LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 13 marzo 2002 una Roma con lo Scudetto sul petto affronta il Galatasaray con l’obiettivo di entrare nei quarti di Champions League con un turno d’anticipo. C’è un’atmosfera ubriacante intorno la squadra giallorossa: si è appena stravinto un Derby (1-5) e nell’ultima gara giocata in Champions si è inflitto un roboante 3-0 al Barcellona. Oltre 60.000 spettatori fanno da cornice ad una partita che si preannuncia davvero molto intensa. La Roma attacca come sua consuetudine e alcune folate sembrano davvero irresistibili. Gli avversari giocano di rimessa, quasi in attesa di un errore difensivo.
Errore che arriva al 45′. Zebina disimpegna davvero male offrendo di fatto la palla a Umit Karan che evita Samuel e dal limite batte Antonioli. La partita è tesa e qualche contatto è al limite del regolamento. Lima e Hasan Sas si scontrano anche duramente, è un assaggio di ciò che succederà nel finale. Agli inizi della ripresa Aldair, subentrato a Zebina, lancia il connazionale Cafù che con un pallonetto agguanta il pareggio.
La partita finisce qui, 1-1 e discorso qualificazione rinviato al prossimo turno, e cioè a Liverpool per i giallorossi. Purtroppo non andrà nel migliore dei modi. A fine partita si assiste ad una maxi rissa, una sorta di tutti contro tutti, tra giocatori, rappresentati turchi e polizia italiana. La partita di calcio si trasforma ora in un incontro di Kick Boxing. Abbiamo raggiunto telefonicamente Francisco Govinho Lima detto “Duracell” per farci raccontare quanto accaduto quella sera e non solo.
Lima è ancora un giocatore di calcio nonostante ad Aprile prossimo compirà 46 anni. Continua a svolgere il mestiere di “centrocampista” nelle file dell’F.C. Otranto in Eccellenza, e la passione è la stessa di quando con Totti & Co. fece l’impresa in quel di Madrid: “Mi diverto ancora molto nel rettangolo verde, è la mia vita. Certo si tratta di categorie inferiori ma ci si allena duramente tutti i giorni. Sono ancora in forma fisicamente. Comunque a fine stagione appendo gli scarpini al chiodo. E’ la mia ultima stagione da calciatore. L’avventura ripartirà dalla panchina: sto seguendo il corso allenatori a Taranto. Poi andrò a Coverciano. Fare l’allenatore è la mia nuova sfida professionale”.
Il brasiliano è un autentico giramondo del pallone: Brasile ovviamente ma anche Turchia, Svizzera, Italia, Russia (dove vince lo scudetto con la Lokomotiv Mosca), Qatar e U.S.A. Chiediamo a Duracell di riavvolgere il nastro della sua vita da calciatore, intensissima, e di tornare a quel 13 marzo del 2002, a Roma – Galatasaray: “Quella serata la ricordo come la peggiore della mia esperienza giallorossa, l’episodio più negativo in assoluto. Brutta partita, dura e molto fallosa in campo. La stavano mettendo sulla rissa. E così è stato. Si è detto tutto e il contrario di tutto di quella serata. Io so solo che potevamo vincere la partita in maniera facile, avevamo tutti i mezzi per riuscirci. Non so davvero cosa sia successo. Io ho giocato in Turchia per ben due anni dal 1996 al 1998 nel Gaziantepspor e non c’era nessun interprete. Sono stato costretto quindi ad imparare il Turco. E’ una lingua che conosco. E proprio in turco il loro giocatore Hasan Sas mi ha detto: “Mi sono sc… tua madre”. Nessuno può parlare così di mia madre. Mi diceva poi “Vaff… negro di m…”.
Mi sono scatenato, non capivo più niente ho cominciato a darle a tutti quelli che mi si presentavano davanti. Poi Mister Capello e altri dirigenti della Roma ci hanno portato verso i gradini che conducono nel sottopassaggio e poi verso gli spogliatoi”.
Ne scaturisce anche un incidente diplomatico tra Italia e Turchia. Quest’ultima accusa i poliziotti italiani di aver usato le maniere forti nei loro confronti. Successivamente arriva anche la stangata UEFA: tre turni di squalifica per Totti e Lima, poi ridotti rispettivamente a due e una, un turno a Capello e Batistuta, una giornata di squalifica per il campo, poi condonata in appello, e 137.000 euro di multa. Al Galatasaray invece solo la multa di 247.000 euro. L’ UEFA è venuta incontro a Totti e Lima riconoscendo la «provocazione e premeditazione» da parte dei Turchi.
“Ho temuto” prosegue Lima “che la squalifica potesse essere dura, tale da compromettere la mia carriera. Per fortuna l’UEFA ha riconosciuto il fatto che io fossi stato provocato”.
Non si può non parlare del suo periodo all’ombra del Colosseo: “Ricordo l’accoglienza da parte di tutti appena andammo in ritiro. E poi la presentazione all’Olimpico davanti a 65.000 spettatori. Il mio nome urlato da Carlo Zampa e poi l’ovazione. Non mi era mai capitato nulla di simile, in quel modo. Indimenticabile. Era la Roma che aveva appena vinto lo Scudetto ed era piena di grandi campioni. Loro avevano appena fatto la storia, e anche io volevo farla con loro. Vincemmo subito la Supercoppa fu bellissimo. Anche io avevo contribuito a scrivere un pezzo di quella storia. Non potrò poi dimenticare i Derby, partite splendide da giocare, un’emozione senza eguali. L’esperienza nella Capitale mi ha dato molto, sia professionalmente sia umanamente. Sono stati davvero anni importanti per me. Sono rimasto in contatto con De Rossi, ogni tanto ci scriviamo. Sono un grande tifoso della Roma. Mi manca tanto Roma…mi manca tanto la Roma”.
Un ultimo pensiero: “Saluto e ringrazio tutti i tifosi giallorossi. Mi avete dato tanto. Alla Curva Sud dico: la squadra ha bisogno di voi”. Parola di “Duracell”.