GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
“Colby, gli dica di passarmi il pallone qui che io poi faccio così, così, così, così, così, così … gol. Facile!”
Le mani asciugate sull’elegante velluto della tribuna presidenziale. Lo sguardo fiero e sincero, orgogliosamente inglese. E poi un leggero inchino con il capo, a salutare la Regina del popolo anglosassone. La storia di Bobby Moore si intreccia, inevitabilmente, con quel magnifico pomeriggio del 1966. 30 Luglio, Stadio di Wembley, finale della nona Coppa del Mondo di calcio.
Sarebbe potuto essere un giorno anche brutto, se non ci fosse stato l’intervento deciso e incorruttibile di Tofik Bakhramov, guardalinee sovietico al quale toccò delineare il destino di un torneo rimasto incredibilmente moderno. Quel gol di Geoff Hurst, probabilmente non proprio oltre la linea, permise all’Inghilterra di conquistare il suo primo (e finora unico) alloro iridato.
Un capitano gentile Moore, un numero 6 apprezzato per classe ed eleganza. La faccia da bravo ragazzo e i capelli di un rosso acceso. Lo stesso rosso delle maglie di quella squadra irripetibile, unica vittoriosa nella centenaria storia dei maestri. L’Inghilterra sarà il suo regno felice per più di 100 volte, permettendogli di stabilire un record di presenze battuto soltanto dall’eterno Shilton. Proverà perfino a bissare il trionfo casalingo, questa volta nel caldo asfissiante di Città del Messico. In quel mondiale rimarrà schiacciato dalla vendetta tedesca, ma riuscirà a giocare una partita sontuosa contro il Brasile dell’amico Pelè e a realizzare quello che da molti viene considerato l’intervento difensivo perfetto: una scivolata con il piede di richiamo, pulita, in anticipo, in area di rigore e contro il velocissimo Jairzinho.
Roba da campioni.
Alle generazioni future rimane l’immagine di un capitano gentiluomo, di un difensore pulito e dalle movenze sontuose. Molto più Scirea che Baresi. Famoso per aver alzato l’unica Coppa Rimet di Sua Maestà e per aver interpretato Terry Brady, giocatore dell’iconico Fuga per la Vittoria.