Storie di Calcio

11 Marzo 1981: Oscar Damiani fa sognare Napoli

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Napoli in delirio

Stagioni e polemiche da ricordare, iniziate nel decennio d’oro del pallone, quando tutti volevano diventare protagonisti di un campionato unico.

Se le partite vengono ricordate soprattutto per gli episodi, il torneo del 1980/81 rimane marchiato da un gol fantasma di Maurizio Turone, colpitore di testa dalle capacità acrobatiche e involontario, quanto sconsolato, protagonista di una rete rimasta nella storia italiana.

Per farla nostra, l’esclamazione dell’inglese Lineker potrebbe recitare così: “Si gioca in undici contro undici ma, alla fine, vince sempre la Juventus”.

L’eccezione che conferma la regola non riguarda, però, quell’anno di preparazione al Mondiale spagnolo. Dopo una corsa a tre durata gran parte di stagione, la Vecchia Signora riesce a sbaragliare la concorrenza con un distacco di soli 2 punti sulle inseguitrici più ostinate. Tra queste, oltre alla Roma destinata a divorare il primo quinquennio ottanta, il sorprendente Napoli di Rino Marchesi.

L’11 Marzo del 1981, davanti agli 80.000 del San Paolo, arriva l’Ascoli del non ancora famoso Mazzone. E’ un mercoledì, si gioca il recupero della partita rimandata a causa dei tragici eventi dell’Irpinia.

I partenopei, sulla scia di una classifica sempre più convincente, decidono di giocarsi le possibilità di vittoria con un tridente tutto tenacia e sacrificio: Damiani, Speggiorin e Pellegrini. Si respira aria di vetta, cosa poco consueta a quelle latitudini.

Napoli è al seguito dei suoi condottieri, guidati con tenacia e astuzia da un “tulipano” freddo e pacato, tale Ruud Krol da Amsterdam.

Sarà proprio Oscar Damiani a regalare il gol vittoria, dopo una partita dal risultato incerto, fatta di continui capovolgimenti di fronte. Un colpo di testa imperioso e furbo, a beffare la resistenza di Scanziani e del portiere Pulici.

Prove di grandezza quel giorno di 40 anni fa. Su La Gazzetta dello Sport del 12 Marzo 1981, le affermazioni degli allenatori di Milan, Juventus e Inter indicheranno un timore sempre meno palesato. Trapattoni definirà il Napoli “una pretendente a tutti gli effetti allo scudetto”; Liedholm, dal canto suo, vanterà le lodi di “una squadra in salute”; Bersellini rimarrà sorpreso da una “squadra così ricca di personalità”.

Alla fine del torneo, Marchesi si dovrà accontentare del terzo posto, a sei lunghezze dalla Juventus e a quattro dalla Roma.

Bisognerà aspettare altri sei anni, ma il San Paolo e Napoli apriranno gli ’80 con la convincente speranza di poter diventare unici.

 

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