GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Il campionato 1971/72 fu uno dei più belli ed entusiasmanti di sempre. Una lotta a quattro terminata il 28 Maggio con la conquista dello Scudetto da parte della nuova e giovane Juventus targata Boniperti. Distanti soltanto un punto, due eterne rivali dei bianconeri: il Torino ed il Milan (con il Cagliari di Riva giunto a quattro lunghezze).
La svolta del torneo si ebbe tra Gennaio e Marzo. I ragazzi di Rocco, concentrati sull’obiettivo finale, giocarono la sfida di ritorno contro la Vecchia Signora il 20 Gennaio del 1972. Il Comunale di Torino, quel giorno, sembrava più un campo di patate che un campo di calcio. Fango ovunque e coordinazione impossibile. L’incontro terminò sull’1-1, nonostante i milanisti avessero reclamato per un rigore piuttosto netto, per fallo di mano in area. Quel rigore Lo Bello non lo concesse, rettificando poi la sua posizione nell’edizione serale della Domenica Sportiva. Una ammissione che lasciò l’amaro nella bocca di tutto il popolo meneghino.
Il 12 Marzo, due giornate dopo, Rivera e compagni erano attesi da Riva e dal suo Cagliari. I sardi potevano contare su uno squadrone ormai consolidato dai successi del triennio precedente, squadrone distante soltanto un punto dalla coppia Milan-Torino e tre dalla Juventus.
Al vantaggio di Gori rispose la caparbietà sotto porta di Bigon. Un 1 a 1 durato fino al minuto 87′, quando la comodità di un pareggio annunciato lasciò il posto all’inizio di una polemica rimasta nella storia. Riva, cercando di liberarsi in area, aveva colpito il braccio di un difensore milanista. Un tocco involontario che però venne sanzionato con il rigore dall’arbitro Michelotti. Stessa situazione di Torino ed ennesima svista contro il Milan.
Dopo la partita, terminata con la vittoria del Cagliari (che fece sprofondare i rossoneri a meno quattro dalla Juve), nonostante il silenzio stampa imposto da Rocco, capitan Rivera si lasciò andare ad uno sfogo rimasto nella storia, sfogo rivolto a tutto il calcio italiano (da La Gazzetta dello Sport del 13 Marzo 1972):
“Finché dura Campanati sarà sempre così. Tutto è cominciato tre anni fa con un certo Sbardella. Mi aspettavo che Campanati ci mandasse il siluro nella partita di Torino, invece lo ha fatto meglio qui. Anche a Torino era riuscito in parte il suo piano, ma almeno con una certa eleganza. […] Non ho paura, vado anche alla magistratura ordinaria se occorre. L’unica logica che c’è in queste cose è che bisogna far perdere il Milan. […] E’ il terzo campionato che ci portano via gli arbitri”
Quelle parole costarono al Golden Boy tre mesi e mezzo di squalifica.