È il salotto di Torino. Il Caval ed Bronz, il monumento a Emanuele Filiberto di Savoia, e le chiese gemelle.
Inaugurata nel 1638 come Place Royal da Madama Cristina di Francia, piazza San Carlo dal 1948 ha il cuore a strisce bianconere. Qui il popolo juventino si raduna per celebrare le vittorie più belle. E sono davvero tante. Indirizzo ufficiale dal 1948 al 1964, al numero 206 si brindò alla prima stella.
Uffici austeri e autorevoli, che però non possono essere citati trascurando l’adiacente Caffè Torino. Atmosfera di altri tempi, marmi pregiati e lampadari sontuosi, i contratti, che allora erano spesso semplici strette di mano tra galantuomini, venivano spesso siglati al bancone o seduti a questi tavolini, sotto i portici così tipici, sorseggiando un bicerin o una bibita del momento.
Di fronte all’ingresso del caffè, se si abbassa lo sguardo, si vede il toro rampante. Osservando bene, si scorge un piccolo avvallamento dettato dall’usura. L’effigie, simbolo e stemma della città, è da molti anni oggetto di superstizioni e pare che calpestarlo proprio lì porti molta fortuna. Quella che, in effetti, ha avuto la Juventus.
Non possiamo però nascondere che questa piazza incarna anche due dei dolori più forti della storia bianconera. Qui nel 1956 venne allestita la camera ardente di Giampiero Combi, scomparso per un infarto improvviso, ed è qui che il 3 giugno 2017 la calca è stata fatale a Erika Pioletti. Avrebbe solo voluto vedere la finale di UEFA Champions League. Avrebbe solo voluto tifare.