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14 maggio 1975 – Coppa delle Coppe targata Dinamo Kiev

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Il 14 maggio del 1975, la Dinamo Kiev vince la Coppa delle Coppe

È l’anno del Colonnello Lobanovsky che da talentuosa ala sinistra in giovane età si era trasformato in allenatore esperto negli anni Settanta. La Dinamo Kiev la sua creatura perfetta. Di lui, il quotidiano inglese “The Guardian” ha parlato come di uno dei tecnici più influenti e innovativi del calcio contemporaneo, un uomo che privilegiava l’attenzione ai reparti e alle loro connessioni piuttosto che ai singoli ruoli.

Secondo il giornale britannico, il Mister ucraino aveva fama di despota e accentratore (anche in ragione della sua carriera militare di alto ufficiale dell’Armata Rossa) ma, in realtà, aveva capito come la complessità del calcio moderno, in tutti i suoi molteplici aspetti (fisici, psicologici, atletici e tattici) facesse sì che un allenatore necessitasse al suo fianco di un team di collaboratori esperti. Però, oltre a essere l’anno Lobanovsky, questo è anche l’anno di Oleg Blochin. Questi due uomini, insieme ai loro compagni, oltre a vincere la Coppa delle Coppe con la loro Dinamo Kiev, vinceranno anche la Supercoppa Europea battendo il Bayern di Monaco. Per Oleg Blochin, poi, l’anno terminerà con l’assegnazione del Pallone d’Oro.

Il cammino della Dinamo Kiev in Coppa delle Coppe

Per quanto riguarda la Coppa delle Coppe, come ho già avuto modo di ricordare, l’anno prima era stato il Magdeburgo di Sparwasser a conquistare il trofeo. Quindi, con l’edizione del 1975, la competizione viene vinta da una squadra dell’Est per la seconda volta di seguito. Tra l’altro, a dimostrazione del florido periodo calcistico dell’Europa orientale, va sottolineato che l’altra finalista è il club ungherese del Ferencváros e, in semifinale, era arrivata anche la Stella Rossa di Belgrado. A questo posso aggiungere che il Bologna fu eliminato nel primo turno, ai rigori, dai polacchi del Gwardia Warsaw.

In effetti, nella partita di ritorno a Bologna, giocata il 2 ottobre del 1974, dopo che all’andata i felsinei avevano perso due a uno, il club emiliano si era portato rapidamente in vantaggio con un gol di Beppe Savoldi, all’ottavo minuto di gioco. Poi, i petroniani avevano continuato ad attaccare ma i polacchi avevano inaspettatamente pareggiato con un’azione di contropiede, nata da una ripartenza sugli sviluppi di un corner a favore dei bolognesi. Il Bologna era poi tornato in vantaggio con un gol su calcio di punizione che Savoldi aveva conquistato ed eseguito. Nel secondo tempo, il Bologna attaccava con forza senza però andare in gol e anche nei supplementari non si registravano più marcature. Il passaggio al turno successivo andava deciso ai rigori.

Per i polacchi sul dischetto andarono Malkiewiz, Dawidzinski, Michalik, Sledziewski e Polakov. I rigoristi bolognesi furono Battisodo, Pecci, Massimelli, Ghetti e Savoldi. L’unico a non andare in gol fu Battisodo e fu così che il Bologna fu eliminato.  

Il tabellino della partita.

2 ottobre 1974, Stadio Comunale di Bologna, spettatori 20.000 circa.

Bologna-Guardia Varsavia 2-1 dopo i tempi supplementari.

Marcatori: all’8, Savoldi (B); al 20’, Terlecki (G); al 44’, Savoldi (B).

Arbitro: Erich Linemayr (Austria).

Qualificato il Guardia Varsavia per 5 a 3 dopo i rigori.

BOLOGNA: Buso, Roversi, Cresci, Battisodo, Bellugi (Caporale dal 77’), Maselli, Brugnera (Pecci dal 40’), Massimelli, Savoldi, Ghetti, Landini.

GUARDIA VARSAVIA: Sikorski, Sroka (Lipinski II dal 101’), Kielak, Michalik, Dawidzinski, Kraska, Polakow, Lipinski I (Sledziewski dal 91’), Malkiewiz, Terlecki, Wisniewski.

Tornando al resoconto del torneo

Comunque, tornando al resoconto complessivo del torneo, dalla consultazione del sito ufficiale della UEFA, possiamo vedere che l’edizione 1974-1975, iniziata tra il 16 e il 18 settembre del 1974, vide la partecipazione di storici club, tra i quali possiamo citare: Austria Vienna, Benfica, Bologna, CSKA Sofia, Dinamo Kiev, Ferencváros, Liverpool, PSV Eindhoven, Real Madrid, Slavia Praga e Stella Rossa Belgrado. Sempre basandoci sulla consultazione del sito ufficiale della UEfA, possiamo constatare che, dopo i primi due turni disputati nell’autunno del 74’, ai quarti, giocati nei due match di andata e ritorno tra il 4 e il 18 marzo del ’75, arrivano Benfica, Bursaspor, Dinamo Kiev, Ferencváros, Malmo, PSV Eindhoven, Real Madrid e Stella Rossa.

Tra le vittime eccellenti c’era stato sicuramente il Liverpool, eliminato nei sedicesimi ad opera del Ferencváros, in ragione di un pareggio per uno a uno ad Anfield, il 23 ottobre del 1974, e di un pareggio per zero a zero al ritorno in Ungheria, giocato il successivo 5 novembre. Decisivo fu dunque il gol in trasferta del club magiaro. Tra l’altro fu una splendida rete in pieno recupero, dopo che gli inglesi erano andati in vantaggio con gol di Keegan su assist di Kennedy, al 36’.

Ma, come dicevo, sul finale Maté aveva raccolto un lungo lancio di Keleman, effettuato da centrocampo, era entrato nell’area dei reds, aveva dribblato con grande abilità due inglesi nello spazio di pochi metri e aveva segnato il gol del pareggio. Nell’incontro di ottobre, il Liverpool era sceso in campo con Clemence, Smith, Lindsay, Lawler, Hall, Hughes, Boersma, Keegan, Callaghan, Kennedy, Heighway.  Il Ferencváros aveva risposto schierando: Géczi, Pataki, Bálint, Megyesi, Rab, Mucha, Pusztai, Keleman, Szabò, Takács, Maté.

Le migliori otto

Dai quarti di finale escono vincenti Dinamo Kiev, Ferencváros, PSV Eindhoven, e Stella Rossa. Gli jugoslavi passano il turno grazie ai rigori ai danni del Real Madrid. Nelle semifinali, la Dinamo Kiev passa il turno vincendo contro il PSV Eindhoven tre a zero all’andata e perdendo due a uno al ritorno. Nell’altro doppio incontro di andata e ritorno gli ungheresi del Ferencváros superano i serbi della Stella Rossa grazie ad una vittoria per due a uno e un pareggio per due a due.

Le finaliste sono dunque Dinamo Kiev e Ferencváros. Lo scontro decisivo, in partita secca, è fissato per il 14 maggio del 1975 al Sankt Jakob Stadium di Basilea.

La finale: il primo tempo

 La partita inizia sotto i fischi del pubblico che accompagnano le azioni della Dinamo Kiev. In effetti, tra i 13.000 spettatori presenti risultano esserci molti ungheresi, soprattutto espatriati. Dopo solo cinque minuti di studio, la partita entra nel vivo con un attacco di Troschkin che scappa sulla destra, crossa al centro dell’area avversaria e serve Burijak. Il numero dieci sovietico colpisce forte di testa e costringe Geczi alla deviazione sopra la traversa.

Del corner si incarica Blochin. La sua è un’esecuzione molto insidiosa: un forte tiro a rientrare direttamente verso la porta. Il numero uno ungherese per la seconda volta di seguito è costretto alla deviazione in calcio d’angolo. Sulla bandierina va Muntijan. Batte corto, serve Troschkin che tira di prima intenzione e colpisce il palo.

All’ottavo minuto, un’incursione di Troschkin sulla destra porta alla conquista del terzo corner. Sugli sviluppi del calcio d’angolo, Reschko è fermato irregolarmente poco fuori dal limite dell’area ungherese. Il calcio di punizione è battuto da Burijak. Il suo tiro forte, rasoterra e angolato costringe Geczi all’ennesima deviazione in calcio d’angolo. È il quarto corner per i sovietici. Ormai la pressione della Dinamo è crescente.

Dinamo Kiev: la rete del vantaggio

Un minuto dopo c’è un altro corner in suo favore: sono cinque nei primi dieci minuti di gioco. All’undicesimo c’è il secondo corner ungherese. Lo batte Szabò ma la palla finisce facilmente nelle mani di Rudakow. Al 12’ Blochin tenta il tiro a rete dalla distanza con un sinistro e la palla finisce fuori di poco. Ma, per il gol, è solo questione di pochi minuti e la rete arriva al 17’ proprio su assist di Blochin, che da posizione avanzata e centrale serve Onishenko. Il numero otto sovietico si allarga in area ungherese, sulla sinistra, e poi fa partire un diagonale che supera il portiere del Ferencváros.

Nei successivi venti minuti non succede niente di particolare: tanti capovolgimenti di fronte ma poche emozioni. Comunque, continua il predominio ucraino. In effetti, si è ormai a sei minuti dall’intervallo e gli ungheresi non hanno fatto nemmeno un tiro in porta. 

Dinamo Kiev: la rete del raddoppio

E arriviamo al raddoppio: l’azione parte con Konkow dal lato sinistro della difesa sovietica, continua a centrocampo con Muntijan e Kolokow, poi la palla arriva sulla trequarti di destra a Onishenko, a due passi dalla linea del fallo laterale. Il numero otto ucraino si accentra e fa partire un tiro di sinistro da fuori area, con la palla che si infila sotto la traversa.

La sua esecuzione è molto bella ma il numero uno ungherese non sembra completamente esente da colpe. Al 44’, il Ferencváros riesce finalmente a impensierire Rudakow: su una prolungata azione offensiva magiara, la palla arriva a Maté che si trova sul limite dell’area avversaria. Da posizione centrale, l’attaccante ungherese fa partire un tiro fortissimo che è deviato in angolo grazie al provvidenziale intervento del portiere sovietico. Con questa ultima azione degna di nota, il primo tempo finisce due a zero per la Dinamo Kiev. Anche il numero dei calci d’angolo è a favore della squadra sovietica.

La finale: il secondo tempo.

La prima grande emozione della ripresa si registra al 20’, quando Blochin raccoglie a centrocampo un rilancio della sua difesa. In quella circostanza, l’attaccante sovietico impressiona per la velocità, superando agevolmente il difensore avversario. E solo l’uscita tempestiva di Geczi gli impedisce di andare in gol. Nella seconda parte della ripresa, la Dinamo Kiev continua ad attaccare: tra il 60′ e il 65′, gli ucraini hanno almeno tre chiare occasioni da gol. E alla fine, al 66′, Blochin va effettivamente in gol, con una splendida azione personale che termina scartando anche il portiere. È il gol del tre a zero. Il risultato non cambierà più.

L’idea di gioco della Dinamo Kiev

L’impressione che resta dalla visione del match giocato dalla Dinamo è quella di una squadra che rompeva con la tradizione del calcio russo e che proponeva un calcio moderno. Un calcio fatto di triangolazioni strette, di palloni giocati di prima, di improvvise verticalizzazioni e incursioni sulle fasce. Oltre le prestazioni di Onishenko e Blochin, uomini gol dell’incontro, da sottolineare anche le giocate di Trosckin e Muntijan, per non dire dell’intera difesa che concesse una sola occasione da gol agli ungheresi. Occasione, del resto, brillantemente neutralizzata da Rudakow, bravo a farsi trovare pronto l’unica volta che fu chiamato in causa.

IL TABELLINO

Basilea, 14 maggio 1975, Sankt Jakob Stadium. Spettatori: 13.000.

Dinamo Kiev-Ferencváros 3-0 (primo tempo: 2-0).

Marcatori: 17’ e 39’, Onishenko; 66’, Blochin.

Arbitro: Robert Holley Davidson (Scozia).

Calci d’angolo: Dinamo Kiev- Ferencváros 7-7.

Dinamo Kiev: Rudakow, Konkow, Matwienko, Fomenko, Reschko, Troschkin, Muntijan, Onishenko, Kolokow, Burijak, Blochin.

Ferencváros: Geczi, Martos, Pataki, Megyesi, Juhasz, Rab, Szabo, Nylasi (60’, Ohnaus), Maté, Mucha Magyar. 

GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)

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