GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
La vendetta di Sunderland
Il Mondiale che si aprì in quel Luglio del 1966, avrebbe dovuto rappresentare la rinascita calcistica di un movimento nettamente in salute. L’Italia aveva saputo consegnare al calcio europeo due formazioni tra le più forti del continente; l’Inter di Herrera ed il Milan di Rocco, diametralmente agli antipodi l’uno dall’altro, ma protagoniste contro le corazzate Benfica e Real.
La prima partita di quell’edizione inglese, i ragazzi di Edmondo Fabbri l’avrebbero giocata contro i sudamericani del Cile. Proprio loro, protagonisti indiscussi di una edizione, quella del ’62, e di un incontro, la battaglia di Santiago, che finirono per lasciare il segno nella memoria e sulle facce di molti calciatori italiani, che quel 2 Giugno scesero in campo contro uno stadio alquanto avverso ai colori azzurri.
Pronti via e l’Italia di Mazzola, Rivera e Bulgarelli passa in vantaggio. Questa volta, lo stadio è il perfetto Roker Park di Sunderland. A siglare l’1-0 sarà il figlio d’oro, quel Sandrino Mazzola tutto tecnica, corsa e Inter. Una scivolata sotto porta dopo un tiro del numero 5 italiano, deviato al centro dell’area piccola da Olivares.
Poi, a due minuti dalla fine, arriverà anche il raddoppio firmato Barison, abile e fortunato ad indovinare l’angolo alto alla sinistra del numero 1 cileno, dopo un tiro forte e preciso.
L’Italia di Fabbri, l’uomo che doveva diventare il nuovo Pozzo, inizierà l’avventura inglese nel migliore dei modi. Nessuno avrebbe immaginato che, a distanza di sei giorni, ci sarebbe stata la più grande disfatta calcistica nella storia azzurra, in uno stadio di Middlesbrough innamorato per un gruppo di coreani tenaci e fisicamente superlativi.