LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 14 settembre 1980 inizia uno dei campionati più attesi da tutti gli italici calciofili; un campionato la cui sessione di mercato aveva visto la riapertura agli “stranieri” dopo anni di embargo e di frontiere chiuse. Poco più di un mese prima, infatti, in 5.000 avevano dato il “Bem-vindo” a Paulo Roberto Falcao in quel di Fiumicino.
Il calendario ha deciso per la Roma una trasferta al “Sinigaglia”, regalando all’esordio di Falcao lo stesso incipit de’ “I promessi sposi”: ”Sul quel ramo del lago di Como”.
La speranza per questo campionato è come al solito molta, ma molti sono anche i dubbi. La stagione precedente aveva visto trionfare in Coppa Italia la compagine giallorossa, ma relegandola in campionato solo al settimo posto con una delle peggiori difese del campionato: 35 gol subiti in 30 gare, peggio son riuscite solo Udinese e Pescara. E Falcao? Siamo certi che sia davvero un acquisto azzeccato?
La Roma parte bene portando a casa la vittoria per 1 a 0 (autorete di Volpi) contro i Lariani.
E il brasiliano che non è ancora ne “Divino” ne “Ottavo Re di Roma”?
“Il brasiliano ha giocato splendidamente, illuminando il gioco della Roma per l’entusiasmo dei numerosissimi sostenitori che affollavano pittorescamente la curva ovest dello stadio Sinigaglia. Senza dubbio il migliore in campo fra i ventidue. Fine palleggiatore, ha saputo districarsi a meraviglia nella ragnatela a centro campo che Marchioro aveva cercato di costruirgli attorno”. (Cit. L’Unità del 15 settembre 1980)”.
Anche le pagelle dei quotidiani sono unanimi nel voto: 7,5 per Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Tempo, Paese Sera e la rivista Giallorossi.
Sarà una stagione avvincente per i colori giallorossi, portata avanti con un calcio moderno che vuole imporre il proprio gioco. Un seguito di tifosi sempre più innamorato con la consapevolezza di poter sedere al tavolo delle contendenti allo scudetto. Una stagione che porta in bacheca la quarta Coppa Italia della storia e la seconda consecutiva. Una stagione che sarebbe potuta diventare epica se l’arbitro Bergamo avesse dato a Turone quello che era giusto dare.