sono rifioriti, non solo il presidente Marcello Melani che non appena eletto si impegnò a portare la squadra in A nel giro di pochi anni, ma soprattutto, i tifosi e gli sportivi di Pistoia devono ringraziare Enzo Riccomini, l’allenatore che ha veramente fatto i miracoli in quanto, come abbiamo già detto, ha rigenerato elementi come Rognoni (34 anni), Lippi (32 anni), Berni (31 anni), Luppi (32 anni), per non parlare di capitan Frustalupi (38 anni) che solo negli ultimi due mesi non ha potuto giocare a causa di un grave infortunio e il centravanti Saltutti (33 anni) che da tre domeniche, dopo aver segnato oltre dieci gol, è rimasto relegato in infermeria per uno strappo. Festeggiamenti che si sono avuti anche in Comune: il sindaco, compagno Renzo Bardelli e l’assessore allo Sport, Enea Cotti, nel corso di un ricevimento hanno consegnato una targa ricordo a tutti giocatori, ai dirigenti e ai’ componenti dei centri di coordinamento. Nel corso della cerimonia il primo cittadino di Pistoia ha ricordato che l’Amministrazione comunale manterrà gli impegni presi e cioè che con il miliardo stanziato (in parte anche dall’Amministrazione provinciale) lo stadio sarà ampliato e la sua capienza sarà portata a 30 mila posti; saranno conclusi i lavori stradali per un più rapido collegamento con lo stadio»3.
Il 14 settembre al Comunale di Torino iniziava l’avventura nel massimo campionato e iniziava con una sconfitta causata da un gol di Patrizio Sala. Il girone d’andata, caratterizzato dall’arrivo dell’ex CT della Nazionale Edmondo Fabbri, fu di spessore visto che il 18 gennaio in virtù della vittoria contro i viola salivano al sesto posto in piena zona UEFA. L’entusiasmo è alle stelle, la settimana successiva saliva a Pistoia la Roma di Falcao e Pruzzo. I giallorossi vanno vantaggio al secondo minuto con Pruzzo ma gli arancioni non demordono e giocano un secondo tempo a dir poco eccellente, “assediano” gli uomini di Liedholm e al 65° viene fischiato un rigore a loro favore. Sembra il preludio al pareggio ma Chimenti sbaglia dagli undici metri e al 67° un’involontaria autorete di Borgo fa raddoppiare la Roma, che dilaga con Conti e nuovamente Pruzzo. La partita contro la Roma paradossalmente rappresenta l’inizio dell’involuzione per i colori arancioni che da quel momento in poi otterranno soltanto tre punti per chiudere mestamente all’ultimo posto della classifica finale. Il “Paradiso” durerà soltanto un anno e alla fine della stagione 1980 – 81 torneranno in serie B dove resteranno fino al termine del campionato cadetto 1983 – 84. Seguiranno anni difficili caratterizzati da fallimenti, discese, risalite per giungere infine all’amarissimo campionato di C appena concluso che ha purtroppo decretato la discesa in serie D.
Nonostante le ultime vicende la promozione in serie A resta una pagina indelebile nella storia del calcio arancione e nella memoria cittadina così come lo è e lo sarà sempre quel campionato, un torneo come già ricordato concluso con la retrocessione in serie cadetta ma che ebbe modo di rivelare Paolo Benedetti, autore del primo gol nella massima serie e che sarà tra i migliori giovani di quella stagione da tanto ricevere la chiamata dalla nazionale Under 21. Diverso sarà il destino di Luis Silvio da sempre associato ai “bidoni” del calcio italiano anche se l’equivoco fu generato, come raccontano le cronache dell’epoca e no, da una errata interpretazione sul suo ruolo in quanto si definì ala e non punta come ebbe a tradurre l’allenatore in seconda Giuseppe Malavasi. Oltre a ciò, si aggiunge che in quella stagione fu raggiunto il record di spettatori sulle gradinate del “Comunale” ben 29.000 nella partita di ritorno contro la Juve di Trapattoni.
Pur essendo stata fugace l’apparizione nel massimo campionato il terreno del “Comunale” fu calcato da campioni quali Falcao, Pruzzo, Krol, Beccalossi, Altobelli, Scirea, quelle domeniche restano e resteranno per sempre indimenticabili per i colori arancioni, per i suoi tifosi e per una città. Ai protagonisti della promozione e anche a quelli dell’anno della Serie A va rivolto un sincero e sentito grazie per le emozioni che hanno fatto vivere a un’intera città ma anche a un’intera provincia.
Fonti:
1La Pistoiese sale in serie A dopo 52 anni, in Stampa Sera del 2 giugno 1980
2Pistoia dopo 51 anni si riaffaccia in «A», in Corriere della Sera del 2 giugno 1980
3Gli «arancioni» in serie A dopo cinquant’anni, in L’Unità, 2 giugno 1980.