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Quella domenica ad assistere a Inter – Juventus c’era stato perfino Pelé. L’asso brasiliano aveva voluto vedere da vicino un derby d’Italia privo di Zenga, Bergomi e Rummenigge. A fine partita, al microfono del sempre originale Zuccalà, aveva elogiato il campionato italiano, il migliore e più difficile del mondo a suo dire.
Oltre all’incontro di San Siro, però, in una giornata piuttosto avara di segnature, lo storico risultato era arrivato dal terreno dello Stadio Friuli. Un rotondo due a sei, roboante, inaspettato.
L’Avellino di Vinicio era riuscito a sconfiggere i padroni di casa dell’Udinese con una prestazione sontuosa. Il brasiliano si era preso una personale rivincita con De Sisti, colui che lo aveva sostituito sulla panchina bianconera durante il girone di ritorno 1985/86.
A sottolineare la portata storica di quel punteggio tennistico era stato il mattatore della giornata, il tedesco Schachner, in una intervista concessa alla Domenica Sportiva:
“Io, da quando sono in Italia, non ho mai visto un risultato simile”
E in effetti sei gol in quella Serie A erano difficili da vedere, soprattutto con un parziale di quattro gol a zero in un solo tempo. L’Avellino aveva infatti segnato il primo ed il secondo tanto, con Benedetti e Bertoni, nel giro di 10 minuti. Poi era stato il turno delle segnature di Alessio e Schachner.
L’Udinese aveva cercato di replicare timidamente, riuscendo ad accorciare le distanze con un gran gol di Chierico, dopo uno slalom in area, e con Collovati. Alla fine ci fu la doppietta personale del tedesco e quella di Benedetti.
I friulani, partiti con un meno 9 in classifica per via dello scandalo Totonero Bis, non riuscirono a raggiungere la salvezza, retrocedendo dopo sette anni in massima serie.
L’Avellino, invece, sfiorò la zona Uefa con l’incredibile e storico ottavo posto.