GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
L’anno prima era stata la Juventus a giocarsi la finale di Tokyo, vincendo contro l’Argentinos dopo una sfida splendida, fatta di colpi di scena continui e di gol assoluti annullati per fuorigioco altrui.
Nel 1986 la partita decisiva per l’assegnazione della Coppa Intercontinentale sarebbe stata tra i rumeni della Steaua Bucarest e gli argentini del River Plate. I primi vincitori di una Coppa dei Campioni meritata e ottenuta contro il favoritissimo Barcellona, i secondi trionfatori nella Copa Libertadores contro i colombiani dell’America di Cali.
I giapponesi chiedevano spettacolo, come nel 1985, e lo spettacolo non ci fu.
Due squadre compassate e ordinate, senza una reale idea di gioco e con la paura di fare l’errore decisivo che avrebbe potuto condurre alla sconfitta. Successe quasi tutto nel primo tempo, con i romeni passati in vantaggio grazie ad una bella incursione del fortissimo Belodedici, stoppata frettolosamente dalla decisione della terna arbitrale che annullò il primo tanto.
Poi l’episodio decisivo, su un capovolgimento di fronte argentino alquanto rapido ed efficace. Un fallo sulla trequarti vicino alla porta dello Steaua, punizione battuta velocemente e Alzamendi lestissimo ad approfittarne prima con un tiro ravvicinato, respinto da Stingaciu (sostituto dell’immenso Duckadam), poi con un colpo di testa sotto misura.
Sarà l’1-0 finale, siglato da un uruguaiano che era andato vicino al ritiro appena un anno prima e poi tornato sui suoi passi grazie alla spinta del c.t. Borras, sicuro di voler contare sul supporto di quell’attaccante durante l’avventura Mundial.
Il 1986 sarà l’anno dell’Argentina, capace di vincere il suo secondo titolo iridato e di portare una sua squadra sul tetto del mondo.