1975: l’Atletico Madrid vince la Coppa Intercontinentale
Da un punto di vista del calcio internazionale per club, il 1975 presenta, nel primo quadrimestre, un’appendice dell’anno precedente: l’Atletico Madrid vince infatti la Coppa Intercontinentale edizione 1974. La sfida per la conquista del prestigioso trofeo si articola in due partite, giocate il 12 marzo e il 10 aprile del 1975.
L’anno prima, per i madrileni c’era stata un’amara e un po’ sfortunata sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni contro il Bayern di Monaco. I castigliani, in vantaggio per uno a zero, su bel gol nato da un calcio di punizione magistralmente battuto da Luis Aragonés, furono raggiunti dai bavaresi a pochi secondi dalla fine dei tempi supplementari, con un gol di Schwarzenbeck su tiro dalla distanza.
In quegli anni non erano previsti i rigori per decidere l’esito dell’incontro. Nella ripetizione della finale, i “colchoneros” pagarono probabilmente gli effetti psicologici della vittoria sfumata nella finale precedente. In effetti, gli spagnoli furono sconfitti per quattro a zero.
La possibilità per l’Atletico Madrid
Ma, come nel caso dell’anno prima, quando l’Ajax vincitore della Coppa dei Campioni aveva rinunciato a giocarsi la Coppa Intercontinentale lasciando il posto alla Juventus, anche nel 1974 il Bayern aveva rinunciato a giocare la più importante competizione per club, “abdicando” proprio in favore dei madrileni.
La differenza tra il 1973 e il 1974 è che la Juventus perse la finale secca di Coppa Intercontinentale, mentre l’Atletico uscì vincente dal doppio scontro di andata e ritorno contro l’Indipendiente di Avellaneda. La vittoria del massimo trofeo per club, agli occhi dei “colchoneros ” può essere quindi vista come una parziale compensazione, per la delusione legata alla sconfitta in Coppa dei Campioni col Bayern.
L’atletico e l’indipendente
Dell’Atletico e dell’Indipendiente ho già avuto modo di parlare nel primo volume del mio libro sul calcio anni Settanta, in cui scrivevo:
“[…] Nell’Atletico di Madrid, due nomi arrivati fino ai posteri sono quelli del numero uno Miguel Reina (padre di Pepe che, in anni recenti, ha giocato nel Napoli, nel Milan e nella Lazio) e di Luis Aragonés che, da allenatore della nazionale spagnola, vinse il Campionato Europeo del 2008.”
Poi, va ricordato il Mister che quell’anno guidava i “colchoneros”: l’argentino Juan Carlos Lorenzo, che in Italia giocò con la Sampdoria e allenò Roma e Lazio, mentre da allenatore nel suo paese sedette sulle panchine di tutti i grandi club di Buenos Aires.
I leader di quella squadra
Reina è ricordato dai tifosi dell’Atletico per le frequenti uscite di pugno e i suoi lanci di mano che arrivavano a coprire una distanza di una cinquantina di metri.
Luis Aragonés ai tempi era quasi a fine carriera (sarebbe passato nei mesi successivi ad essere proprio l’allenatore dei “colchoneros”, vincitori della Coppa Intercontinentale), ma era ancora un attaccante prolifico che, tra l’altro, lasciò il segno nella prima finale di Coppa Camponi e che, più in generale, fu uno dei più grandi goleador del campionato spagnolo.
Oltre a loro, della difesa degni di nota sono José Luis Capón, nazionale spagnolo, difensore versatile capace di giocare a destra e a sinistra; Heredia, nazionale argentino e libero di qualità; Eusebio Bejarano, difensore centrale che fece quasi tutta la sua carriera nell’Atletico Madrid.
A centrocampo, tre elementi di qualità erano Ufarte, Salcedo e Adelardo. Ufarte era un galiziano che aveva iniziato la propria carriera in Brasile, giocando nel Corinthians e nel Botafogo. Salcedo era un centrocampista che aveva anche discreta capacità realizzativa.
Adelardo era una bandiera dell’Atletico, con uno dei più alti numeri di presenze nel club madrileno. Giocatore dalle spiccate caratteristiche offensive, Adelardo giocava da trequartista ma fu anche schierato come ala destra. Infine, Irureta: un attaccante con discreta propensione al gol che annoverava anche qualche presenza nella nazionale spagnola”.
I titolari nelle finali
L’ossatura dei “colchoneros” nelle finali di Coppa Intercontinentale era più o meno quella che ho presentato nella citazione sopraccitata. La principale differenza, come già detto, era nella figura del trainer, passata alla fine del novembre 1974 da Juan Carlos Lorenzo a Luis Aragonés.
L’indipendente
Per ciò che riguarda l’Indipendiente di Avellaneda, degni di nota l’uruguayano Ricardo Pavoni e il peruviano Percy Rojas, insieme agli argentini Agustín Balbuena, Ricardo Bochini e Daniel Bertoni. Ricardo Pavoni, a lungo capitano del club argentino, era un difensore uruguagio che fece quasi l’intera carriera nei “Rojos”.
Percy Rojas, quell’anno Campione in Coppa America con il suo Perù, era un attaccante con un discreto senso del gol. Agustín Balbuena era un altro attaccante con buona propensione al gol che, tra l’altro, aveva fatto parte della nazionale argentina al Mondiale del 1974 (nazionale che però non si era certo coperta di gloria, subendo un pesante quattro a zero dagli olandesi).
Quanto a Ricardo Bochini non credo sia conosciuto al grande pubblico italiano (ma sicuramente lo è per gli appassionati di calcio argentino). Si tratta di un giocatore forse non molto famoso fuori dal Sudamerica probabilmente per il fatto di avere fatto l’intera carriera in Argentina, nelle file dell’Indipendiente, e per avere trovato poco spazio nella sua nazionale.
Ottimo centrocampista offensivo, dotato di tecnica e dribbling, Bochini è forse ricordato dai tifosi juventini meno giovani per essere l’autore del gol partita, nella finale di Coppa Intercontinentale precedente, tra Indipendiente e Juventus, giocata a Roma nel novembre del “73.
Sicuramente più conosciuto agli italiani è Daniel Bertoni (Fiorentina, Napoli e Udinese). Centrocampista allora ventenne, dotato di un tiro potente, Bertoni diventerà campione del mondo nel ’78.
Fatte a grandi linee le presentazioni delle due squadre, possiamo passare ai resoconti delle finali.
I resoconti delle finali
La partita di andata. In Argentina, il tecnico spagnolo Luis Aragonés imposta un match molto difensivo e riesce a limitare i danni con una sconfitta per uno a zero. L’autore del gol argentino è Balbuena, con un perfetto diagonale, tirato dalla sinistra, che va ad insaccarsi nella porta dei madrileni. È il minuto 34 della partita e il risultato non cambierà più: Indipendiente uno Atletico zero.
Nella finale di ritorno l’allenatore dei madrileni cambia completamente l’approccio alla partita e imposta il match in modo offensivo. L’Atletico va in vantaggio nel primo tempo: assist di Gárate dalla fascia di destra e gol di Irureta con un colpo di testa che fa la barba al palo alla sinistra di Pérez. Un gol che in qualche modo annulla il vantaggio acquisito dagli argentini all’andata. Poi, verso la fine della ripresa i “colchoneros” segnano il gol del due a zero.
Heredia riceve palla su calcio di punizione, colpisce di testa e indirizza il pallone verso il centro dell’area argentina. Ruben Hugo Ayala, detto “el ratón”, è svelto ad evitare l’intervento di due o tre avversari e calcia in porta, superando il numero uno dei “Rojos” con un forte tiro di sinistro. Una rete, la sua, che sancisce la conquista del titolo da parte del club di Madrid.
Tabellino della finale di andata.
12 marzo 1975. Stadio Almirante Cordero, Avellaneda.
Independiente Atletico Madrid 1-0
Reti: 34′, Balbuena.
Arbitro: Charles Corver (Olanda).
Independiente: Pérez, López, Pavoni, Comisso, Galván, Sa, Balbuena, Rodríguez (Semenewicz, 57′), Rojas, Bochini, Bertoni (Giribert, 83′).
Atletico Madrid: Reina, Mero, Heredia, Benegas, Capón, Eusebio, Alberto (Heraldo Becerra, 46′), Adelardo, Irureta, Gárate, Rubén Ayala.
Tabellino della finale di ritorno.
10 aprile 1975. Stadio Vicente Calderon, Madrid.
Atletico Madrid-Independiente 2-0
Reti: 22′, Irureta, 85′, Rubén Ayala.
Arbitro: Carlos Robles (Cile).
Atletico Madrid: Pacheco, Mero, Heredia, Eusebio, Capón, Adelardo, Irureta, Alberto (Salcedo, 27′), Aguilar, Gárate, Rubén Ayala.
Independiente: Pérez, López, Pavoni, Comisso, Galván, Carrica, Balbuena, Saggiorato, Rojas (Rodríguez, 62′), Bochini, Bertoni.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)
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