GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
L’Europa boccia il re del mondo
Era stata la sua estate e quella di tutto il popolo argentino. Una vittoria del Mondiale ottenuta dimostrando uno strapotere tecnico assoluto, una caratura internazionale mai vista prima. Il dio Diego da Vila Fiorito aveva saputo stupire il mondo attraverso serpentine ubriacanti e gol di mano non visti e, per questo, quasi immortali.
In quel Settembre del 1986, però, bisognava finalmente pensare al campionato. Lo squadrone c’era e i tempi sembravano maturi. Era il momento di dedicarsi al suo Napoli, con l’obiettivo non tanto nascosto di conquistare uno scudetto solo accarezzato negli anni ’70.
L’inizio della Seria A aveva fatto ben sperare grazie alla vittoria di Brescia, salvo poi far ricredere i tifosi con i due pareggi consecutivi contro Udinese ed Avellino. Il 1° Ottobre del 1986, la squadra di mister Bianchi era chiamata a giocarsi il ritorno dei 32esimi di finale di Coppa Uefa. Avversario il Tolosa, già battuto all’andata a Napoli grazie al gol di Carnevale.
Quel giorno i propositi erano buoni, così come la voglia del Pibe di mandare avanti in Europa il suo amatissimo Napoli. Rimarranno soltanto buoni propositi, schiacciati dall’importanza della posta e da una compagine francese pronta a vendere cara la pelle fino alla fine. Il ritorno finirà così come l’andata, con i padroni di casa vittoriosi sugli ospiti.
Si andrà ai calci di rigore e sbaglieranno due calciatori simbolo, due amici accomunati anche dal destino dal dischetto. Prima Bagni e poi proprio lui, il 10. Il suo tiro dagli undici metri, curiosamente, non verrà visto da nessuno. Il collegamento televisivo si interruppe proprio in quel momento, salvo poi ritornare quando già il pubblico transalpino festeggiava in campo.
Sembrò l’inizio dell’epilogo di quella squadra. Sarà l’inizio della leggenda.
Gli azzurri conquisteranno il primo storico Scudetto, iniziando un ciclo che in quattro anni porterà due titoli, e due secondi posti … oltre ad una Coppa Uefa, naturalmente.