GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Due campioni, due prodezze: e gli inglesi vanno giù
L’ultimo capitolo di un amore mai sbocciato si consuma il 16 Gennaio del 1991.
Allo Stadio San Paolo di Napoli, davanti a 18.000 spettatori infreddoliti, la Nazionale di Lega Italiana affronta i pari grado inglesi, in quella che sarà ricordata come l’ultima di 11 sfide disputate in più di un trentennio.
Era iniziato tutto nel lontano 1960 per volere di Giuseppe Pasquale, presidente della neonata Lega Nazionale Professionisti, fautore di una innovativa squadra che avrebbe dovuto contare sull’apporto di tutti i calciatori facenti parte del massimo campionato, sia italiani che stranieri.
Quel giorno di 30 anni fa l’allenatore scelto era stato Albertino Bigon, condottiero del Napoli padrone dello Scudetto ’89/’90.
Matthaus e Di Canio, Galli e Taffarel, Van Basten e Careca. Una parata di stelle del calcio, per un appuntamento troppo poco sentito. Gli inglesi erano arrivati in Campania con una compagine tecnicamente molto inferiore a quella italiana, con Seaman, Rush e Wright unici baluardi pronti a contrastare il prevedibile dominio azzurro.
Come previsto, infatti, l’incontro terminerà 3 a 0 per la Lega Italiana, con gol di Marco Van Basten e Careca nella prima frazione, seguiti dalla splendido diagonale di Simenone nella seconda parte. Quinta vittoria e cinque partite contro gli inglesi.
Quello, però, sarà il canto del cigno del pallone italiano, il primo segnale di un movimento che iniziava a cambiare, anche economicamente. La Serie A dominerà ancora per un decennio, prima di lasciare il posto agli stessi inglesi creatori della moderna Premier League, costruita sulle ceneri della “poco competitiva” Football League.