Storie di Calcio

13 Settembre 1981: l’esordio in A di Roberto Mancini

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Di quel Bologna della stagione 1981/82, l’allenatore incaricato era un certo Tarcisio Burgnich. Faccia da duro e passato da colonna della Nazionale, testimone sfortunato (causa passetto in avanti) del gol di testa più bello di sempre.

Un protagonista di tre decenni d’oro del pallone italiano. Uno che di calcio ne capiva, uno che riusciva a vedere il talento fin dalla sua manifestazione più acerba. Nel suo Bologna, esordiente contro il Cagliari di Carosi e colpito dal lutto dell’ex vice-presidente Baravelli, quel 13 Settembre del 1981 c’era anche un ragazzino di sedici anni e mezzo. Marchigiano, caschetto castano, sguardo irriverente, talento infinito.

Gli emiliani lo avevano preso nel settore giovanile appena qualche anno prima, crescendolo a pane e calcio insieme ad un altro piccolo fenomeno di nome Macina. Due perle, entrambi classe ’64.

Accadde così che, nella partita che vedrà l’esordio in A anche di Franco Baldini e Antonio Ravot, al minuto 73′ Tarcisio decida di far entrare, al posto del mitico Fiorini (salvatore del futuro della Lazio qualche anno dopo) quel ragazzino di Jesi. Un quarto d’ora di fiducia, tanto per rompere il ghiaccio.

Alla fine di quella stagione saranno in totale 30 presenze in campionato, condite da 9 gol da assoluto fenomeno.

Quel giorno di quarant’anni fa, una Serie A già piena di campioni iniziava a conoscere un numero 10 differente, talentoso, a volte bizzoso, ma sempre geniale. Uno che diventerà re immortale nella Genova di marca blucerchiata, raggiungendo uno Scudetto incredibilmente impensabile. Uno che instaurerà un rapporto speciale con una Nazionale prima ostile e poi debitrice.

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