GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) –
“Forse un carattere difficile ma dal talento puro che è riuscito a farsi amare a Udine e a Napoli, due città lontanissime geograficamente…”
Il 1987 è l’anno dello scudetto del Napoli e a quell’evento sono legati film, racconti e inevitabilmente gli eroi che ne hanno fatto parte. Uno di questi è Andrea Carnevale, che oggi, 12 gennaio, compie 60 anni.
Inizia la sua carriera nel 1977 nel Fondi, per poi passare al Latina l’anno successivo.
Rimane confinato in serie C fin quando, nel 1979, Luis Vinicio detto “O’Lione” allora nell’Avelino, lo porta in Serie A a soli 18 anni. Esordirà l’11 maggio 1980 in un Avellino – Roma (0-1).
Fino a quel momento, la vita di Carnevale era stata una strada in salita lastricata di problemi familiari. Il padre infatti, manovale emigrato in Germania, al suo ritorno in Italia, uccide la madre a colpi d’ascia mentre si trovava sul greto del fiume per lavare il bucato, lasciando soli lui e i suoi 6 fratelli, visto che fu internato in un manicomio criminale. Uscitone anni dopo, si suicida. Questa tragedia segna irrimediabilmente la vita del giovane calciatore, che porterà i segni fino all’età adulta.
L’esperienza all’Udinese invece, segna l’inizio della sua brillante carriera confermando le sue doti da attaccante puro nell’area piccola, nonostante il carattere difficile. Ottimo uomo sponda, bravo con i piedi e quasi infallibile con la testa, aveva un senso della posizione molto spiccato e una grande capacità di essere decisivo nelle azioni più importanti.
Al Friuli ha segnato 16 gol, presentandosi così al Napoli con un curriculum di tutto rispetto.
La squadra che lo accoglie è il Napoli dei sogni. Si allena con Bagni, Maradona e Careca e non può essere che un evento straordinario.
Andrea Carnevale si ritaglia un posto nel cuore dei compagni e dei tifosi, risultando subito uno dei calciatori più amati, anche se nettamente inferiore al tridente offensivo titolare, poiché si è sempre distinto per carattere e disponibilità. Inoltre, è suo l’indimenticabile gol del 10 maggio 1987 in Napoli – Fiorentina finita 1-1, con il quale regala lo storico scudetto ai partenopei.
Poi la Coppa Italia, la Coppa UEFA e il secondo scudetto. Tutto perfetto.
Talmente perfetto che qualcosa si rompe. Arriva il momento della nazionale visto che il c.t. Azeglio Vicini stravede per lui e lo vuole come punta titolare nel mondiale delle Notti Magiche, quello nostrano del 1990. Nei piani del tecnico, la coppia d’attacco doveva essere Vialli – Carnevale, ma il progetto dura solo due partite ed entrambe le volte viene sostituito da Totò Schillaci. La seconda volta, uscendo, rivolge anche un sonoro “vaffa…” a Vicini, che lo elimina definitivamente dai suoi piani. Schillaci nel frattempo segna ed entra nella storia del mondiale. Due carriere parallele eppure così distanti. Da quel momento infatti quella di Schillaci prenderà il volo, mentre quella di Carnevale da lì in poi avrà solo problemi.
Da Napoli poi torna a Udine, poi alla Roma per un anno, dal 1990/91, dove viene denunciato per doping dal compagno di squadra Peruzzi. Rientrato dopo un anno gioca prima a Udine e poi a Pescara, dove concluderà la sua carriera. Ha totalizzato complessivamente 255 presenze e 66 reti in Serie A e 151 presenze e 48 reti in Serie B.
I suoi problemi però non finiscono. Nel 2002, anno dei mondiali in Giappone e Corea, viene arrestato per detenzione e spaccio di cocaina. Quello scandalo lo porta agli arresti domiciliari nel 2003 e finisce coinvolto in una nota indagine di Vip e droga insieme a Gianfranco Miccichè ed Emilio Colombo tra gli altri nomi famosi. Anche Paola Perego, sposata qualche anno prima e madre dei suoi due figli Giulia e Riccardo, chiede il divorzio, portandolo così a toccare il fondo. Come molti dei giocatori di quel Napoli stellare, il demone della cocaina si era impossessato di lui, di quell’uomo difficile e dalla vita sfortunata, ma con una grande forza d’animo.
Fu proprio questa forza che lo aiutò ad uscirne e a ripulirsi completamente. Arrivò addirittura a candidarsi, anche se con poco successo, al Parlamento Europeo nelle liste dell’UDEUR.
In quel periodo, arriva il suo progetto più grande, “l’altra metà del suo cuore”, ed entra a far parte del team dell’Udinese di Pozzo, progetto per il quale collabora da oramai diversi anni, girando il mondo alla ricerca di giovani talenti da regalare all’universo calcistico che gli ha dato tanto.
Carnevale è stato un attaccante molto particolare, con un carattere difficile ma dal talento puro che è riuscito a farsi amare a Udine e a Napoli, due città lontanissime geograficamente, ma vicine per cuore e passione calcistica, che hanno riconosciuto in lui il campione e l’uomo. Ha dimostrato a tutti che non è mai troppo tardi per ricominciare e fare la cosa giusta, diventando stimato dirigente che è stato più forte degli ostacoli che la vita gli ha messo davanti, un vero campione.