GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto) – Domenica 12 ottobre 1969: nell’anniversario della scoperta dell’America, il Cagliari trova la vetta solitaria della classifica. È la quinta giornata e il ‘Casteddu’ arriva a Firenze da secondo della classe, una lunghezza dietro la Viola campione d’Italia.
“Giocando i fiorentini tutti sul centro, anche i cagliaritani, per seguire i loro diretti avversari, stavano ammassati in mezzo al campo in modo che a tratti pareva un incontro fra ragazzini, quando tutti corrono appresso al pallone” (Cit. La Gazzetta dello Sport, 13 ottobre 2019)
Una gara che vede la Fiorentina sbilanciata in avanti e un Cagliari che, come da copione, attende di colpire in contropiede. Tattica che avrebbe inflitto seri danni ai padroni di casa se Riva e Domenghini non fossero stati un po’ troppo egoisti.
“Al ’21 il giusto rigore per il fallo stupido di Rizzo che atterrava Zignoli con uno spintone plateale ben dentro l’area: calcia Riva, sulla sinistra di Superchi e segna” (Cit. La Gazzetta dello Sport, 13 ottobre 2019).
I sardi vincono quindi di misura e si ritrovano al comando in solitudine: vi rimarranno fino al 26 aprile, due settimane dopo la matematica conquista dello scudetto. Rombo di tuono sintetizzò così la vittoria di quello storico tricolore: “Quando arrivai nel 1963 ero un ragazzo e non riuscivo a capire dove ero capitato. Poi cambiò tutto. Trovavamo tifosi dovunque andavamo. Gente che veniva dalla Germania, dal Belgio, dalla Svizzera. Per molti la Sardegna era la terra dei banditi e dei pastori: ci chiamavano così, quando andavamo al Nord. E noi buttavamo in campo tutte le forze che avevamo in corpo. Quello scudetto fu eccezionale per tutti. Noi capivamo che stavamo contribuendo a creare qualcosa di nuovo. Ora dici Sardegna e pensi al paradiso del mare, alle vacanze. Ma in quegli anni l’isola era un luogo di punizione. Tutto cambiò, grazie anche al nostro tricolore”.
Se il 12 aprile 1970 il Cagliari ha completato l’opera, il 12 ottobre di cinquant’anni fa i rossoblù scrivevano un capitolo fondamentale di quel romanzo.